L’iperattivo Giani Petrucci dorme poco la notte, e nella prospettiva di una terza carriera, quello di presidente della Rai, fa apprendistato nel mondo della televisione – assieme al collega del tennis – stanziando 2,5 milioni di euro che sembrano non trovare la minima giustificazione per la Corte dei Conti, in quanto “capitolo di spese” non pertinente fra le voci della preparazione olimpica stretta, promozione, sviluppo, organizzazione, impianti, aiuto alle società su tutto il territorio.

Quale potrebbe essere dunque la mossa astuta per scaricare dal bilancio il passivo della gestione degli arbitri (reclutamento, addestramento, equipaggiamento, rimborsi spese, assicurazioni, impiego, formazione e costo del quadro dirigente, etc) e usare queste risorse per altre priorità?. Riferiscono che parlando con un dirigente di club ( si tratterebbe del sassarese Sardara, uno in carriera tanto da piazzare nel board anche il fratello revisore dei conti) Petrucci abbia buttato là l’idea di trasferire gli arbitri armi e bagagli a Legabasket. Che sarebbe ingolosita. Notizia giornalistica interessante, che a scanso di smentite, è stata verificata con un presidente di A.

Tutto comincia così. “SuperGianni” (si chiamerà così il canale Tv della Federbasket?) in parallelo a questa sua idea, invia una lettera ai presidenti di A alla vigilia della loro assemblea richiamandoli a un senso di responsabilità in questo loro momentaccio e non solo per le società in dissesto, ma per l’illustre arresto senese : avevano un presidente fino a giugno, l’hanno impallinato designando il “dominus” al loro interno trascurando fatti seri, la perquisizione a tappeto con sequestro di contanti, voci su fatti che andavano ben oltre il chiacchiericcio, un’indagine della Magistratura di quelle toste, dalla gestione del club alla vendita del marchio, e non è finita: la denuncia dei soci “per bancarotta fraudolenta e falsa informazione societaria” .

In ogni caso, la vera notizia della lettera sarebbe contenuta in un passo molto semplice, quello di far sapere ai presidenti che la Convezione è scaduta. Si parla di un milioncino nei tempi in cui il “dominus” faceva tremare la Fip di Maifredi e Meneghin, 800mila circa – se non sbaglio – primo importante atto della “presidenza Petrucci” per tacitare i boiardi.

Si tratta di prendere due piccioni con una fava. Negli ultimi 7 anni (2005/2012) di fatto gli arbitri sono stati gestiti dalla Lega con un Consulente per i Problemi Arbitrali (designatore + osservatore) che ha agito in altri ruoli (designatore solo nella stagione 2009-2010) pagato circa 60mila euro totale nel bilancio – si parla – di circa 380 mila euro. Anche i quota Fip un contributo di 10 mila euro alla Lega, e a carico della Fip anche i rimborsi, una cosa curiosa perché lavorava per la Lega, dal giugno 2005 al 5 dicembre 2010 per “subornare” il co-designatore federale pagato invece con un cachet di 100 euro e rimborsi. Che guazzabuglio!

Risultato?. Dopo il danno (polemiche, convulsioni interne, Baskettopoli…) anche la beffa (un passivo di bilancio alla voce arbitri fra costi e insufficienti entrate dalle multe che, per partita di giro, vengono restituite alle società , almeno fino alla vigilia del ritorno di Petrucci, attraverso la Convenzione . Si trova modo di non dare nell’occhio considerando la cifra un incentivo alle società per chi fa giocare gli italiani, voce oggi non più lecita ( ma anche retroattiva?) secondo le norme-capestro della Comunità Europea che ha dato una tirata d’orecchi al CONI. L’unica classifica dove Siena non primeggiava, o almeno… alla rovescia perché negli anni degli scudetti ha giocato sempre con uno straniero in più, italianizzato o oriundo poco importa.

Quindi, se il ragionamento fila, SuperGianni risparmia sull’ “aiutino” trasferendo gli arbitri a Legabasket e revocando la Convenzione (più che mai “non legittima”, che contraddice la linea Spending-Review del Governo.

E siccome il presidente plurimandatario è scaltro come Richelieu, investe i soldi risparmiati nel nuovo giochino Tv e tacita i club che hanno fame di soldi, non li vuole diseredare del tutto acquistando i diritti per le loro partite (secondi diritti?) per confezionare un palinsesto appetibile per avere pubblicità (altra voce d’impresa sulla quale il Governo potrebbe opinare).

In tutta questa operazione, per quanto riguarda la nuova casa degli arbitri i vantaggi sono inesistenti, mentre sugli svantaggi si potrebbe scrivere un trattato e mica “brisa per criticher” come dicono in Romagna e ve li proponiamo:

– Evidente venire meno del fondamentale concetto dell’imparzialità degli arbitri non più pagati da un soggetto terzo, quale la Federazione; il soggetto terzo è la Lega: quindi pagati dalla Lega potrebbe essere minata l’imparzialità degli arbitri, e in assemblea di Lega a fine stagione, si finirebbe con liste di proscrizione delle varie società sugli arbitri indesiderabili

– L’eventuale responsabile dei fischietti sarebbe “chiamato” in ore notturne (come la telefonata di Minucci a Garibotti, verbali di Baskettopoli, sulla quale la Fip ha sorvolato) da questo o quel dirigente per avere quell’arbitro o quelle garanzie arbitrali….. Film già visto! Risultato: non avendo più l’arbitro la necessaria tranquillità e indipendenza di giudizio per fare le sue scelte.

– La Lega non ha interesse a far crescere il movimento arbitrale creando giovani arbitri in grado di diventare internazionali o buoni arbitri nazionali. Vuole il prodotto finito, ossia arbitri già esperti e maturi. Ciò porterebbe a non creare più nuovi arbitri in serie A, poiché le società preferiscono avere un fischietto di 54 anni rispetto ad uno di 35…

– Gli arbitri già sono professionali, lo si vede da tante cose, non ci sarebbe più la stessa spinta motivazionale e tecnica, anche perché poi ci metterebbero lo zampino anche gli allenatori e vediamo bene quanto sia peggiorato il livello e la credibilità della Spaghetti League. Il capo della svolta Facchini li fa lavorare molto a casa con video, autovalutazioni, programmi di allenamento differenziato con un check clinico mai fatto negli ultimi 20 anni e si annunciano altre novità.

 – Fare di loro dei dipendenti (o “sudditi”?) magari con contratti a tempo di una Lega poco omogenea, sempre legata agli umori del potentato di turno, comporterebbe anche probabilmente retribuirli di più, per far rinunciare loro alla protezione di garanzia della federazione. Ricordiamoci che gli arbitri sono degli ambasciatori itineranti del nostro basket, i veri membri “board Fiba” sono gli arbitri e Dino Meneghin, notoriamente allergico a questa categoria in tutta la sua carriera, si è lavato le mani (sindacalizzazione dell’Aiap, rivolta per mano di alcuni arbitri comparsi nei verbali di Baskettopoli che ha rovesciato il presidente Tola, non difeso dal vertice federale; gestione Zancanella difeso invece dal vertice federale….).

– In una lega con società al limite della sopravvivenza o in mano al liquidatore fallimentare è il caso di fare voli pindarici stile Eurolega?

– Legabasket si può permettere quello che è un lusso?. Cosa direbbero anche i fan del basket e l’opinione pubblica, vedendo che un organismo è tentato di investire sugli arbitri a detrimento invece dei giocatori, del miglioramento degli impianti e delle ripresa Tv e della comunicazione di basso conio, in via di continuo peggioramento e sia all’interno del movimento che dell’esterno.

– Il costo dell’operazione, infatti, è di 1, 4 milioni di euro per difetto, gettoni, rimborsi, assicurazioni, addestramento, equipaggiamento, varie ed eventuali

– Altro aspetto, già accennato in precedenza: la “castrazione” dell’Operazione Ricambio, una fra le poche riforme strutturali della Fip che produce risultati in questi anni convulsi e “zero titoli”, leggere i palmares: due Eurochallenge e una Coppa Uleb nell’ultimo decennio, ovvero il terzo e secondo trofeo di club; nessuna medaglia europea, salvo quelle importanti delle giovanili; mancata qualificazione olimpica e mondiale col nuovo corso di Azzurra il cui costo del solo capo vale la cifra pari alla Convenzione!; Baskettopoli e arresto del dominus del basket e amministratore della gloriosa Mens Sana che sta scivolando con tristezza e rabbia dei tifosi e il silenzio delle sue istituzioni verso il fallimento fra debiti e… addebiti pesantissimi della Magistratura che potrebbe riservare altre sorprese e coinvolgere, si sente dire, altri club.

Il CONI di Malagò e Chimenti dovrebbe frenare intanto il proliferare di nuove micro Federazioni, è chiaro che anche i patiti della ruzzola e della lippa sono pronti a chiedere l’affiliazione accorpandole a quelle esistenti, e creare una vera Federazione Italiana Arbitri di Sport con le varie sezioni, una scuola tecnica e di etica, per dirla come il PM di Baskettopoli “pubblici ufficiali in pubblico servizio” dandogli anche una veste giuridica che oggi è molto controversa nel comparto di Leggi dello Stato.

Vorrei ricordare per capire l’evoluzione della figura dell’arbitro in Italia in scala economica un aneddoto riguardante un siparietto fra un giocatore e un arbitro famosi. Il campione prende una botta sotto canestro e perde il pallone, si lamenta del fallo mentre l’avversario segna in contropiede. “Cammina, cosa pretendi da me?… Vengo qua a fischiare per 17 mila lire a partita”, lo rimpalla il principe del fischietto. Questo per far capire quanto valga oggi una carriera arbitrale in A, che oltre a benefit sociali garantisce 1000 euro a gettone e ancor di più per le coppe. Spesso un secondo stipendio migliore del primo.

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