Marco Belinelli ha firmato ieri con i Philadelphia 76ers, una delle 3 franchigie che vi avevamo anticipato 3 giorni orsono.Stanotte vs i Knicks il Beli è andato in panchina, ma non se ne è alzato, perchè non ha ancora svolto nessun allenamento con il suo nuovo team.

La gara è stata una simpatica passeggiata, dopo il 9-9 dei primi 4 minuti: parziale di 13-4 per i Sixers e primo strappo, poi rinnovato nonostante un tentativo di reazione di NY nel secondo quarto e 108-92 finale per Phila. La partita è stata tutt’alro che memorabile, resa interessante solo dall’inizio folgorante di Ben Simmons (13-6-6 con 4 rec, 3 stoppate, 6/8 al tiro) che gioca con maturità e compostezza da veterano e dalla super-prestazione di TJ McConnell (10-10-11 con 6 rec, nessuna tripla tentata, 5/11 dal campo), guarda caso proprio l’uomo che potrebbe risentire di più dell’arrivo del Beli. TJ, grande speranza del playmaking bianco, terzo anno da Arizona U., è un buon giocatore, che risente di un fisico cosìcosì e del fatto che pare sempre sul punto di decollare definitivamente senza mai farlo per davvero. E’, per esempio, recentemente entrato direttamente al primo posto nella classifica % del tiro da 3, con il 51.1%. Il motivo per cui non era presente prima è che non aveva scoccato abbastanza tiri: ha raggiunto il numero legale di triple tentate sabato scorso, nella W vs ClipperTown. Il 3/3 lo ha portato a un 23/45 stagionale, che stanotte non è però stato incrementato. I limiti fisici e il gioco di TJ che è più amante delle penetrazioni che dell’arco, hanno reso necessario l’approdo di Belinelli alla corte di Brett Brown. E probabilmente i minuti di McConnell subiranno una ulteriore piccola limata. Noi in un certo senso lo speriamo, perchè significherebbe tanti minuti e buon rendimento per Belinelli, passato dall’ultima squadra dell’Est ad una che, a meno di tracolli, farà parte della Playoff-Picture della Eastern Conference: i Sixers sono settimi con 3 partite di vantaggio sulla nona ed una e mezzo di svantaggio sulla sesta. Un’ottima piazza per il Beli, allenato oltretutto da un coach che ha speso una dozzina d’anni a San Antonio, luogo fatato per il giocatore italiano: Marco approdò a San Antonio l’anno dopo che Brown aveva assunto il ruolo di head coach a Philadelphia.