Due gare nella notte per questo secondo turno di playoff NBA, entrambe a senso unico con grosse indicazioni per la serie.

QUICKEN LOANS ARENA, CLEVELAND. TORONTO RAPTORS 105 – CLEVELAND CAVALIERS 116

La gara di stanotte si dilunga oltre il previsto a causa dei grossi deficit difensivi dei campioni in carica. Il vero strapotere dei Cavs si è visto infatti solo nel primo periodo, in cui l’intensità della difesa è stata paragonabile a quella dell’attacco. Guardando a questo aspetto, la serie potrebbe essere più complicata del previsto per LeBron e compagni, anche se la quantità e qualità degli attacchi di LeBron e compagnia appare fuori dalla portata di Toronto. Le ultime finali di Conference avevano preso una piega diversa solo quando la serie era tornata in Canada, ma questi Raptors sembrano diversi. Sono serviti 10 assist, più pesanti dei 24 punti, di Kyrie per vincere, il Re si è dovuto scomodare invece per 35 punti e 10 rimbalzi, potendosi sedere molto meno di quanto avrebbe voluto. Nonostante siamo in piena postseason Toronto è una squadra nuova, Tucker si è comportato benissimo, mentre un Ibaka meglio coinvolto è consequenzialmente più preciso potrebbe fare la differenza in futuro. Bella prova anche dei lunghi di Cleveland, con TTT da 11-14 e Love da 18-9, che hanno annullato un Valanciunas poco impiegato ed ancor meno preciso. Il risultato migliore, e fondamentale ai fini della vittoria, della difesa di Cleveland è stato arginare DMDR a 19 punti e solo 5 tentativi dalla lunetta. DeMar DeRozan è il simbolo delle difficoltà dei suoi in questa serie, e più in generale delle squadre che ancora non si stanno adeguando ai nuovi ritmi, come vedremo anche nella prossima analisi. Per concludere coi numeri, i 20 punti con 11 assist, record carriera nei playoffs, del subcomandante Lowry sono stati l’arma più efficace degli ospiti nella notte.

AT&T CENTER, SAN ANTONIO. HOUSTON ROCKETS 126 – SAN ANTONIO SPURS 99

Se resti sulla stessa panchina per più di 20 anni fai la storia di una franchigia, ti prendi tutti i record positivi, ma purtroppo anche quelli negativi. Iniziamo dunque col dire che lo svantaggio degli Spurs all’intervallo (30 punti) è il più alto nella storia degli speroni in una partita di playoff. L’ondata dei Rockets non assomiglia infatti a niente che si sia mai visto a questi livelli, in pieno stile Golden State, ma protratta per due quarti consecutivi. Ritmo forsennato e percentuali irreali, i tiri di Anderson, Ariza e Harden sembrava non potessero proprio uscire, sebbene siano stati molti di più di quelli degli avversari. Dal momento che stiamo commentando una partita di pallacanestro, e non una gara di tiro a segno, bisogna andare un po’ dietro alle percentuali, vedendo da dove arrivano. Il capolavoro dei Rockets di stanotte, arriva principalmente dalla difesa, che ha stretto terribilmente l’imbuto in cui San Antonio tende già a chiudersi da sola. Una grandissima quantità di stoppate e deflections di vario genere hanno innescato la continua transizione di Houston, esattamente il momento di gioco che vogliono estremizzare. I vecchietti in campo tra secondo e terzo periodo sembravano aver capito qualcosa, Parker e Ginobili infatti hanno provato in più di un’occasione a forzare il ritmo anche in attacco, probabilmente consci di non poter giocare alle loro velocità ideali. Proprio per l’intelligenza e le capacità dei due senatori sovracitati e del santone in panchina, non ci azzardiamo a dare gli Spurs per sconfitti, anche se abbiamo raccolto qualche idea su quello che non devono far più succedere. Harden ha avuto marcature abbastanza degne del suo gioco, ma proprio per questo ha potuto liberare praticamente chiunque sia fuori che dentro il perimetro, anche i 14 assist non arrivano casualmente, quello tra le gambe per Capela arriva dalla fantascienza. Per gli sconfitti solo Kawhi ha superato i 20 punti, e solo Parker e Simmons hanno raggiunto la doppia cifra; per i roboanti vincitori invece 20 del Barba, 20-13 di Capela, 14 di Anderson e 23 di Ariza, che quando trova prestazioni del genere regala praticamente sempre la W ai suoi.