La caccia a “Ottobre Rosso” è durata appena cinque giorni. Tanto è bastato affinchè andasse in porto la trattativa che ha permesso al magnate russo Dimitry Gerasimenko di diventare, prima socio di maggioranza e poi Presidente, di uno dei club più vincenti e blasonati d’Italia e d’Europa, la Pallacanestro Cantù.

Già proprietario del Krasny Oktyabr (Ottobre Rosso appunto) di Volgograd, club per il quale si è anche tesserato come giocatore, scendendo in campo l’anno scorso in una gara di Eurocup, l’eccentrico industriale russo, definibile come il “Re dell’acciaio”, è il nuovo punto di riferimento del club brianzolo, con Anna Cremascoli che, all’indomani dell’inatteso esonero di Fabio Corbani da parte del nuovo proprietario, ha lasciato la presidenza del sodalizio che fu della famiglia Allievi e Corrado. 

37 anni, una tipica stazza da giocatore di pallacanestro, il nuovo proprietario di Cantù è arrivato in Brianza via Svizzera, essendosi trasferito lì con la moglie Irina e il figlio 14enne Egor, giocatore di basket. Proprio per far continuare al ragazzo l’attività sportiva iniziata a Volgograd, quale soluzione migliore se non quella di percorre i 50 chilometri scarsi che separano Lugano da Cantù? E così, seguendo le gesta del figlio e le sorti dell’Under 14 biancoblu, la moglie Irina e la sua società “Sport Expo” sono state dapprima coinvolte nel progetto di costruzione del nuovo palasport da 5.500 posti (atteso solo da 30 anni!) per poi allargare il discorso anche al club, del quale Gerasimenko avrebbe acquisito circa il 60% delle quote.

La reazione in città è stata ovviamente positiva, tra speranze e fiducia per un futuro vincente che ricalchi il celebre passato. Anna Cremascoli dichiarò candidamente che cedere il pacchetto di maggioranza del club è stato di un atto d’amore verso la società, dato che la proposta ricevuta permetterà di realizzare “qualcosa che da soli non avremmo mai potuto realizzare, nemmeno con l’aiuto di nuovi industriali della zona”. Entusiasta anche la bandiera canturina Pierluigi Marzorati, che ha però auspicato una presenza forte e costante del nuovo proprietario al fianco del club: “Anche nel calcio, con Thohir e Pallotta, sono arrivati capitali stranieri ma entrambi non sono spesso in Italia, aspetto che invece reputo fondamentale. Vorrà dire che gli segnalerò un paio di ville sul lago di Como per far si che stia più a lungo in Italia”.

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La ventata di aria nuova che ha investito Cantù, impegnata in una complicata risalita in classifica dopo un inizio di stagione poco brillante, il frenetico mercato che sta cambiando completamente pelle alla squadra, l’esonero di Corbani in favore del russo Bazarevich, sono tutti temi che riconducono ad una questione che da anni divide gli appassionati di sport in generale: accogliere con entusiasmo l’arrivo di investitori stranieri oppure restare scettici sempre e comunque, anche di fronte al fascino di nuovi capitali che promettono (talvolta senza mantenere) futuri rosei? Di sicuro, almeno per il momento, in Brianza sono tutti dalla parte del magnate russo, a maggior ragione dopo i colpi di mercato che hanno portato in biancoblu Hodge, Ukic e JaJuan Johnson, dando più equilibrio e sostanza ad una formazione che mira a vivere un torneo di assoluta tranquillità, magari con vista sui playoff, in attesa di costruire un futuro in grande stile.

Dimitry Gerasimenko

La tifoseria, che da una rapida indagine sui principali social network, sembra aver accolto favorevolmente il cambio di proprietà, non dovrebbe mettere troppa pressione in termini di aspettative: Cantù è una piazza dal palato raffinato e di grande cultura cestistica, da queste parti sanno perfettamente che la bacchetta magica non esiste e che questo tipo di processi richiede lavoro duro, tempo e pazienza. Inoltre la costruzione del nuovo palasport è una questione primaria che sta a cuore a tutti, non solo al nuovo proprietario, quindi c’è grande voglia di accompagnare il club in un graduale percorso di crescita, che metta al centro del progetto l’edificazione della nuova casa, mandando in pensione il mitico “Pianella” e consentendo alla società di compiere i passi giusti per poter tornare a competere concretamente e per lungo tempo con gli altri top club italiani, prima fra tutti la ricca Olimpia Milano con cui rinverdire il fascino degli indimenticabili derby scudetto di un tempo.

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