Domenica scorsa la mia JC ha vinto all’ultimo secondo a Reggio Emilia con un morbidissimo tiro in step back di Kuba Diawara, che per motivi strani ha indossato il numero 14 invece del 9 che avevano previsto per lui. A tutti noi casertani sono saltate le coronarie, per la vittoria rocambolesca e per quel gesto tecnico stupendo fatto da un omone colorato col 14 sulla schiena. Proprio a Reggio Emilia, 26 anni fa, un omone nero in maglia Juvecaserta numero 14, cambiandosi per andare in campo, si accorse di aver portato due scarpe da gioco, sì, ma due sinistre. “Oh shit!”, disse con una vocina stridula totalmente incongruente con la sua stazza. Ma subito dopo si mise le scarpette da tennis. Si, quelle con cui esci il sabato pomeriggio, potevano essere delle superga, o le all star. E giocò con quelle, a rischio di frantumarsi le caviglie. A risparmio? Sì certo, come no. 23 punti e 19 rimbalzi. E marameo con sorriso beffardo al coach che gli aveva dato del cretino.
Io uno così dominante a rimbalzo non credo di averlo mai visto in Italia.
Ecco, quel tiro di domenica scorsa con quel numero è stato come un saluto, solo che noi non lo sapevamo.
Non lo ringrazio per aver fatto diventare tutti i miei amici dell’epoca delle improbabili teste a scatoletta, nel vano tentativo di imitarne il taglio di capelli. Compreso Cristiano, che in questa foto è appeso alle sue spalle. Ma per tutto il resto sì. E con enorme, infinita tristezza.
Ciao “amphibious”, Signore degli Anelli. Mi hai regalato momenti incredibili, straordinari, esaltanti.
Abbraccia Davide per me, lassù, e andateci piano con gli scherzi.