La gara che tutti attendevano tra quelle di stanotte era quella dei Cavs in visita ad Alamo.

Altre 5 erano in programma, ma inizieremo il Recap di oggi da quella più attesa.

 

AT&T CENTER, SA. CLEVELAND CAVS 74 – SA SPURS 103

Divario, gioco, comportamenti: ognuno di questi elementi racconta di una gara che non è mai esistita, dominata dagli Spurs sulle tavole e dentro i cervelli. Se la W dei Celtics di ieri aveva detto che i Cavs erano stati raggiunti per la prima volta da tempo immemorabile, a stagione così inoltrata, al vertice della Eastern, questa sconfitta li mette al secondo posto, e converrà ripassare le ere geologiche per trovare un compagno a questo evento. Nulla riesce a cancellare, tuttavia, il pensiero che qualcosa stia accadendo nel locker dei Cavs. Ora LBJ ha la pg che voleva, il tiratore scelto che voleva, e Love e JR Smith sono tornati; la sfortuna ha azzoppato Bogut, ma il front-office aveva accontentato Il Prescelto anche in quello. Eppure LBJ non combatte, polemizza con LaVar Ball (padre di Lonzo e tipino decisamente poco comodo per tutti, stile “padre delle sorelle Williams”) su come e quanto e se debbano esser tirate in ballo le famiglie. Il tutto mentre i PO si avvicinano, i Cavs perdono gare e terreno, gioco e coesione. Ovvio cercare di preservare il fisico, tuttavia, e inquesta ottica deve essere considerato il fatto che non sia tornato a giocare dopo la gomitata furbetta presa nella parte alta della schiena da David Lee. La gara era andata da tempo, da subito. Gli Spurs non hanno avuto bisogno di particolari sforzi per dominare, hanno semplicemente chiuso il perimetro, contando sull’assenza di Korver e Shumpert, e sulla scarsa vena mostrata da Smith al tiro da quando è tornato. 4/26 l’orribile stat del tiro da 3 per i Cavs: limitando l’indagine ai 4 che hanno imbucato una tripla, ci limitiamo ad un non meno sconfortante 4/19. Coach Lue, è stato spesso dominato dai più probabili rivali per il Titolo, Pop e Kerr, nei confronti di quest’anno, e questo è un altro dato non confortante: la sola gara vinta è quella decisa da 1 punto e molte polemiche arbitrali vs GS a Cleveland, per il resto la differenza-canestri mette i Cavs a -34 con gli Warriors e -33 con gli Spurs. Dati che hanno un certo peso, perché assai simili e accumulati vs le due migliori difese sull’arco delle triple di tutta la NBA. Essere uscito anzitempo non ha impedito a LBJ di essere il migliore dei suoi, a 17-8-8, mentre suona meritorio me anche un po’ triste il fatto che dopo la gara, finita con 4/13 al tiro, Kyrie sia rimasto nell’Arena a tirare. Per gli SPurs, tutto come nelle speranze più belle. W, e possibilità di far riposare i giocatori più importanti. The Hidden MVP Kawhi 30 mins (gli stessi di LeBron) con 25-6-6, 3 rec e 1 stoppata proprio a James; Dewayne Dedmon, che era stato la sola mossa tattica di Pop, che lo ha messo in quintetto per contrapporre a TTT un atleta altrettanto valido, ha scritto 8+13 in soli 20’ di tavole, mentre i vecchietti di ispanico idioma Pau e Manu hanno combinato per 26 pti con 10/15 al tiro, comprensivo di 4/5 da 3.

 

GOLDEN1 ARENA, SACRAMENTO. MEMPHIS GRIZZLIES 90 – SACRAMENTO KINGS 91

Quarta sconfitta in fila per I Grizzlies, e se due sono arrivate vs Warriors e Spurs, le alter due contro Pelicans e Kings: ora Memphis è abbastanza lontana dal sesto posto dei Thunder, e gli toccherebbe San Antonio nei PO. Vero che non saprei decidere quale cliente scegliere tra Rockets e Spurs, resta tuttavia l’impressione di una squadra non giovane e non troppo in salute (Marc Gasol non ha giocato per problemi al solito piede) che ha deciso di “gestire” il finale di regular season. I Kings invece, giovanissimi e sia spaesati che finalmente liberi dopo la partenza di DMC, mettono la seconda W in fila, e la seconda col minimo scarto. Il migliore, stanotte come ieri, è stato Darren Collison che oltre al bello score (23-4-7) ha infilato i liberi decisivi, ma è impossibile non notare la crescita di Willie Cauley-Stein (12-9-3 con 1 rec). In assenza di Marc, coach Fizdale ha ritrasferito in quintetto il vecchio Zach, e al di fuori del terzetto Randolph-Conley-Green (49-23-13, più di metà dei punti, metà dei rimbalzi, quasi tutti gli assists) i Grizzlies hanno avuto ben poco.

VIVINT SMART ARENA, SALT LAKE CITY. NO PELICANS 100 – UTAH JAZZ 108.

Fuori per infortunio DeMarcus Cousins, questa gara è stata, anche, il confront tra 2 invece che 3 tra I più forti BigMen della NBA. Monociglio e Gobert sono assai diversi per fisico e caratteristiche, ma è stato un piacere vederli giocare. Davis ha avuto una gara strepitosa, e per la terza in fila ha totalizzato almeno 30+15 (36-17-3 con 3 rec e 3 stoppate), ma anche il Francese non è stato a guardare, ovviamente entro il talento di un 2.25: 20+19 con 5 stoppate. I Jazz (top team della sfortuna per infotuni: oggi era fuori Hayward) sono stati un paio di volte avanti in doppia cifra, ma i Pels non hanno mai mollato, e ci è voluto un bis di triple all’interno degli ultimi 5 mins da parte di Joe Ingles (19-4-4 con 5/5 da 3 per il sostituto del Magico Gordon) per respingere l’ultimo assalto di Nola.

 

AMERICAN AIRLINES CENTER, DALLAS. OKC THUNDER 92 – DALLAS MAVS 91

Questa è la gara polemica di questo turno di partite, e non osiamo pensare a come si farà sentire il proprietario dei Mavs, Marc Cuban, negli uffici della NBA, dal momento che non è certo un tipo calmo e accondiscendente. Diciamolo subito: su due azioni alla fine cruciali (un doppio palleggio di RW e una rimessa a pochi secs dalla fine) Dallas è stata svantaggiata e OKC favorita. MA. Ma i Mavs hanno buttato un +14 all’interno degli ultimi 6 minuti, e il buzzer –beater della vittoria, Westbrook lo ha imbucato e la difesa dei Mavs lo ha incassato senza interventi altrui. 3Doppia per Westbrook a 37-13-10, 15-9-2 di Oladipo con 15 tiri (esattamente come notato ieri, ricordate? Sono elementi cruciali per definire la costruzione di un sistema) per OKC. Dallas invece ci fa venire voglia che sia l’anno prossimo, perché i progressi di alcuni degli elementi nuovi o nuovissimi dei Mavs (Barnes, Matthews, Ferrell, Noel), al di là del rendimento vs i Thunder, sono davvero beneauguranti, dal momento che a dirigere il tutto c’è un supercoach come Carlisle; per dire: 9 uomini impiegati, 6 in doppia cifra e 2 a quota 8.

 

MSG, NEW YORK. DETROIT PISTONS 95 – NY KNICKS 109

Vorremmo parlarvi della W (inutile per la classifica ma ottima per la dignità di squadra) dei Knicks vs i Pistons, che si ritrovano, con questo ko, davvero quasi fuori dalla corsa per I PO ad Est. Invece dobbiamo dirvi di doping. Esiste anche nella NBA; checché se ne pensi. Hanno beccato Noah per positività a una sostanza detta LGD4033, che gli costerà 20 gare da quando ricomincerà a giocare, ovvero dal prossimo anno a meno di rientri “finti”. Si tratta di una sostanza che ha applicazioni mediche nella cura della osteoporosi, e nel trattamento di altre sindromi che ora vi risparmiamo. Il punto è che pare essere una sostanza non steroidale, il cui uso però, nel prontuario antidoping della NBA, viene equiparato alla assunzione di testosterone. Da qui la squalifica. Però pare che Noah abbia collaborato con la Associazione e quindi che la squalifica (e relativa perdita di circa 3 milioni di dollari dell’ingaggio annuale) sia stata relativamente lieve (…). La gara? Porzingis 25-8-3 con 2 rec e 3 stoppate, Hernangomez 15-5-2, D-Rose 27-4-6 old school, senza tirare da 3 e quindi possiamo dire: con soli 17 tiri. Disastro generalizzato in casa Pistons, con Reggie Jackson di nuovo ko col ginocchio, e forse messo a riposo per il resto della regular season. Brandelli di bandiera bianca ovunque….

 

AIR CANADA CENTER, TORONTO. ORLANDO MAGIC 112 – TORONTO RAPTORS 131

Aspettando il ritorno del Subcomendante Lowry, i Raptors sopperiscono vincendo la sesta in fila grazie al solito DeRozan (36 con solo 21 tiri, una sola tripla) e la prima doppia doppia (agli assists) in carriera per Joseph: 15-6-13 per il Languido Principe della Zingarata. Inutile ai fini del risultato, utilissima per sè stesso, la bella prova dell’ex T-Ross in un emozionante rientro in mezzo al pubblico che è stato suo fino all’ultima trade-deadline: 17+2 con 4 rec per Ross. La gara è stata equilibrata fino alla fine del terzo quarto, quando i Magic hanno buttato la rimessa dell’ultima azione in mano ai Raptors, che hanno segnato rimettendosi a +10. Psiche nel lavandino per Orlando e facile quarto periodo per Toronto.