Giovedì prossimo scade la trade dead-line: è periodo di gran lavoro per i GM nella NBA.

E’ anche la prima volta che il limite per gli scambi cade prima dello AllStarGame, e in ogni caso si continua a giocare: 9 le partite in programma, ci occuperemo delle due che vedevano coinvolte le squadre protagoniste delle trades, più un’altra.

A Boston doppia gioia: W su Atlanta (119-110) e arrivo di Greg Monroe. Il giocatore, appena transato con i Phoenix Suns, ha firmato coi Celtics: contratto da 5 MM$, scadenza a fine stagione; per Monroe Boston utilizzerà parte della exception di 8.4 MM$ (alcuni dicono 8.5 altri 8.6, misteri della contabilità) relativa all’infortunio di Gordon Hayward, che, nel caso, potrà comunque tornare in campo e giocare insieme a Monroe. Tecnicamente Monroe è lo scorer che mancava a Boston. Forse molti lo attendevano nello spot di sg, ma Greg ha probabilmente i migliori piedi per giocare in post-basso della intera NBA, sulla metà campo offensiva, e può giocare sia insieme ad Horford che a Baynes e Theis. Attaccante e realizzatore naturale, nonostante gli ultimi due anni deludenti ha mantenuto medie-carriera di 14+9, arrotondando. I suoi difetti sono difesa e passività: onestamente non è tra i primi 50 giocatori che diremmo adatti al sistema di coach Stevens, ma, se il coach e Danny Ainge lo hanno scelto, rispettiamo le loro visioni. Anche perché, a proposito di Ainge, stanotte Terry Rozier ha confermato che Danny ha poteri particolari. Scelto tra i buuuuu di tanti tifosi, questa pg molto guard e poco point, alla prima apparizione in quintetto (la scorsa gara vs NY) ha messo a segno una tripla doppia, e alla seconda il proprio career-high (31-7-2 con 2 rec e 6/8 da 3, iniziando la gara 6/6 dal campo con due triple). Rozier non è un point-man alla Steve Nash (il 75% delle sue palle perse viene da passaggi andati male: anche stanotte 2 perse, entrambe nel primo quarto, entrambe su tentativi di scarico), ma sa guidare la squadra, e poi è, pound for pound, uno dei primi 5 atleti della NBA. Il suo atletismo lo porta ad essere spesso tra i migliori rimbalzisti della squadra, e guardarlo giocare con naturalezza piegato a 40 cm da terra è davvero uno spettacolo. Stanotte a Boston mancavano praticamente tutti: solo 11 a referto, e di essi ben 7 erano rookies. Per questo qualche problema iniziale a venire a capo degli Hawks, poi gara senza storia dal terzo quarto in poi. Ovviamente se un rookie è Tatum (27-4-3 con 4 rec e no perse) aiuta. Gli Hawks hanno avuto la partita della vita da Taurean Prince (31-8-2 con 3 rec e 5/9 da 3, con partenza 3/3), un buon Beli (15 con 8 tiri, il Beli è il terzo miglior tiratore di liberi della NBA col 93%) e il solito Schroeder (25 col 50% al tiro): sono deboli ma intensi e ben allenati, per esempio sono al primo posto NBA per punti realizzati dalle perse altrui (18.8).

 

L’altra trade di giornata ha riguardato Nikola Mirotic, che ha lasciato Chicago per approdare a New Orleans. I Bulls hanno ricevuto tre veterani: Asik (C), Tony Allen (Sg), Jameer Nelson (Pg), una seconda scelta (swap 2021), una prima scelta (se 2018 protetta 1-8, se 2019 protetta 1-5, se 2020 non protetta); oltre a Mirotic i Pels avranno la seconda scelta 2018 dei Bulls. Trade che libera i Bulls di un contratto medio-pesante e facilita, con la prima scelta ottenuta, il rebuilding; per Nola si tratta di riempire, con un giocatore di altro ruolo ma enormente efficace oltre l’arco, il vuoto lasciato da Cousins. Nel frattempo, i Pelicans, trascinati da Anthony Davis che a volte ha davvero poco di umano (43+10), da un Rajon Rondo in serata “ok, oggi mi va di giocare” (7-7-13 con 4 rec) e da E’Twaun Moore infallibile da 3 (4/4, per un totale 10/14 e 26-4-1) han violato la Chesapeake Arena, che sarebbe l’Arena di OKC  (100-114). I Thunder si son resi protagonisti di un altro suicidio allucinante. Portati sopra di 16 dalla stessa second unit che aveva riaperto la gara di ieri vs Denver (Felton-Huestis-Abrines-Grant-Patterson), al rientro dei titolari si sono progressivamente inabissati, dilapidando tutto il vantaggio e venendo sorpassati dopo 2 mins di terzo periodo. Le 9 perse di Westbrook e i suoi 6 piccioni senza casa e senza senso da 3 sono una buona fotografia per una lecita domanda: come mai tutti migliorano quando lasciano OKC e RW (Durant, Oladipo, Sabonis gli esempi più recenti) e tutti peggiorano quando arrivano (Oladipo, Melo, George, Patterson)? Per l’angolo del coach: la brutta gara di George (15 con 4/16) ha come origine la bella mossa di coach Gentry, che ha piazzato sull’ala dei Thunder un giocatore più piccolo (non di troppo) ma tosto come JRue Holiday: non conosciuto come grande difensore, stanotte lo è stato.

Infine: non è una trade ma un ritorno al gioco quello di Jabari Parker. Nei Bucks vale come una mossa di mercato azzeccata, e infatti stanotte nella W di Milwaukee per un soffio vs NY (92-90, un solo paniere, Antetokounmpo, negli ultimi 2 mins), i suoi 12+3 in 15 mins han contato eccome: lui l’unico Cerbiatto in doppia cifra, oltre allo Pterodattilo Greco (29-11-2 con 3 rec e 2 stoppate) che ha vinto la sfida contro l’Unicorno Lettone (17+7 con 2 stoppate).