Soltanto tre gare nella nottata, con attenzione particolare al Dream Team della Baia impegnato in un tour di trasferte ad Est.

UNITED CENTER, CHICAGO. GOLDEN STATE WARRIORS 87 – CHICAGO BULLS 94

Dopo aver perso Durant, questo giro tra le arene della costa atlantica può essere veramente devastante per gli Warriors. Già sconfitti dagli Wizards, squadra più che mai attrezzata, lasciano un’altra L sul campo dei Bulls. Se a Washington senza KD era molto dura, a Chicago qualcosa di più sicuramente si poteva ipotizzare, ma una squadra ricca di talento e con rotazioni sempre più corte, senza la prima/seconda scelta in attacco perde di lucidità e velocità di esecuzione, fondamentali nel sistema di Kerr. I Bulls dunque impongono il loro ritmo, basso e compassato, fatto di tutta difesa, tenendo gli avversari a uno dei punteggi più bassi e uno dei quarti periodi meno prolifici dell’era splash bros+Kerr, da soli 14 punti. La confusione di GSW appare evidente dai 49 tiri in combinata dei fratellini, spesso costruiti male o non costruiti affatto, con l’ansia di dover mettere punti sul tabellone, incubo in cui è facilissimo incappare quando un sistema fatto di letture e di estemporaneità vacilla. La prova dei Bulls non è esattamente quello che definiremmo spumeggiante, ma vincere mettendola bene sul piano fisico, agganciando un record da 50% a questo punto della stagione  è comunque qualcosa dopo le tante incertezze. 22 di Jimmy Butler, 23 di Curry con 27 tiri, 17-13 per il migliore in campo Portis e 12 di Klay per qualche numero.

TALKING STICK RESORT ARENA, PHOENIX. CHARLOTTE HORNETS 103 – PHOENIX SUNS 120

La franchigia di MJ continua ad affondare, perdendo la settima volta nelle ultime dieci uscite. I Suns nelle ultime dieci hanno esattamente lo stesso score, ma nella notte sfoderano una buonissima prestazione collettiva, mostrandosi deboli soltanto alle penetrazioni di Kemba e tenendo buone spaziature in attacco, eseguendo i giochi in maniera abbastanza lineare ma efficace. Trainati dal motore mai scarso di potenza di Bledsoe vanno in doppia cifra abbondante in 6, con Booker unico (giustamente) ad avere licenza di sbagliare e di aumentare il volume dei tiri. Gli strappi più importanti i Suns li trovano in vernice, dove Kaminsky e Williams mostrano troppo spesso il fianco a Bledsoe, Booker e Chriss. Il rookie chiude a 17 con soli 9 tiri e 3 su 4 oltre l’arco, il lavoro del prodotto di Washington è fondamentale nel portare fuori dall’area Williams e lasciare quindi il solo Kaminsky, decisamente non un grande stoppatore, a proteggere il ferro. Non bastano dunque i 26 con 8 assist di Walker ed i 19 di Gregarione Williams a battere i Suns, aiutati dai 15 con 9 assist di Booker e dai 16-8 di Warren.

MODA CENTER, PORTLAND. OKLAHOMA CITY THUNDER 109 – PORTLAND TRAIL BLAZERS 114

I Blazers provano a rimanere nella scia dei Nuggets per afferrare un posto nella playoff picture. La gara sostanzialmente molto equilibrata lascia la W ai Blazers nel quarto periodo, in cui i Thunder hanno mostrato stanchezza e ancora qualche mancanza di equilibrio in seguito alle ultime trade. In questo senso Taj Gibson parte dalla panchina ma raccoglie meno minuti soltanto di Westbrook, venendo quindi ampiamente provato da coach Donovan. L’ex Bulls porta buona difesa e discreta intensità, ma ancora non perfettamente integrato, ci sentiamo dunque di aspettare un po’ di tempo ancora per giudicare davvero l’apporto di Taj a questi Thunder, che potrebbe essere comunque consistente. Dall’altra parte molto buono invece il contributo di Nurkic, che chiude con 18-12 e mostra di saper interpretare molto bene il suo ruolo, e forse non più limitato dall’esplosione di Jokic può essere un buon elemento nel supporting cast di Lillard e CJ. Sono proprio gli splash brothers meno nominati a decidere questa gara, in cui combinano per 51 punti, rispondendo ai 45 di Russ, accompagnato però dai soli Kanter e Gibson in doppia cifra.