Ci dispiace ma ci siamo stancati. Manca l’ufficialtà ma Gordon Hayward lo sanno TUTTI, è un giocatore dei Celtics.

Vediamo alcuni retroscena.

 

CELTICS/HAYWARD. Ai primi di Luglio 2014, allo spirare del rookie contract di GH, Brad Stevens, che aveva appena affrontato la prima e difficile stagione a Boston ed era stato il coach di Hayward a Butler, scrisse un sms ai genitori del giocatore, informandosi su come andava la vita e chiudendo con un “chissà, fra altri 3-4 anni…”. Coach Brad ha ripetuto l’operazione ai primi di Luglio di quest’anno, con simili intenzioni ma anche opposte prospettive. I Celtics erano tornati alla ribalta, e GH stava sfogliando la margherita, dotata di petali 3: stare a Utah, andare a Miami, andare a Boston. Alla fine la scelta si è orientata verso la squadra del suo vecchio allenatore al college, una formazione in rampa di lancio ma non ancora del tutto arrivata, situazione che GH preferiva rispetto all’abbracciare una squadra favorita per il Titolo. Secondo le parole del padre, Gordon avrebbe trovato meno attrattivi i Celtics se avessero vinto la Finale della Eastern vs i Cavs. Hayward Sr. ha rivelato e pubblicato sui social media anche una storiella di atmosfera profetica che riguarda la foto che è anche il frontespizio di questo articolo. Si tratta della modifica di una immagine famosissima di metà anni ’80, che vede Larry Bird circondato da giocatori di Chicago sfidare il cuore del pitturato dei Bulls con MJ in volo a fianco del biondo di French Lick. Al posto di Bird c’è una chioma un po’ meno bionda con la maglia 33 e la scritta Hayward. Il fotomontaggio è opera di un amico della famiglia di GH, ed è stato fatto 2 anni prima che il giocatore nascesse. Ora nessuno può parlare dell’approdo bostoniano di Gordon perché l’accordo prevede che venga divulgato solo dopo la firma, un modo per mostrare rispetto verso i fans dei Jazz, che avevano dato vita ad un video con relativa campagna sui social per trattenere GH a Utah: la campagna si chiamava “Stay-ward”, e il video lo trovate qui.

https://www.youtube.com/watch?v=nVX-BihJKP4

 

UTAH JAZZ. Perso George Hill, perso Hayward, perso forse anche Favors, che ha molti estimatori in giro per la Associazione. Perso di sicuro anche Diaw, che, se non finirà in nessuna trade, sarà messo in lista waivers. E’ arrivata la firma di Jonas Jerebko, in uscita proprio dai Celtics, e quella di ricky Rubio, che almeno potrebbe incontrarsi bene con lo stile di gioco “modello Eurolega” di coach Snyder: la cosa non consola i tifosi e nemmeno lo staff, e i Jazz sono la formazione che più ha perso valore e competitività, finora, in questa offseason.

 

MINNESOTA T’WOLVES. La più migliorata? I Lupacchiotti di coach Thibodeau. Confrontiamo il quintetto dello scorso anno con quello che affronterà la prossima stagione. Rubio-LaVine-Wiggins-Dieng-Towns si è trasformato in Teague-Butler-Wiggins-Gibson-Towns. Parole non servono, basti dunque il numero di W che gli scommettitori americani hanno dato per puntare i vostri soldi sui T’Wolves: 47 e mezzo. Potete cioè puntare sul fatto che a Minnesota ne vincano 47 o meno oppure che sforino le 48. L’anno scorso sono arrivati a 31.

 

Mentre vi ricordiamo che, per le ragioni salariali ricordate nello scorso articolo, Ryan Anderson a Houston è ormai chiamato The Melo Stopper, poiché col suo contrattone da 20 MM a stagione ostruisce quasi del tutto la porta da cui Carmelo potrebbe e vorrebbe arrivare in Texas, ecco altri nomi dalla SL.

Uno che ogni estate fa sfracelli ma poi non riesce a trovare impeghi stabili nella NBA  è Bryn Forbes, pg di orbita Spurs. Anche quest’anno sta giocando ad alti livelli, ed è il capocannoniere del torneo con quasi 30 di media. Sembra che sia arrivato il suo anno. Sembra. Altra pg in bello spolvero è Larry Drew Jr, un tipo alla Ish Smith, che in 3 gare di SL ha avuto 18 assists e 6 perse, con un’ottima percentuale, dunque, nel rapporto assist/cavolate. Infine, ieri c’è stata la conferenza stampa del Commissioner Adam Silver. Oggi segnaliamo l’annuncio più importante: sono cambiate le regole su time-outs e tempi morti. Cade la differenza “Full TO” e “20 secs TO”: ogni sospensione durerà 75 secondi. Ogni allenatore avrà non più 9 ma 7 minuti a disposizione, per un totale massimo a gara di 14 e non 18. Rimangono 2 “TO televisivi” ma la loro durata non eccederà più quella prevista, come invece spesso accaduto in stagione. 15 minuti di intervallo lungo e 3 di intervalli brevi, e il minutaggio sarà applicato con severità draconiana: chi arriva tardi, subisce tecnico, liberi, palla agli altri. Infine, sempre nel tentativo di rendere meno eterne le gare, all’interno degli ultimi 2 minuti ogni squadra potrà chiedere non più di 2 TO (e questa è forse la variazione che avrà più impatto sul gioco), e, durante i tiri liberi, il giocatore che camminerà all’indietro e finirà oltre la riga dei 3 punti si vedrà cancellato il libero restante e la sua squadra ne subirà uno con palla a lato per gli avversari.