Si avvicina l’AllStarGame week-end, e la frequenza delle partite va rarefacendosi nella NBA.

Poche partite, solo 3, ma molti temi: non solo le gare, ma anche lo ASG, gli infortuni e il mercato, con la trade deadline del 23 Febbraio, ore 15 della East Coast che si avvicina.
Vi abbiamo dato conto dello scambio Ibaka per Ross che ah portato l’Ispano-Congolese a Toronto e T-Ross in Florida. Non cambierà molto, ma ha elevato il livello di talento della front-line canadese, anche se Ibaka è giocatore timido, che, al di là delle ottime qualità, fatica sempre a trovare spazi in sistemi a forte trazione di centrocampo; con Lowry+DeRozan avrà gli stessi problemi, o quasi, che ha avuto con Westbrook+Durant a OKC. Ma di certo è un uomo in grado di offrire un argine a Tristan Trevor Thompson in vista di un possibile confronto vs i Cavs nei PO, alla Finale della Eastern Conference. Dove non è detto che arrivino né i Raptors né i Cavs. Sotto vi diremo che ne pensiamo, ma intanto dobbiamo registrare l’ennesimo infortunio di Kevin Love. Il Californiano di Cristallo ha visto interrompere da un problema al ginocchio sinistro la sua miglior stagione da quando è in Ohio. Dovrà sottoporsi ad artroscopia, starà fuori 6 settimane, rientrando, se non ci saranno complicazioni, ai primi di Aprile, per la fine della RS e i PO. Ovviamente non parteciperà allo ASG. Il sostituto più gradito da tutti, Embiid, è ancora out, anche lui bloccato da una contusione al ginocchio: data la fragilità del Camerunense, non verrà riattivato prima della totale sparizione anche del più piccolo dolorino. Una soluzione “interna” potrebbe essere gratificare un Cavalier, chiamando TTT, che meriterebbe la convocazione dato il suo assoluto (ma oscuro) signoraggio sotto le plance. Chi a New Orleans avrà un ruolo sicuro sulle tavole è invece “Il Re delle Triple”, aka “Mano Santa”, aka “Il Camion”: traducete in portoghese i primi due nomi ed avrete Oscar Schmidt; il terzo nome è detto in senso positivo (tipo: segna, ma prende anche un sacco di rimbalzi, inarrestabile) è copyright di Boscia Tanjevic. Oscar, di recente ripassato a Caserta, è stato onorato di una maglia da parte dei Brooklyn Nets, dai quali fu scelto nel 1984 quando erano ancora in New Jersey. Ha un solo serio antagonista (Dejan Bodiroga) nell’essere il più forte giocatore a non aver mai giocato nella NBA. Visto che abbiamo parlato di infortuni e di sosta per lo ASG, bisogna pensare che la squadra più contenta di avere un finesettimana di riposo siano i Denver Nuggets: oltre a Gallinari hanno altri 5 giocatori in Injured List. Mudiay-Chandler-Arthur-Faried-Plumlee: a parte Plumlee appena arrivato da Portland gli altri 5 hanno tutti avuto più di una presenza in quintetto, si tratta quindi di assenze importanti. Gallinari non vedrà campo prima di Domenica 26 Febbraio.
Ed ora le gare della notte.

UNITED CENTER, CHICAGO. TORONTO RAPTORS 94 – CHICAGO BULLS 105
Jared Sullinger stanotte è rimasto seduto tutto il tempo sulla panchina Raptors e in realtà, complice infortunio e relativa operazione, non ha giocato molto da quando in estate è arrivato in Canada da Boston. E nelle poche gare disputate si è pure accollato una discreta maledizione. Complici anche altri infortuni (DeRozan, Patterson, Carroll) da quando Sully è tornato in campo i Canadesi sono 4-11, e, da solidissimi al secondo posto nella Eastern, son precipitati al quinto posto, superati non solo dai Celtics, ma anche da Washington ed Atlanta. Ora che a Toronto è arrivato Ibaka, stesso ruolo, il tempo di gioco di Sully andrà affievolendosi ancora, e non è detto che rimanga agli ordini di coach Casey. Il quale, a cominciare dalle rotazioni furiose e spesso inspiegabili nello spot di ala da affiancare a Carroll, non ha sempre avuto la mente lucidissima questa stagione. Prova ne sia anche la gara di stanotte a Chicago, persa contro una edizione dei Bulls priva per infortunio di Wade e Mirotic. Le assenze son state ben compensate da una prova monstre per intelligenza e dedizione di Butler. Jimmy-B ha avuto una nottataccia al tiro(2/10), ma si è rimboccato le maniche andando a prendersi falli per poter segnare almeno dalla carità (19 pti, 15/19 ai liberi) , e poi servendo assists (12), e corredandoli di difesa (4 rec). Dedizione, intelligenza, difesa: sono le cose che servono per cercare di mostrare la strada agli istericissimi Bulls di quest’anno, squadra esplosa e poi ricomposta più volte, che, tra polemiche multe punizioni, è tuttavia in piena PO Picture dell’Est. Stanotte Chicago ha controllato quasi sempre la gara, rintuzzando i due ritorni dei Raptors nel secondo tempo. Per i Dinosauri 40 combinati del Dinamico Duo Lowry-DeRozan, ma molto nervosismo: denotato chiaramente dalla espulsione per doppio tecnico, mandando in posti non dicibili gli arbitri, racimolata da DeRozan. L’impressione è che, in un’annata in cui la competizione per il ruolo di “vice” dei Cavs ha elevato lo standard, i Raptors abbiano perso tutte le sicurezze degli ultimi 3 anni.

TARGET CENTER, MINNEAPOLIS. CLEVELAND CAVS 116 – MINNESOTA T’WOLVES 108
Che succederà a questi Cavs senza Kevin Love? Dovranno lottare di più, e forse andare con decisione su un altro giocatore: non è detto si tratti della pg chiesta e ri-chiesta da James, bensì di un giocatore di talento, uno potenzialmente da quintetto, indipendentemente dal ruolo. La possibilità di muovere il Prescelto in due ruoli rende il ventaglio di possibili tipologie abbastanza vasta. Meno vasto il parco giocatori disponibili, a meno di sacrifici clamorosi. In ogni caso, per tamponare la mancanza di Love, è stato assunto con un decadale Derrick Williams. Seconda scelta assoluta nell’anno in cui Kyrie fu la prima e TTT la quarta, il giocatore ha fallito finora le sue chances di NBA. Rilasciato dagli Heat è tuttavia quel tipo di giocatore (distratto, inutilmente funambolico, difesa incostante) che può trarre slo vantaggio dal mentoring di LBJ, che spesso si traduce nel detto: o giochi come si deve o fai i conti con me. Sia Williams (13+6 con soli 7 tiri) sia il sostituto naturale di Love nel roster, Frye (21-10-1 e 2 stoppate partendo in quintetto) hanno giocato molto bene. In ogni caso, i Cavs hanno mostrato senza Love gli stessi difetti denotati con il Californiano in campo: partenze pigre o distratte, recuperi decisi, ulteriori sonnellini che obbligano a nuove fatiche. E’ l’andamento esatto della gara contro i T’Wolves, che hanno avuto un grande Wiggins (41-3-2 con 1 rec e 16/29 al tiro), capace anche della tripla sulla sirena del terzo quarto che aveva impattato la gara a 93. Nel periodo finale, però, i Cavs tornavano a difendere (15 soli pti concessi a Minnie), e chiudevano la gara. Oltre a Wiggins, per Minnie, solita gran notte di KAT (26-8-4) e solita messe di assists con pochi punti da parte di Ricky Rubio (5-8-16 con 2 rec). Proprio il Catalano è uno dei possibili playmakers che potrebbero essere nel mirino dei Cavs. La squadra di coach Lue, infatti, è una delle pochissime che potrebbero non preoccuparsi della mancanza di tiro di Rubio.

STAPLES CENTER, LA. SACRAMENTO KINGS 97 – LA LAKERS 96
Nel derby tra la capitale amministrativa della California e la capitale morale e fattuale, la spuntano i passacarte. E proprio poco più che passacarte son stati i compagni di DeMarcus Cousins nei Kings: 40-12-8 con 2 rec e 1 stoppata per DMC. Minimo 56 punti su 96 creati dalle sue mani. Parliamo del miglior centro della NBA, carattere a parte. Nel quarto periodo i Lakers hanno provato a rimontare, in coincidenza del riposo e del rientro con la luna storta di Cousins: per LA il motore della rimonta è stato Lou Williams (29 pti nei 24’ concessi dal minutaggio marxista di coach Luke Walton), che ha segnato 10 nel periodo finale, cercando di emulare Isaiah homas come King in the Fourth. I Kings, che sono bravissimi nelle gare decise di stretta misura (8-5 nei confronti decisi da 3 pti o meno, l’unico bilancio attivo che hanno) hanno respinto l’attacco, anche se il finale 1/2 dalla lunetta di DMC ha concesso la tripla della speranza (vana) a SweetLou. I Kings si sono portati al nono posto del West, ad una gara e mezzo di distacco dai Nuggets: sono 6-4 nelle ultime 10 gare, il miglior bilancio insieme ai Mavs tra le cinque contendenti all’ottavo posto della Conference occidentale.