Abbiamo visto molte cose interessanti nella notte NBA. Ve le presentiamo fuori dalla banalità dei pensieri dominanti.

 

TD GARDEN, BOSTON. ORLANDO MAGIC 103 – BOSTON CELTICS 118

I Magic arrivano a Boston nel mezzo di una striscia perdente lunga già 6 partite, iniziata in casa proprio contro i Celtics. Contate 7. Era il BlackFriday, come immagino anche le vostre tv-pc-smartphone-tablet vi abbiano timidamente fatto presente, e dunque i Celtics si sono schierati in total black: a mia memoria, la prima volta che succede in casa. Ma posso sbagliare. Quel che non è opinabile è che, pur in una stagione a ritmi da MVP (per es. 100 nelle ultime 3 uscite), Kyrie Irving aveva finora giocato meglio in trasferta che al Garden: si è rifatto stanotte, con gara di velluto per 30 tondi con 9/16 dal campo e 10/10 dalla carità in 25 mins. I Celtics hanno azzannato la gara dall’inizio, dandosi la possibilità di giocare un quarto periodo inguardabile e di far riposare le Stelle. Alla fine il più impiegato è stato Rozier, back-up di Kyrie, che ha chiuso con 23-6-2, 1 rec e 8/11 dal campo (5/7 da 3). Il 17/27 delle due pg bostoniane dice anche della difesa non eccellente dei Magic sul perimetro. Solo Marcus Smart ha continuato a sparare a salve (1/7), ma ormai lui sta portando il proprio basket ad un livello quasi prescindente dal tiro, tanto è utile tutto quel che fa sul campo, né potrebbe essere altrimenti dal momento che risulta elemento indispensabile nella miglior squadra della NBA pur tirando 48/186 dal campo in stagione (26%..). L’inizio della gara è stato anche la sua fine: Boston parte con 7/10 da 3, Horford (che di ruolo gioca centro, 5-4-10 con 2 stoppate) serve 7 assists in 9 minuti nel primo periodo, Jayson Tatum (che di età fa 19) mette 3/3, e i Celtics chiudono il primo quarto in media per segnarne 160 e il primo half sulla via dei 146. Questi numeri, roba simile, li avevamo scritti solo per un’altra formazione, con Iguodala, fatte alcune ovvie differenze, nel ruolo di Smart: era il 2015, e ci trovavamo nella Bay Area all’altro capo degli U.S. of A.

 

QUICKEN LOANS ARENA, CLEVELAND. CHARLOTTE HORNETS 99 – CLEVELAND CAVS 100

Chi segue queste pagine da tempo sa che non siamo tra i fans di Dwight Howard (almeno di quello post-Magic), ma stanotte DH ha giocato una gran partita, e dobbiamo dire che, tra scelte dei compagni e decisioni dei grigi, gli è stata negata una W meritata. Sentirete anche dire che nel quarto periodo in gare recenti LeBron ha zittito Porzingis tenendolo a 1/6, Blake Griffin a 1/9 e che stanotte ha guidato la difesa dei Cavs a resistere nel finale vs gli Hornets. Vero in  parte, perché anche io saprei difendere se mi facessero scendere in campo con zappa e machete. Dove LBJ eccelle davvero è la metà offensiva del gioco: nel clutch time (ultimi 5 mins di gara quando le squadre sono separate da 5 pti o meno) è primo scorer NBA a pari merito con Irving (5.4 pti di media) e primo per % (66). L’ultimo quarto è terminato 17-17, e gli Hornets, cui sono stati negati almeno 5 fischi colossali, hanno messo anche molto del loro per perderla. Mentre il divoratore di liberi DH se la cavava bene (6/9 e 4/6 nel quarto periodo), erano altri a gettarne al vento ben 5/6: 0/2 Kemba (che ha un 88% stagionale), 0/2 MCW, 1/2 MKG. Inoltre, dopo aver preso 5 pti di margine (un fossato vero, in una gara simile) grazie alla politica del “nutri Howard”, si sono completamente dimenticati del loro centrone, ottenendo in cambio 3 piccioni senza casa di Kemba dall’arco (oltre a quello sull’ultima sirena), un paio di perse e un folle mid-range jumper di Kidd-Gilchrist, che non ha mai avuto un mid-range game nelle sue corde. Tra mille errori e palle perse (3 di LBJ che continua a credersi una grande pg, ma non lo è) i Cavs ammonticchiavano un punto qui e lì, grazie in particolare a JR Smith, approfittando del fatto che negli ultimi 3:40 di gara Charlotte segnasse solo un punto, quello dell’unosudue di Kidd-Gilchrist: molto contavano, senza la minima ombra di dubbio, i fischietti ingoiati da parte dei refs. In ogni caso, fischia di qua non fischia di là, ora i Cavs sono sopra al 60% di record e hanno agguantato il terzo posto nella Eastern Conference.

CHESAPEAKE NRG ARENA, OKLAHOMA CITY. DETROIT PISTONS 100 – OKC THUNDER 99

Domanda. Come può avere record perdente (e, nonostante quel che dice Kevin Garnett, ZERO chance di Anello) una squadra che ha: la seconda miglior difesa della NBA, un differenziale positivo di 5 in differenza canestri, 3 attaccanti devastanti, il MVP della passata stagione, uno dei migliori 5 difensori della NBA (pur quasi nullo in attacco), i primi due recuperatori di palloni della stagione (Westbrook 2.1, George 2.8)? La risposta arriverà, ma prima bisogna notare che ci si deve impegnare proprio tanto per rendere perdente un assemblaggio simile. Risposta: dipende da chi la guida in panchina (coach Donovan), in campo (Russell Westbrook) e da qualche bad habit ormai isopprimibile per età troppo avanzata e inidonea al cambiamento (Melo). Melo tira (stanotte 20+8 ma 9/24). Oggi come faceva appena entrato nella NBA, oggi come quando era nel pieno della efficienza tecnica e fisica, incurante di avere la % dal campo peggiore in carriera (e siamo solo ad un quinto di stagione), incurante del momento della gara, e del fatto di aver già preso, in una squadra con 3 punte di cui lui dovrebbe essere la terza, un numero di tiri che su 82 partite lo porterebbe a più di 2700 tentativi, quasi 200 in più di quanti tiri ha fatto lo scorso anno a NY (in 74 gare), quando era la prima punta. Melo tira, e ride; e se non ride litiga. Billy Donovan ha rotazioni e tempistiche nel chiamare i time-outs davvero curiose: spesso i suoi minuti paiono interrompere il flusso positivo (quando c’è) della sua stessa squadra, e le rotazioni non sono da meno. Spreme di solito RW per l’intero primo quarto, lo fa sedere ad inizio del secondo  quando schiera George insieme a tutta la second unit: fa questo automaticamente, senza riguardo per l’andamento della gara, cosa che stanotte ha per esempio causato un precocissimo (dopo appena un minuto di secondo quarto) terzo fallo di PG13. Russell Westbrook (27-11-11 con 3 rec, ma 5 perse, 10/29 dal campo di cui 1/10 da 3) ha ora un contorno decisamente più competitivo dello scorso anno, ma continua a giocare a RussBall. Oggi OKC era volata, al rientro in campo di George nel terzo periodo, a +15, ma RW ha gestito il vantaggio orrendamente, come spesso gli capita. Esempio: una cosa buona (recupero e canestro in contropiede) è stata circondata dalle seguente serie di nefandezze: prima del recupero una persa, dopo di esso altre 2 perse, un And1 concesso, un Flagrant 1 commesso, una tripla in contropiede sul ferro 1 vs 5. Il suo secondo posto stagionale nei recuperi si mette di fianco al suo secondo posto stagionale dal basso nelle palle perse (poco meno di 5 a gara, peggio solo Harden con poco più di 5). Aggiungete che in stagione solo 4 giocatori hanno almeno 15+ pti, 7+ rebs e 5+ ass: Lowry, Westbrook, Simmons e James, e Russell è l’unico ad agire in record perdente, al momento. Parlando di giocare a BasketBall e non a RussBall: sicuri sia la pg dei vostri sogni di vittoria? In tutto ciò il più danneggiato è PG13 (16-2-2 con 7/17, ma anche 5 rec e 3 stoppate), che però comincia a ribellarsi: visto spesso parlare senza aggressività ma anche senza dolcezza a RW, al coach, ad Adams. Stanotte OKC ha dato una rappresentazione esemplare di tutto quanto raccontato, e ha consentito a Detroit, che non a caso è ancora seconda ad Est, di riemergere dal baratro. Ma dei Pistons parleremo nei My NBA Hidden Secrets: vi diciamo solo che MVP è stato il nostro mirtillo preferito, Ish Smith, e che i liberi della W son stati infilati, sweet revenge, dall’ex Thunder Reggie Jackson (le due pg i migliori Pistoni…non è che anche la difesa di Russell…..?).

 

Le altre gare in fast-forward. Toronto andava ad indiana: i Pacers in serie positiva di 4, durante la quale avevano tenuto il 49% sia da 2 che da 3. W ad indiana nonostante (21 di Oladipo) nonostate i 27-10-8 con 3 rec del Subcomandante Lowry. Gran partita, ma non è più una novità, per Marco Belinelli, che scrive 15-2-5 (5 fondamentali nel quarto periodo) per la W dgli Hawks su NY: i Knicks (Jack 10-2-14) erano andati al riposo +10, ma con apporto quasi nullo dal pino han segnato solo 37 pti nella seconda metà. La concretezza dei Blazers (Lillard 34-4-9, Nurkic 29+15 con 4 stoppate) li mette al quarto posto nella Western Conference dopo la W sui Nets; Minnie perde male in casa subendo il 13/20 da 3 del trio Heat composto da Dragic-Ellington-Olynyk; come da copione Memphis continua a precipitare: senza il (purtroppo per tutti) frequent-injured Mike Conley sono 7 L in fila dopo il ko vs Denver (Jokic 28-13-8). I Pelicans paiono aver trovato assetto e continuità: ora sono settimi ad Ovest, con record di 11-8 e stanotte hanno passeggiato sui Suns con 42-19-8 e 15/24 al tiro da parte delle TwinTowers; infine, perso il primo posto ad Ovest da tempo immemorabile a favore dei Rockets, i Golden State Warriors si son rimessi in marcia sfogando la rabbia contro i poveri Bulls, seppelliti 143-94, dando riposo sia a Green che a KD e ottenendo 62-11-5 con 24/35 (9/20 da 3) dagli Splash Bros.