5 gare nella notte NBA.

Sono state esempio di come la vita quotidiana, in cui le persone muoiono, nascono e rinascono, intersechi spesso la stagione della lega più massacrante, giocata in 8 mesi che possono essere pieni di un numero di partite fino a 110.

La foto di copertina è un omaggio a Rasual Butler, 14 anni di carriera NBA, morto la sera del 31 Gennaio in un incidente stradale, insieme alla moglie Leah LaBelle. Butler ha avuto una carriera impreziosita da una penultima stagione incredibile, giocata lasciando agli annali dei Washington Wizards medie non enormi (8+3), ma densa di giocate determinanti.

Da Washington quindi partiamo per la W dei Capitolini sui Raptors (122-119). Wizards e Pacers (6-4 e 7-3) sono al momento le uniche due squadre tra le prime 9 della Eastern Conference ad avere nelle ultime 10 gare record superiore al 50%. Stanotte la gara è stata tirata fino all’ultimo ed è vissuta di parziali. Nel solo quarto periodo: 12-4 Washington, per un +7 a 6 mins dalla fine; 3 minuti a marca Lowry (29-5-5 con 3 rec) generano 14-4 per riportare TOR avanti: 106-110 a 4’ dal termine; segue siccità rettile, 9-0 Wizards sigillato da una tripla (unica su 4..) di Gemello Markieff (15-7-2 con 1 rec) e da lì guerra di liberi per la W casalinga. Wizards privi fino a metà marzo di John Wall, con il Ceco Satoransky (10-3-4 in 28 mins) a tenere bene il campo, e Bradley Beal a cercare di rendere meno indecente aver usurpato a Goran Dragic il posto allo ASG (27-6-6 con 3 rec e una stoppata: 0/7 al tiro nel primo tempo e 9/13 nel secondo). Dopo la morte, vita e rinascita: oltre a CJ Miles, Toronto mancava anche di Fred VanVleet, assente per congedo parentale dato che martedì è diventato papà; sempre negli Wizards, complice ancora l’assenza di Wall, avrà molto più spazio Tim Frazier (3-1-5), potenziale Stella rovinata da un infortunio terribile al tendine d’Achille all’inizio del terzo anno a PennState: nel 2009,  quando entrambi iniziarono a giocare nella NCAA, Frazier non era reputato meno di Wall; come tante altre visioni, anche il ritorno al basket di alto livello di Frazier è passato da Danny Ainge, che lo volle nel D-League team dei Celtics nella stagione 2015, in cui Frazier fu il MVP della DL.

 

A Detroit invece hanno urlato BLAKE SOME NOISE, per il debutto di Griffin nei Pistons. Per la sofferta (104-102) W su Memphis (Gasol 19-14-2) la Little Ceasar Arena, tanto per cominciare, era più piena del solito, e, cosa sempre gradevole per i fans, i Pistons hanno vinto. Seconda in fila per Detroit dopo la W sui Cavs: ora sono 2-8 nelle ultime 10, tanto per spiegare che momento stavano attraversando e perché abbiano agito sul mercato per portare Griffin a casa di Eminem. Blake ha scritto 24-10-5 con 2 stoppate (una fondamentale sul 96 pari) e i 5 assists hanno avuto 4 volte 3 punti come esito: il fatturato allargato di Griffin è dunque 38 pti.

Primo KO (89-108) dell’interim coach di Milwaukee, Puntry: arriva fuori casa contro la difesa dei T’Wolves, che hanno messo subito le cose in chiaro obbligando i Cerbiatti a soli 39 pti nel primo half; per Milwaukee migliore Middleton (appena nominato Player of the Week con quasi 26+6 di media e soprattutto il 63.8% dal campo; stanotte non male ma brutte percentuali, 21 con 20 tiri), mentre tra i Lupi solo 2 in doppia cifra (Butler 28-4-6 e KAT 24-11-3).

Un punto meno dei Bucks hanno segnato, sempre nel primo tempo, gli Spurs, rendendo vana la loro ormai proverbiale difesa sul perimetro: Rockets (assente Eric Gordon) obbligati a 102 (12 sotto media) e a un normale 33% da 3, ma se non segni mai (91 con il 42%)…migliore Sperone Danny Green (22-6-3 con 3 rec, e 9/18 al tiro: tolti lui e Aldridge Spurs 18/50 al tiro), migliore Razzo Harden (28-2-11 con 2 rec e 2 stoppate).

Per finire la partita più bella, animatasi nel quarto periodo: Denver vittoriosa in casa vs OKC, 127-124. L’ultimo quarto inizia con i Nuggets up big: +15. Quintetti: per Denver, Mudiay-Craig-Barton-Lyles-Faried; per OKC, Felton-Abrines-Huestis-Grant-Patterson. Ovviamente con 12 mins da giocare nessun coach la mette persa, ma questi due quintetti lasciavano presagire un prolungato garbage time. Invece le Pepite (Mudiay+Faried in particolare) combinavano disastri e i Thunder (Felton+Grant in particolare) facevano molte cose bene, fino a resuscitare la gara: 110-100 Nuggets quando con 8’ da giocare inziavano a rientrare i titolari OKC: prima Westbrook e Adams, poi dopo un altro minuto PG13. Proprio Paul George inizia i minuti infuocati: 3/3 appena messo piede in campo, poi 7pti di Westbrook, poi altro 3/4 di George, con due triple tra cui quella del 124 pari quando mancavano 1.4 secs al termine. Denver riusciva a resistere solo grazie ai miracoli di Jamal Murray. Se lo show di George era da ammirare ad occhi aperti, lo stesso vale per il 5/5 con cui il secondo anno uscito da Kentucky ribatteva colpo su colpo. Murray insieme a Devin Booker è uno dei primi 10 giocatori della NBA del prossimo futuro, ed è anche cresciuto di un paio di cm dal giorno del Draft 2016. 124 pari, dunque, 14 decimi di secondo da giocare: ecco, anche nella foto allegata, il motivo per cui RW non vincerà mai nulla. La difesa che sta applicando è sensata in una situazione di metà gara, non sull’ultima rimessa con potenziale tiro da 3 in arrivo per la W. Harris, che dovrebbe essere marcato da Westbrook ed è tiratore da 39% in stagione oltre l’arco, è già liberissimo solitario indisturbato e non sente addosso mani o corpo, nulla. Ovviamente infilerà la tripla.

Ci si metterà anche un po’ di wrestling tra Wilson Chandler e Jerami Grant, che cadranno a centro area e sono a sx nella foto, ma la difesa di RW è colpevole e penosa. George 43-5-5, Murray 33-3-5, Jokic 29-13-14, e altra cartolina alla casella postale RAI di Stefano Michelini.