Manca poco a Natale, e dunque è tempo di guardare a che punto è la situazione NBA.

Natale infatti è il primo momento di valutazione generale su come stanno andando le cose nella Regular Season. Vi presenteremo presto la seconda versione sia del Power Ranking (che vi preannunciamo molto politicamente scorretto) sia del primo aggiornamento del Mock Draft 2017: in questo NBA Report esaminiamo invece, oltre alle gare della notte, la situazione di classifica.
Eastern: dominio dei Cavs, più nella sostanza che nei numeri. LBJ & Co hanno vinto 13 delle prime 15 e poi solo 6 delle seguenti 10, ma nessuno ne ha approfittato; alcune squadre per manifesta impossibilità, altre perché bersagliate da infortuni al momento del confronto diretto. I Cavs hanno sempre vinto i big match, mentre hanno perso partite apparentemente abbordabili. Il particolare decisivo, al momento, è la classifica corta. Ricordate: noi seguiamo la Legge Peterson sulla Regular Season, quindi fino a dopo l’All Star Game guardiamo quasi solo la colonna delle sconfitte. Tra la terza (ora Boston) e la dodicesima (Orlando) ci sono solo 4 gare di distanza complessive e 5 sconfitte; tra Boston e la ottava (Indiana) una sola gara complessiva e 2 sconfitte. Dietro Cavs e Raptors, che hanno rispettivamente 5 e 4 gare di vantaggio sui Celtics, qualunque cosa pare possibile e al momento ci sono 10 franchigie in gara per 6 posti.
Western: situazione leggermente più definita, almeno per quel che riguarda le posizioni 1 e 2 e poi le posizioni dalla terza alla settima. Warriors e Spurs sembrano superiori alle altre, poi vengono i sorprendenti Rockets e gli sfortunati Clippers e Jazz, vessati dagli infortuni; sembra solida la nuova Memphis e una certa serenità può cullare anche i sogni degli OKC Thunder, ricordando sempre che non giocano a basket ma a Russ-Ball. La parte divertente arriva a proposito del posto 8, l’ultimo disponibile per i PO. Al momento è in mano ai Blazers, che però appaiono molto meno solidi rispetto alla seconda parte della scorsa stagione. L’incertezza della posizione è confermata dai numeri: solo 4 partite complessive dividono Portland dai disastrosi T’Wolves e Pelicans, e 5 partite e mezza sono il distacco che dovrebbero recuperare gli ultimi, i Mavs, per portarsi in PO Picture. Numericamente nulla di impossibile, dunque, e troviamo 8 squadre in gara per un solo posto: certo, si tratta di squadre che perdono con facilità e vincono pochissimo, ma sareste disposti a giurare sulla impossibilità di un rush da parte dei Mavs, che sono quelli meglio allenati, e con il più alto tasso di talento esperto? Noi no, anche se immaginare T’Wolves o Suns ai PO è davvero impresa difficile anche per il sognatore più ardito.
Ora, prima delle gare della notte, un momento di silenzio in onore di ClipperTown. La sindrome di Paolino Paperino ha colpito ancora, sotto forma della maledetta sfortuna che ha colpito il ginocchio di Blake Griffin. Dopo che il giocatore aveva messo insieme due notti orsono una gara da 26-7-7 contro Washington (gara persa con espulsione di coach Rivers, oltretutto), un esame per vedere cosa gli faceva sentire dolore sottile ma costante al ginocchio ha rivelato la presenza di frammenti ossei vaganti (loose bodies). Richiedesi intervento chirurgico, definito “minore” ma pur sempre tale da tener fuori Blake per 3-6 settimane. E intanto Houston non perde un colpo (10-0 nelle ultime 10) e li ha superati issandosi al terzo seggiolino del West.

BANKERS LIFE FIELDHOUSE, INDIANAPOLIS. WAHINGTON WIZARDS 105 – INDIANA PACERS 107
Se di mestiere giochi nella NBA e sei un centro, allora uno dei tuoi momenti preferiti sarà giocare contro la difesa di Marcin Gortat. Chi ha goduto in pieno del momento, stanotte, è stato Myles Turner (20+8 con 5 stoppate), che ad Indiana fa appunto quel mestiere, anche se è uscito dal college con il diplomino da pf. Il Polacco (21+13 di pura apparenza) è uno dei difensori più inguardabili della NBA, soprattutto 1 vs 1, ma anche nelle chiusure e sul p’n’roll non eccelle. E’ uno degli argomenti a favore di #freejohnwall. Se gli Wizards erano nel loro periodo di forma migliore da inizio stagione, lo stesso non poteva dirsi di Indiana, che in un certo senso non ha mai avuto, ancora, un periodo migliore. I Pacers sono altalenanti, discontinui, e, pur tornati in PO Picture, hanno anche loro problemi in difesa: subiscono 105 e segnano 104. La gara di stanotte è un tipico e perfetto esempio di come siano al momento le cose ad Indianapolis: hanno infatti preso 105 da Washington, e la differenza tra vittoria e sconfitta è il mezzo miracolo compiuto da Thad Young (12-11-2) sull’ultimo tiro a loro disposizione, infilando un runner mancino quando mancavano 2 decimi sull’orologio dei 24 e 9 decimi su quello finale. Nonostante tutto, i Pacers erano capaci di lasciare un ottimo tiro a Bradley Beal (22 ma 3/11 da 3), che però sbagliava la tripla: angolare e, lo ripetiamo, del tutto aperta. The Revenant 27-9-2 e bel duello tra pg, con Wall e Teague in doppia-doppia agli assists: 19+10 il prodotto di Kentucky, 23+10 l’ex Falco.

CHESAPEAKE ENERGY ARENA, OKC. ATLANT HAWKS 110 – OKC THUNDER 108
Quando parliamo di Russ-Ball intendiamo anche questo: è del tutto esagerato, secondo noi, che, a fronte della tripla-doppia mancata da RW (46-11-7), uno dei primi temi tecnici sviscerati dagli esperti di ESPN sia che il suo compagno Roberson abbia tirato 1/7 quando ha ricevuto la palla dal numero 0, e che 6 di quei 7 tiri avevano due metri o più di spazio; insomma, è colpa di Roberson se OKC ha perso? No, è colpa sua se Russ non ha fatto tripla-doppia. Il fuoco dell’obiettivo è puntato in una direzione sbagliata. Intendiamo anche che nell’ultima azione di Atlanta, terminata coi punti 109 e 110 ad opera di Millsap (30+11), 4 Falchi han toccato la palla. Basket. Poi, oggettivamente, se sull’ultima azione Westbrook sbaglia la tripla e Adams (6+9), catturato il rimbalzo, non capisce di non aver tempo per schiacciare e fa scadere il tempo, beh….Russ-Ball o Basket-Ball non fa differenza: resta una sciocchezza immane. Notte iniziata bene per le pg’s, e bene continua: Dennis-Deutscheland, titolare ad Atlanta, fa 31-5-8 con 10/10 dalla carità, e Jerian Grant, vice ad OKC, imbrocca una delle migliori della sua giovane carriera con 15-1-1 e 3/3 da 3.

UNITED CENTER, CHICAGO. DETROIT PISTONS 82 – CHICAGO BULLS 113
“Che volete che vi dica? Ci sono davvero cose da dire dopo una prestazione del genere? Embarassing…disgusting…unprofessional..”. Le parole del coach dei Pistons VanGundy, che include anche se stesso nel discorso, dopo la schifezza giocata da Detroit vs i Bulls. Anche se SVG non ha parole, possiamo dire che ai Pistons si è ….allargata la difesa. Quella che resta la seconda migliore della NBA, a 97,4 di media, ha tuttavia incassato nelle ultime 3 gare (3 sconfitte, ovvio) 330 punti, segnandone 277. Tre sconfitte abbastanza disastrose, delle quali la peggiore senza dubbio è stata quella di stanotte; un solo dato: at the half 79-44 Bulls. In una notte di pasti grassi, 7 Tori in doppia cifra, anche se nessuno sopra ai 20, perché coach Hoiberg ha offerto gloria e riposo a tutti. Segnaliamo 10-8-14 di Rajon Rondo, che ha pure avuto 2/3 da 3..tanto per dire che nottata sia stata. SVG ha annunciato cambi di line-up.

Nelle altre due gare, i T’Wolves respingono l’assalto dei Suns al loro 13’ posto in classifica con 28+15 di KAT, e nell’ultima della notte, a Denver, i Nuggets tengono sotto i Mavs con 27-15-9 (e speriamo che ad un ex allenatore ora commentatore italiano fischino le orecchie……), ripetiamo 27-15-9 di Nikola Jokic, oltre ai 14-2-4 con 4 rec e nessuna persa di Gallinari.