Ecco la seconda del Recap della notte NBA, con le gare più “occidentali”.

SMOOTHIE KING CENTER, NEW ORLEANS. PORTLAND TRAILBLAZERS 101 – NO PELICANS 113
Da quando JRue Holiday ha potuto lasciare il letto della moglie convalescente e della figlia appena nata, il che è accaduto 3 gara fa, i Pelicans sono 2-1. Anche se nella prima gara JRue è solo andato in panchina. In ogni caso risuoni alto il bentornato a questo uomo, per ora estremamente fortunato, e gli auguriamo continui. Stanotte due Stelle si sono scontrate, e ha vinto quella di massa maggiore. Anthony il Monociglio (38-9-6) ha avuto la meglio su D-Lill (27-3-2), e abbiamo avuto la conferma che i Blazers, soprattutto in assenza di Aminu (tornerà a dicembre, dicono), siano per l’80% soggetti al rendimento di Dame. Che stanotte è stato ben difeso, ed è incappato in una nottataccia da 8/24. Dal canto suo, Holiday si è misurato in un partitone: 21-2-7 in 23 minuti sono sciccheria purissima, e si conferma T-Jones nel ruolo da noi inventato di “miglior acquisto estivo” con 15+7.

CHESAPEAKE ENERGY ARENA, OKC. BROOKLYN NETS 105 – OKC THUNDER 124.
Chesapeake Energy il nome della casa di OKC. Chesapeake Bay è in Virginia, una baia teatro di episodi importanti della Guerra di Secessione, e in cui alberga un’isoletta che ha la curiosa caratteristica di sparire e riapparire da sotto al mare, per una certa porzione della sua estensione. Ultimamente la porzione è aumentata e più che riapparire, scompare. Una giornalista che si è occupata del fenomeno si chiama Kate Kilpatrick, semplice omonima del giocatore che, con due liberi a metà terzo quarto, ha dato gli ultimi sussulti di vita vera dei Nets prima che venissero sommersi dai Thunder. Il break favorevole ad OKC è avvenuto in regime di Thunder de-Westbrookizzati, col Grande Gestore di Ogni Pallone in panchina e Oladipo-Kanter-Lauvergne (e un paio di sussulti di Abrines) in campo a fare la differenza. Per –Dipo 26-5-6, per RW tripla-doppia (30-11-13) e la connection franco/turcosvizzera a gemellarsi per 13 pti ciascuno, e un 8/9 totale da 2. Dopo una partenza-razzo con 40 nel primo quarto, i Nets segnano 42 nella somma dei due periodi centrali, arrendendosi dal minuto 30 in poi. Gemello Brook 22+4, il nostro Kilpatrick 10-2-2 e Yogi Ferrell sta continuando a conquistarsi minuti: seguite anche lui.

STAPLES CENTER, LOS ANGELES. SA SPURS 116 – LA LAKERS 107
Il padre, Bill, è uno dei miei giocatori preferiti ogni tempo, il figlio, Luke, corre il rischio di diventare uno dei miei coaches preferiti. Il suo “minutaggio socialista” per cui tutti, starters e non, giocano circa gli stessi minuti, è una delle grandi trovate tecniche della stagione, e pare che stia fruttando. I presunti derelitti Lakers, pur in tempo per affondare dato che la stagione è ancora giovane, hanno vinto già 7 gare e hanno record vincente. Spalmare i minuti rende la panchina di LA più forte e le gare più equilibrate, facendo dei Lakers una squadra non facile da battere sui 48 minuti di energia richiesta. Stanotte gli Spurs ci sono riusciti soprendendo i gialloviola alla ripartenza, con un terzo periodo da +15 dopo che a metà si era pari. Immenso Kawhi a 23-12-7, altri 6 Speroni sono andati in doppia cifra: segnaliamo, forse ispirato da un’atmosfera ben nota, la prima bella gara di Pau in Texas (16-5-2 con 2 stoppate). Nei Lakers notiamo una volta di più un grande Julius Randle a 13-9-7 e il solito Sweet Lou Williams che sa sparare in breve tempo: 24 in 27 minuti, con 9/13.

GOLDEN 1 CENTER, SACRAMENTO. LA CLIPPERS 121 – SACRAMENTO KINGS 115
Clippertown. Vi avevamo detto che essersi più o meno e finalmente e comunque sempre troppo tardi ufficialmente mandati “a quel paese” aveva raddrizzato i rapporti tra Paul, Griffin e Jordan. Ora arriva la conferma di Blake Griffin, che sostiene, nel postgame di Sacramento, che negli scorsi anni una partita come questa (grande vantaggio dilapidato nel quarto periodo) l’avrebbero persa, invece l’hanno vinta perché “mai come quest’anno siamo uniti e concentrati sul nostro obiettivo”. Quale che sia. I Clippers, come riconosciuto dal coach dei Kings, Joerger, hanno dominato la gara, e si sono solo addormentati a causa della propria manifesta superiorità. I Kings, per 3 quarti, sono stati solo il divino basket di Cousins (38-13-7), e poi, nel quarto periodo, dopo che anche Gay si era svegliato, hanno rimontato grazie a una grandinata di triple. Contrariamente al solito, i nervi dei clippertoniani hanno resistito, e portato a casa la W. Blake 29-7-6 e DAJ 16+12, ma spesso ridicolizzato da Cousins sia da fuori che in post basso.

PEPSI ARENA, DENVER. TORONTO RAPTORS 113 – DENVER NUGGETS 111 (OT)
Con coach Casey che sembra finalmente aver placato le sue smanie/pene riguardo al ruolo di forward da affiancare a Carroll, grazie al dinamico e iperenergetico Pascal Siakam, rookie from Camerun, i Raptors hanno fatto visita vincente ai Nuggets. Ma che fatica. C’è voluto tutto DeRozan a confermarsi, con il decimo 30+ su 12 gare, miglior marcatore NBA, e ci sono voluti anche un paio di favori che i grigi gli hanno offerto per pura noblesse oblige, come un and1 che avrebbe dovuto esser soltanto due spari dalla lunetta, a meno di 2 minuti dalla fine dei regolamentari. Il Subcomandante Lowry ha scritto 18 con 13 ass, e tra i 5 Raptors in doppia cifra c’è anche T-Ross, a 16, con 4 triple su 5, compresa quella della certezza della W. I Nuggets hanno mostrato un Mudiay immenso (25-6-9 con 10/18 al tiro), un buon Chandler e un discreto Gallinari, che al percorso netto dalla carità (13/13) oppone una via crucis dal campo (3/13). I supplementari sono stati abbastanza casuali in realtà, perché l’ultimo tiro di DeRozan ha ballato parecchio sul ferro prima di uscire.