E’ il giorno delle Semis alla Final8 di Coppa Italia: ad aprire è il confronto tra Milano e Reggio Emilia.

Entrambe le squadre sono scampate al quarto di finale per il rotto della cuffia. Milano con l’ormai celebre tap-in “millesimato” di Macvan, per il quale la splendida Brindisi di Meo Sacchetti non può che rimproverare se stessa, battendosi il petto per aver buttato una partita vinta. Reggio ha invece prevalso recuperando a Capo d’Orlando un -5 con meno di due minuti da giocare, e ha lasciato un po’ interdetti la scelta del coach siciliano di mandare in lunetta Dellavalle a poco più di 9 secs dalla fine. Se sfidare dalla carità il miglior tiratore di liberi MA da pochissimo rientrato in campo poteva essere una opzione interessante, è invece parso ingenuo farlo quando i reggiani avevano ancora 3 falli da spendere, rendendo di fatto 5 quei 9 secondi. Un’altra particolarità: nella rimonta è rimasto a sedere Pietro Aradori.

LA GARA
L’inizio è fatto di EA7 che vuole la palla dentro e di Reggio che cerca di rispondere con le triple, il tutto corredato da fischietti a vapore: in 156 secs i grigi hanno già gonfiato la guancia 6 volte, 5 delle quali contro GrissinBon, che ha Cervi con 2 falli dopo nemmeno 2 minuti. EA7 è una squadra di atleti e giocatori dinamici, ma in apertura la parola d’ordine è servire l’ingombrante Radulica, dalle mani abbastanza dolci finchè resta concentrato e finchè a dargli il pallone rimane Ricky Hickman. L’iniziale 6-1 Milano viene progressivamente eroso da Reggio, che si vede privata per falli anche del vice-Cervi, l’USA Jalen Reynolds che anche nelle poche gare di campionato italiano disputate da quando è arrivato in Emilia viaggia alla media di 4 falli abbondanti per partita. Nelle fila di Milano viene però a mancare Hickman: commette un terzo fallo piuttosto sciocco. Kalnietis e Cinciarini non hanno le stesse sinapsi della pg americana, e Milano perde il proprio gioco. Il finale di primo quarto vede Reggio segnare un parziale di 12-4 nutrito anche dalle triple di Aradori e Needham, e anche dalla prima bomba, dopo due errori, di Dellavalle. Da 14-14 in 3:08 Reggio si porta avanti 26-18 con un buzzer-beater di Aradori. Il vantaggio GrissinBon si dilata fino alla doppia cifra: l’inizio di secondo quarto è il periodo migliore per Reggio, che vola con 7 pti consecutivi dell’altro recente arrivo statunitense: Jawad Williams. Toccato lo svantaggio a due numeri, però, Milano inizia un’opera di asfissia sugli esterni reggiani, cui nessuno sa reagire, e l’attacco di Reggio viene letteralmente silenziato concedendo alla EA7 di recuperare fino ad annullare il deficit, correndo con Sanders, Dragic e Kalnietis e nonostante Repesa prenda un tecnico per proteste. Milano sfrutta la superiorità fisica per nutrire le caselle di rimbalzi e recuperi, e arriva a riagganciare la partita sul 45-45 di metà gara. L’inizio del terzo periodo è inconvenzionale, perché Repesa ha pensato di doppiare il fallo tecnico: di conseguenza alla ripresa il coach croato non siede sul pino e Dellavalle spara un libero gratis. Il terzo quarto per la EA7 è, nel bene e nel male, Sanders: segna ma perde spesso Aradori nella metà campo difensiva; prende rimbalzi ma si becca un tecnico per aver simulato di aver ricevuto una gomitata. I Reggiani, invece, dopo 4′ si ritrovano con entrambi i lunghi a 4 falli, ma Menetti decide di lasciare in campo Reynolds, per giocare a mindgames con gli arbitri, che infatti non fischiano più nulla al lungo USA. Un paio di canestri di Reynolds aprono il campo per la raffica di triple (2 Aradori, 1 Needham) con cui la GrissinBon prende il vantaggio che chiude il terzo periodo: 64-59. Menetti, in apertura di quarto periodo, non prosegue il gioco con la psiche degli arbitri, e inizia senza centri. L’esperimento si chiude dopo 3 minuti in seguito a 2 penetrazioni consecutive di Kalnietis, ma a quel punto, contro centri veri, sale alla ribalta il primo degli italiani decisivi della Armani: Pascolo. Gli omoni reggiani non capiscono nulla del gioco spurio del più insolito dei lunghi italiani, che guida i suoi alla rimonta, corredata dalla energia di Sanders e dalla chirurgia di Cinciarini. E’ lui a dare il primo vantaggio a Milano nel quarto periodo: 78-76. Dragic e Needham si scambiano triple, Dellavalle segna dalla lunetta:81-81 quando mancano 2′ alla fine. Arriva a questo punto il vendicativo capolavoro del Cincia che fa ingoiare tutti i fischi ai suoi ex tifosi e segna la tripla che consegna un 84-81 e palla in mano alla EA7. McLean e Sanders, però, si palleggiano la spicchia ovunque tranne che in mano per una persa che potrebbe essere sanguinosa, ma Reggio non ne approfitta e allora è di nuovo Macvan l’uomo che mette il fiocco e l’indirizzo alla partita: stavolta è una tripla. Menetti (87-81, 23 secs da giocare) chiama TO e la spiega bene, se Dellavalle imbuca il tiro da 3 che potrebbe dare speranza agli emiliani. Mancano 10 secs, ma il necessario fallo della GrissinBon non arriva, anche perché i grigi, strani e incomprensibili bipedi come al solito, sorvolano su due contatti della difesa reggiana, e lasciano Milano morire vittoriosa con la palla in mano. 87-84 e parecchia rabbia reggiana, non senza qualche ragione.

MAGIC MOMENT
Non molto magico, ma la scelta è obbligata: il mancato fischiare degli arbitri sul’ultimo attacco di Milano.

MAN OF THE MATCH
Il Cincia, per l’orgoglio e i due canestri nel finale di partita che vi abbiamo raccontato.

NUMBERS
22: i punti di Sanders; 4/5, Aradori da 3; 5/5 (con 3 triple) per 13 pti di De Nicolao; -2 di Milano vs -11 di Reggio nel saldo perse/recuperi: il vero dato che omaggia la difesa della Armani, chiave del successo.
MILANO: Sanders 22-4-5 con 27 di valutazione; Pascolo 14+4 con 18 di valutazione
REGGIO E.: Aradori 14-2-2; De Nicolao 13-1-1 con 15 di valutazione