L’inchiesta Time Out a due settimane dall’arresto dell’ex presidente Ferdinando Minucci e di altri tre indagati, la segretaria Olga Finetti, i soci della Esse2 Promotion, i riminesi Stefano Sammarini e Nicola Lombardini potrebbe aver preso una svolta interessante. Si raccolgono voci di possibili squarci di luce sulla “scellerata” gestione della maggiore società italiana di basket dell’ultimo decennio travolta dai debiti. E anche dagli addebiti, vedi ipotesi di reato gravissime mai lette fino ad oggi nella storia della pallacanestro che ha bisogno di una bonifica urgente.

Dopo l’ampia collaborazione fin dal primo interrogatorio di due ore del 12 maggio di Olga Finetti, fedelissima segretaria di Minucci da una vita, il principale indagato, assistito dagli avvocati Gian Piero Biancolella di Milano e il senese Fabio Pisillo, ha risposto ieri per circa quattro ore al magistrato della Procura di Siena dott. Antonino Nastasi sui risultati dell’operazione di polizia giudiziaria in collaborazione con la Guardia di Finanza.

L’indagine è partita ufficialmente il 17 dicembre del 2012 in grande stile, con ben 18 perquisizioni nelle abitazioni e negli uffici dell’ex presidente e amministratore della Mens Sana srl e degli altri “personaggi” poi arrestati o indagati. Si registra il sequestro di documenti e di ben 1.125.000 euro in contanti in una cassetta di sicurezza dell’uomo che puntualmente ha voluto sempre alzare la coppa nelle vittorie dalla sua squadra, come a dire “La Mens Sana c’est moi”.

Nel dicembre di un anno dopo, e siamo a fine 2013, scatta un’altra perquisizione della GdF che tocca vari punti della Provincia di Siena e si conclude con la consegna di un verbale di constatazione di 22 milioni per difetto, per evasione fiscale, frodi fiscali finalizzate al pagamento di somme in nero su conti esteri. Inoltre, ultima sorpresa, nella conferenza stampa dell’8 maggio ai giornalisti viene consegnato un comunicato riassuntivo dell’operazione Time Out nel quale si specifica che il fine era “un disegno criminale per arricchimento personale” tramite un giro di fatture che portava nelle casse della Mens Sana un flusso di denaro contante con trattenute del 7 per cento dell’intermediario (Esse2 Promotion), il 18 per cento di chi procurava il contante nella zona di Rimini.

In precedenza, il 21 febbraio, nell’assemblea della società attesa da tempo e con troppo ritardo veniva bocciato il bilancio che presentava una perdita di 5,4 milioni. La società veniva messa in liquidazione e attraverso due esposti scattava la denuncia dei soci nei confronti degli amministratori della Mens Sana srl per “bancarotta fraudolenta e falsa informazione societaria” per cui la Procura riteneva di avviare l’istanza di fallimento, allargando ancor più l’inchiesta Time Out col relativo capitolo inerente a questa “scoperta” ferale, perché porta al fallimento.

Il mondo del basket, del tutto assente in questa fase con i suoi “organi vigilanti”, non fa una piega di fronte all’avanzata del ciclone, non prende le necessarie cautele o teme il personaggio che fa sapere di essere sempre forte, minaccia querele persino ai grandi giornali. Per la verità dicono che la Fip, ricevuti i verbali che determinavano la messa in liquidazione della Mens Sana srl e letto della votazione con la quale l’8 febbraio a Milano la Lega affidava la presidenza a Minucci, avrebbe chiesto a due magistrati un parere per poter eventualmente intervenire, ma gli stessi sconsigliarono – in mancanza di un avviso di garanzia.

 Si sa che ricevuto il mandato, Minucci cerca di farsi ricevere da Petrucci e anche in due occasioni dal presidente del CONI che me lo confermò personalmente senza nascondere un grande imbarazzo.

Alcune cose di queste vicenda non tornano.

PRIMO – Legabasket ha già un presidente con un mandato che scade il 30 giugno, Valentino Renzi, perché tanta fretta da parte di Cantù, Milano e Sassari di chiedere ai club il voto per Minucci presidente tramite un’assemblea-lampo di Lega l’8 febbraio? Cosa è successo? C’è qualche attinenza all’operazione di mercato per cui, superando improvvisamente anche le carte bollate e le tensioni fra i due club, Siena cede a Milano Hackett, anche se c’è un sorprendente botta a risposta fra Hackett e Minucci il quale dichiara che cedendolo al Galatasaray avrebbe potuto fare un miglior affare?

SECONDO – Perché non valutare una serie di fatti gravi o comunque strani sottolineati, intanto, da un intervento a tutto campo e ripetuto dei rappresentanti della Legge? Dalla perquisizione e il sequestro di un “tesoretto” il 17 dicembre nella bella residenza del Minucci e una seconda perquisizione a dicembre 2013 allargata anche ad altre persone, e nel frattempo la pubblicazione di articoli e inchieste radiofoniche (Radio24) riguardanti un’indagine sulla cessione del marchio della Mens Sana srl il 12 aprile a Stefano Sammarini e la sua srl da 10 mila euro del quale era socio unico.

TERZO – Nonostante la bocciatura del bilancio da parte della srl del 21 febbraio e un’uscita di scena brusca del dominus senese, pochi giorni dopo si leggeva un comunicato per raccontare che Minucci usciva dalla società ringraziandolo per i risultati, aggiungendo che si era offerto di rimanere a disposizione della società. Comunicazione poco chiara, letta anzi da tutti come una sorta ingiustificata di attestato di merito.

QUARTO – Perché l’accelerazione della Lega è proseguita anche dopo il voto contrario di Virtus Bologna e Virtus Roma, le perplessità di Petrucci mentre circolavano le voci di un prossimo colpo di scena? E perché si è convocata una seconda assemblea per votare il contratto e il progetto e completare l’iter per l’assunzione, senza far trovare nella cartelletta dei club una bozza del contratto, fosse presente chi l’aveva concordato e discusso o chiedere al Minucci stesso di intervenire per rispondere a eventuali domande?

Minucci comunque si fa vedere all’All Star Game ad Ancona, rapporti freddi con Petrucci, invita i giornalisti a colazione e spiega che è tutto a posto, non ha nulla da temere. Intanto si è presentato già ai dipendenti della Lega nella nuova veste ma già aveva un rapporto stretto e di fatto era lui che dirigeva la comunicazione. Si vede spesso Bologna, quando dalla Comunità Europea arriva la bacchettata per le quote degli stranieri e comunitari, si fonda a Roma cercando di parlare con il presidente del CONI offrendosi garanzie sulla soluzione a nome della Lega. Malagò chiama Petrucci relazionandolo di quanto ha ascoltato dall’ospite. Nell’All Star Game minore di Rimini Petrucci mi detta testualmente questa dichiarazione: “Il vertice della Fip è irritato da queste mosse anticipate di Minucci”.

Il 24 aprile arriva in Tribunale a Teramo per una querela contro un blogger il quale racconta di averlo visto familiarizzare con un dirigente dell’Armani che a sua volta lo ha querelato riferendo che hanno entrambi lo stesso avvocato. Ma si vede anche a Siena. Il colonnello Mazza racconta anche ai giornalisti, al termine della conferenza stampa, che frequenta ancora la società, per ritirare gli occhiali o altri oggetti che aveva dimenticato.

Viene arrestato a Bologna nella prima mattina dell’8 maggio in un albergo dove probabilmente aveva deciso di fare la sua base in attesa del 1° luglio dal nucleo della GdF e scortato nella sua abitazione senese. Nel primo interrogatorio formale il 12 maggio un suo legale dice di averlo visto “in stato di agitazione e prostrato”, affermando però di voler essere interrogato dal Magistrato. Da quel primo segnale di apertura, passata una decina di giorni, Minucci ha varcato la porta della Procura presentandosi al titolare dell’inchiesta dottor Antonino Nastasi con una borsa executive piena di documenti come è stato scritto per rispondere alle contestazioni sui vari reati, dalle frodi fiscali a quello di bancarotta fraudolenta – in seguito alla denuncia dei soci della Mens Sana srl – e per associazione a delinquere in concorso con gli altri indagati fra i quali i soci della riminese Esse2 Promotion Sammarini e Lombardini.

Questa apertura delle ultime ore potrebbe anche favorire la richiesta di impugnazione richiesta dal Tribunale del Riesame di Firenze prevista la prossima settimana. E intanto sembra che, come per Baskettopoli, siano già una quarantina gli indagati e gli avvisati. Forse è il caso che il basket, le istituzioni sportive e anche quelle cittadine capiscano che questo potrebbe diventare un brutto groviglio, ciascuno faccia una bella pulizia di primavera.

encampana@alice.it