Ogni estate ha il proprio colpo di coda, cominceremo con quello.

Russell Westbrook andrà sotto i ferri per un intervento in artroscopia al ginocchio destro. Salterà tutta la pre-season e probabilmente anche le prime 3 gare, mancando la sfida infuocata contro KD nella opening night alla Oracle Arena.

Russell e la sua visione tunnel sarebbero stati in ogni caso protagonisti di questo terzo ed ultimo riassunto dell’estate NBA, con un parallelo di cui rendiamo nota l’iniziale paternità: Colin Cowherd, commentatore sportivo molto in voga in USA. CC è uno dei maggiori (se non IL) sherpa di LeBron James, un rapporto a volte imbarazzante, simile a quello Guido Meda / Valentino Rossi, ma  riguardo RW ci troviamo d’accordo con lui. Westbrook non gioca a basketball ma a RussBall, ed eccelle in caratteristiche (rimbalzi per esempio) che non sono esattamente richieste dalla perfezione ideale del suo ruolo, non rende i compagni migliori (Oladipo è passato da incapace a AllStar lasciando OKC) e non invoglia i giocatori a restare ad OKC (KD-Ibaka-Harden hanno salutato i Thunder non solo per ragioni salariali). Cam Newton (quarterback dei Carolina Panthers, NFL) ha molto in comune con Russ. Eccelle in una cosa non proprio necessaria (yards corse), le stats sono molto migliori dell’effettivo rendimento in campo (negli ultimi due anni pochissimi minuti nei PO per entrambi), il rapporto coi media è spesso antipatico, e anche Cam ha una visione piuttosto solipsistica del proprio ruolo nel mondo. Tuttavia entrambi sono talenti e atleti eccezionali e se si dessero una disciplina sarebbero in grado di raccogliere molti più risultati, se non dominare. Nella Week1 della NFL appena iniziata, Newton ha giocato una partita sontuosa per concretezza e concentrazione, non ha buttato quasi mai via il pallone, e ha lanciato un avvertimento alle altre squadre. Soprattutto per l’atteggiamento. Le prossime giornate diranno se continuerà, ma la prova di Cam ci ha fatto sorgere la domanda: e se? E se RW si comportasse come Cam? Salterà qualche gara all’inizio, ma per la prima volta ci sono alcuni indizi che possono fare pensare che qualcosa ad OKC possa cambiare. RW ha passato un’estate serena, senza polemiche, liti, frecciate. Per la prima volta nell’ultimo quinquennio una Star ha deciso di restare ai Thunder quando tutti erano certi anche lui avrebbe alsciato, dopo una stagione pietosa per la squadra con tantissime colpe sulle spalle di Westbrook: Paul George. Facendo ipotizzare la mossa che da tempo chiediamo a Sam Presti: a RW è stato affiancato un vero point-man,  e un vero talento: Dennis Schroeder. E…se?

 

Parliamo ora di Team USA. Dopo Coach-K ora la guida è di Popovich, che ha convocato a fine Luglio 35 giocatori NBA per il primo raduno da lui condotto. Per capirci: il quintetto probabilmente peggiore ricavabile da quei 35 è: Isaiah Thomas – Eric Gordon – Harrison Barnes – Tobias Harris – Kevin Love. Ricordiamo che, in caso di finestre di qualificazioni varie o altre manifestazioni FIBA secondarie (Panamericani o simili), gli USA mandano una formazione di estrazione variabile che con un filo di gas o si qualifica o vince il torneo. Grazie alla loro eccellenza e al fatto di vincere quasi tutto quasi sempre sono al di sopra delle bagatelle federali di ogni livello. Arriviamo dunque a chiudere l’estate parlando di Azzurra, che gioca stasera vs la Polonia. In un’epoca in cui l’onestà, nel linguaggio e nella considerazione popolare, è diventata un pregio anziché una caratteristica dovuta, era ovvio che una qualche sfasatura simile e non meno dannosa colpisse anche il basket. Quindi chiariamoci: la “voglia” non è il primo requisito per andare in Nazionale, né lo sono il cd “amore patrio / per la maglia”, l’essere un “bravo ragazzo” o cantare l’inno con sguardo guerriero. Il primo fondamentale requisito è essere forti a basket. Inoltre, come ben sanno la FIBA e tutte le Federazioni, FIP compresa, le Nazionali sono ben lontane dall’essere il top del basket. Se lo fossero, non ci sarebbe bisogno di finestre, ricatti, sanzioni, minacce di esclusione dalle Coppe eccetera. Nell’ultima conferenza stampa post-partita a TelAviv 2017 coach Messina disse: se e quando ci sconfiggeranno in questi Europei, saluterò la Nazionale e tornerò contento in un mondo libero da irragionevoli pastoie. Un sistema (FIBA) che crea regole per  attaccarne un altro superiore in tutto (NBA) fa solo il proprio danno. Ed infatti l’Italia non avrà due elementi del quintetto base. Belinelli e Gallinari hanno fatto benissimo a privilegiare la NBA con una scelta di lavoro che non ha nulla a che fare con la “voglia”; restano Italiani quanto ogni altro e non diventano traditori, pur con comportamenti differenti (sempre sottotraccia e lineare il Beli, molto meno il Gallo). Infine: apprezziamo l’idea di basket di coach Sacchetti, ma apprezzeremmo anche un coach che non usasse la tecnica delle frecciatine a mezzo media.