Due sole gare nella notte, la prima dall’esito più che certo se non scontato visto il momento, la seconda decisa dai grigi.

BANKER’S LIFE FIELDHOUSE, INDIANAPOLIS. WASHINGTON WIZARDS 111 – INDIANA PACERS 98

A due giorni dall’ASG e sempre più vicini alla trade deadline, le tante voci in casa Pacers si fanno sentire. Come ogni anno di questo periodo circolano rumours di ogni tipo, che nel caso dei ragazzi di Bird vedrebbero col posto assicurato soltanto Turner e George, con il secondo nemmeno troppo certo. La gara nonostante un risultato non roboante non è stata praticamente mai in discussione. I maghetti attraversano un grande momento e lo dimostrano sin dalle prime battute: piazzano parziali significativi sia nel primo che nel secondo quarto, e visto quanto poco succederà nel secondo tempo, la partita si può dire già conclusa all’intervallo. Abbiamo seri dubbi su quanto Scott Brooks abbia dato effettivamente a questa squadra UN sistema, e su quanto invece John Wall sia IL sistema. Quello che è certo è che Washington al momento è una squadra che sta bene, che ha recuperato (si spera) definitivamente Beal, e che ha valorizzato una delle ultime prime scelte: Otto Porter (risultato difficile per tantissime franchigie in questo periodo. Gli Wizards guidati sempre dalla velocità e dalla cattiveria di Wall si mostrano sempre più coesi, vogliosi di passarsi il pallone e divertiti nel giocare insieme. Essendo in periodo di scambi mi abbanono ad un sogno anche se impossibile da realizzare… Ma quanto sarebbe bello riunire Wall all’altro bad boy ex Kentucky DMC? Probabilmente parecchio, specialmente andando a sostituire Gortat, sempre “una macchina” in attacco, ma allo stesso tempo il più consistente limite difensivo di Washington. Nella notte JW e compagnia girano ancora al meglio e vanno tutti in abbondante doppia cifra: 20 e 12 assist per Wall, 25 con 6 triple per Porter, 19 con 4 per Beal, 21 per gemello Markieff e 12 per Gortat; dall’altra parte 17 con 19 tiri per Paul George e 17 con 9 rimbalzi per l’unico sicuro del posto secondo chi sogna cose più semplici delle mie.

UNITED CENTER, CHICAGO. BOSTON CELTICS 103 – CHICAGO BULLS 104

Gara equilibrata e abbastanza godibile, anche se i Bulls la tengono spesso in vita grazie alle magie di Butler o a follie individuali, forzature che più di una volta si rivelano miracolosamente efficaci. I Celtics, trascinati dal quarantunesimo ventello consecutivo di IT4 (record franchigia) fino a quella che, anche se il re del quarto quarto sbaglia stranamente il tiro che avrebbe ucciso la partita, sarebbe stata una W più che certa. Con 9 decimi rimasti sul cronometro e Celtics avanti di una lunghezza Zach Zarba prende una discutibile decisione. Butler si alza per il tiro dopo un doppio movimento, e Smart lo marca in maniera impeccabile, contestando il tiro nella migliore maniera possibile. Sicuramente il gomito di Butler viene toccato da Smart, dunque applicando alla lettera il regolamento sarebbe fallo, tuttavia guardando tante gare NBA ci accorgiamo di come contatti del genere vengano ammessi spessissimo. Il fischio di Zarba somiglia molto alla classica “superstar call”, con la quale si tende a premiare il giocatore di maggiore rilevanza a scapito di quello meno quotato quando la situazione è dubbia. Oltretutto, anche se totalmente di parte, Smart ci racconta di una istantanea richiesta di fallo da parte di JB nel momento stesso in cui il suo pallone stava scheggiando il ferro. Avendo già parlato dei vari dubbi sulla questione, mi sbilancio soltanto nel dire che “ai punti” sarebbe stata più giusta una vittoria dei verdi, ma questo soltanto guardando agli sviluppi della gara, chiudendo in maniera molto poco italiana ed ancor meno calcistica le polemiche riguardanti i grigi. Un po’ di numeri dunque: 29 sia per Thomas che per Butler, 17 per Olynik e 19 per Bobby Portis.