Reggio ha un grande pubblico e un bravo allenatore, una delle grandi menti del basket italiano ma ho un conto aperto con la Grissin e vogliamo vincere noi.

Le chiavi della partita saranno i rimbalzi, limitare i tiri da tre punti e controllare il ritmo della partita.

Video intervista a  Reggio Emilia con Phil Goss.

Sei noto per essere un giocatore degli ultimi minuti, sai accenderti nei momenti critici della partita, a parte la concentrazione mentale, come fai a essere spesso decisivo nei minuti importanti?

“Lascio che sia il gioco a venire da me, cerco di non forzare niente. Se divento caldo, so che sarò in grado di fare delle giocate per me stesso e per i miei compagni.

In questo momento della mia carriera la cosa più importante è vincere, quindi tutto ciò che devo fare per vincere sono pronto a farlo”.

Goss nel ritiro di Reggio Emilia

Goss nel ritiro di Reggio Emilia

Giochi sempre molto bene contro Reggio, hai fatto una serie di play-off molto buona nel 2013, serie conclusa in 7 partite, c’è una motivazione speciale per te quando giochi al Pala Bigi?

“Si ovviamente, sono la squadra che ci ha eliminato l’anno scorso dal finale scudetto, ho ancora ricordi di quella sconfitta in casa contro Reggio. Sono un buon team ho molto rispetto per i giocatori che hanno nel roster, ma è una questione personale”.

Che cosa pensi della partita di domani sera, quali saranno secondo te le chiavi dell’incontro?

“Prima di tutto i rimbalzi sia in difesa che in attacco, limitare i loro tiri da tre punti, sono una squadra molto pericolosa nel gioco da 3, giocare di fisico in difesa.

Se riusciamo a controllare il ritmo della partita, possiamo vincere. Ogni partita in trasferta in Italia è difficile. I Fans di Reggio hanno molta passione per la squadra, sono grandi tifosi, saranno molto rumorosi, sarà una partita entusiasmante e non vedo l’ora di giocare”.

Cosa ne pensi della squadra di Reggio, hanno fatto cambiamenti importanti mantenendo molti italiani più giocatori europei; è un team atipico senza americani, cosa ne pensi in generale?

“Finche vinci non ha importanza anche se schieri 12 giocatori italiani. La cosa più importante è vincere, il nucleo della squadra è composto da giocatori che sono insieme da un po’ di tempo, hanno molta esperienza. Adesso hanno alcuni atleti infortunati, hanno un buon allenatore, è uno delle grandi menti del basket italiano, non arrivi in finale se non sai esattamente cosa stai facendo, il coach è veramente bravo”.

Quali sono le caratteristiche principali di Venezia?

“Abbiamo una buona squadra, l’obiettivo di quest’anno era quello di competere per lo scudetto.

Anche noi abbiamo avuto infortuni, io, Peric e Mike Green, è stata una stagione di alti e bassi.

Siamo dove volevamo essere in classifica, sarà una sfida molto importante per noi per cercare di salire posizioni, stabilire una striscia vincente affrontando la parte finale della stagione”.

Hai giocato in squadra con Gigi Datome, quale e il tuo giudizio su di lui e perché’ non ha potuto avere un impatto nell’NBA?

“Gigi è come un fratello per me, ci siamo divertiti molto giocando insieme a Roma. Ritengo che se avesse voluto poteva rimanere nell’NBA, ma credo che voleva giocare di più. E ‘ stato uno dei pochi a livello mondiale che ha potuto realizzare il sogno di giocare in America. E’ rimasto un po’ di stagioni. Alla sua età e fase della carriera cestistica è più importante giocare che stare seduto in panchina anche se sei nell’NBA. Ritengo quindi che abbia fatto una decisione giusta. Sta avendo un buonissimo anno al Fenerbahce gli auguro tutto il meglio”.