Caro Presidente, ho molto pensato se approcciarmi con altra tipologia di contatto o direttamente con una “LETTERA APERTA”, ma alla fine ho deciso di seguire quest’ultima in quanto ritengo sia lo strumento più elegante e più trasparente per sottoporre una “QUESTIONE” nel rispetto della Tua Figura istituzionale e finalizzata a far sensibilizzare tematica di primaria importanza nell’ambito del Settore Arbitrale, a cui ho sempre dedicato la massima attenzione e cura da oltre un trentennio.

Infatti Nessuno potrà sminuire la mia esperienza di vertice e periferica sul Settore Arbitrale rafforzata dagli aspetti curriculari dimostrabili e dalle decine di interventi ed opinioni tecnico-giuridiche esternati sui Siti Web specializzati nel Settore.

E allora, alla fine dei Campionati Nazionali, è insopprimibile nella mia Persona il dovere, anzi il preciso obbligo di rappresentare una EVIDENZA, ovvero che il “Sistema di valutazione di una prestazione arbitrale” non si possa ancora contingentare ad un semplice “fattore numerico”.

L’attuale metodologia così concepita, rappresenta evidenti storture “nella sostanza”: ovvero e nel senso che il punteggio viene a concretizzarsi senza che venga fatta – in progress – una “TAC” alla prestazione arbitrale per “frazioni identificative di rendimento tecnico”, ma individuando soltanto la prestazione arbitrale come se si dovesse visionare un “film” e non un arbitraggio. E, di qui, il massimo del danno tecnico!

Gli Osservatori, ne sono convintissimo, si sono dovuti calare nella “sceneggiatura della gara” e il loro compito sarà stato “compresso” in tale ambito – e poi quand’anche come si sostiene, si faccia riferimento alla considerazione che gli Osservatori stessi saranno sottoposti a “controllo tecnico”, il Controllore (ma a Chi ci si riferisce?) dovrà stabilire la bontà della loro valutazione solo su tre numeri/punteggio progressivi, di cui uno centrale “colorato in rosso”?

La mia accentuata chiarezza che ha sempre contraddistinto ogni mia forma di espressione tecnica in ambito federale, mi costringe ad affermare che l’intento di imporre una innovazione spinta e sospinta con una modulazione di punteggi numerici, non sia stata assolutamente premiante, anche e soprattutto per come è stata così riduttivamente concepita, peraltro senza differenze applicative per i diversi Campionati (a parte quella veramente “Impropria” per le gare di A2/F).

Un esempio fra tutti: ma ancora andiamo in cerca di “Leadership” in un arbitro abilitato alla massima Serie?

Ma si potrebbe continuare…., in dettaglio ad evidenziare altre “stonature” di diversa natura.

E poi! Come fare io a sottacere, quale Analista istituzionale e profondo conoscitore dei meandri del Comparto Arbitrale, che ogni “fattore di eccessiva riservatezza”, qualora applicato “in senso stretto” nei confronti degli arbitri, confliggerà significativamente con i principi di trasparenza, quando soprattutto – ad esempio come nel passato – alcune tipologie di tecnicismi dell’ultimo momento posti a correzione, hanno sbilanciato, nel computo dei voti numerici, la sin lì giunta procedura valutativa.

E ancora… mancata incompatibilità fra Designatori e Osservatori, nonché fra Tecnici e Osservatori.

Sono fermamente convinto che, ancorché si continui a scegliere una Gestione del Settore Arbitrale da parte di un Commissario Straordinario e peraltro per un periodo così lungo, Commissario che ricopre contestualmente anche la carica di Presidente del Comitato Regionale FIP Emilia-Romagna (Organo Territoriale di natura politica), debba essere il Presidente Federale a dare le più importanti linee di indirizzo, quando trattasi di un Comparto così importante (quello appunto Arbitrale) ed essenziale per il miglior percorso possibile da garantire all’intero Movimento.

Ti saluto con ogni cordialità.

Umberto Porcari

Arbitro Benemerito di Eccellenza

già Consigliere Nazionale CIA

Nota tecnica di un ex designatore arbitrale con incarichi pluriennali