Cinque gare nella notte NBA, anche se la notizia dominante è che Monociglio, aka Anthony Davis, ha detto ai Pelicans che non vuole più stare a Nola.

Avvicinandosi la trade dead-line sentiremo parlare fino alla noia delle possibili destinazioni del giocatore, la prima delle quali è la Los Angeles della tradizione, i Lakers. Una delle parole che entreranno nel lessico di questi giorni è “tampering”, o “anti-tempering rules”. Si tratta di regole di non interferenza che la NBA si è data per evitare che alcune squadre minino gli interessi di altre meno forti o famose o attraenti, operando sottotraccia per fregargli i giocatori migliori. I Lakers sono già stati multati 2 volte per 550mila$ da quando Magic è diventato plenipotenzario. Quindi i Pels hanno emesso un comunicato in cui dicono: non abbiamo fretta di vendere Davis (possiamo farlo anche in estate), aspetteremo le offerte migliori (se lo volete, preparate tanti assets da darci in cambio), raccomandiamo la NBA di vigilare molto attentamente sulle regole anti-tampering (i Lakers ci stanno già rompendo le scatole). Facendo finta che davvero AD vada a LaLa-Lak, possiamo ipotizzare che il costo del tutto includerà nulla meno che Lonzo + Ingram o Kuzma. i LAK infatti non hanno molte scelte da proporre ai Pelicans, scelte che invece sarebbero in mano ai Celtics. Tra le destinazioni possibili non trascureremmo gli Spurs (immaginate Davis invece di Aldridge) che hanno giocatori e prestigio da mettere sul piatto. Altre soluzioni affascinanti cozzano contro la realtà: GS non ha quasi nulla da offrire ai Pelicans, Houston ha suicidato il proprio monte-stipendi col contratto di Paul, NY è davvero troppo indietro, MIL e TOR non sono così attrattive o vicino all’Anello. Dal lato di chi compra, tuttavia, esiste un grande interrogativo: alla fine di quest’anno, continuando a questo ritmo, Davis avrà saltato 100 gare in 7 stagioni; si tratta di un giocatore stellare ma fragilissimo, infortunato più frequentemente che gravemente.

Ed ora le gare. Boston ha fermato la marcia dei Brooklyn Nets. La creatura di coach Atkinson a partire dal 7 Dicembre 2018 era infatti la migliore squadra della NBA: 19-5, contro 18-5 degli Warriors e 18-6 dei Bucks; ora è seconda, perchè GS ha vinto. Giocatori-chiave della BKN Resurrection sono D’Angelo Russell (25-2-4, 18 nel terso periodo) e Ed Davis (8+11 in 23 mins). La pg ha quasi raggiunto livelli da All-Star, mentre il lungo è semplicemente il miglior rimbalzista NBA, sui 36 mins delle statistiche avanzate: ne prende quasi 9 in 19 mins, ovvero 17 in 36. I Nets inoltre sono i migliori nel tenere le gare equilibrate: 42 delle loro 50, prima del TD Garden, erano close-games, ovvero con divario pari o inferiore a 5 pti quando mancavano 5 mins alla fine; delle ultime 13 di questo tipo ne han vinte 11. Stanotte si son infranti vs una edizione abbastanza buona dei Celtics, in cui era assente (riposino per fastidio ad un’anca) Kyrie. Come sempre o quasi, partendo in quintetto Rozier ha giocato una gara eccellente (14-7-7 con 2 rec, qualche stecca da 3) aiutato da Smart (21-2-7 con 5 rec e 2 stoppate): difensore superbo, Smart in alcuni tratti di carriera è stato tiratore da 26%, ma in questo Gennaio sta tirando col 44% da 3, che diventa 47 se dal conto togliamo la gara vs ATL in cui si è fatto espellere ed aveva 0/3. Inusuale block-party per i Celtics che hanno appioppato ben 16 stoppate (Horford 6): è record stagionale NBA per una squadra che nel rim-protecting ha uno dei punti deboli. A Indianapolis gli Warriors hanno infilato al W numero 11 di fila, non lasciando ai Pacers nemmeno un quarto. GS (riposino concesso al corpo danneggiato di Dray-G) è in viaggio ad Est, dove ha regolato la quinta (BOS) e la terza (IND) della Eastern Conference, in attesa di affrontare, fra 3 giorni la quarta (PHI). I Pacers sono stati distrutti sottocanestro: Cousins 22-6-4 in 25 mins, Looney 16-5-2 in 18 mins. Rimanendo ad Est, gli Hornets alimentano il loro sogno-Playoffs rinsaldando l’ottava posizione di Conference con la W vs i Knicks, arrivata in coincidenza di una brutta gara di Kemba: sono emersi Lamb (15-9-3) e tutto il pino (53-25-12). Ad Ovest, invece, Denver batte Memphis infliggendole un -20 nel quarto periodo; notevole come sempre il contributo delle due back-up guards dei Nuggets: lineare con tanta difesa Monte Morris, chirurgico tiratore Malik Beasley, 18 in 24 mins per ilplus/minus migliore dei suoi. Infine la sorpresa, che non è mai poi davvero tale quando si parla di ClipperTown, tornata ad essere stanotte il divertente sobborgo di Paperopoli dove l’imprevisto è di casa. Clippers battuti in casa appunto da Atlanta (Collins 22+6, Young 26-4-8). Sempre assente Gallinari (anche quest’anno una decina di gare perse saranno la regola) sottolineo che la gara dei Clippers è stata una lotta tra le cose buone della front-line (25/39 al tiro, 19 rebs e 3 stoppate per Harris-Gortat-Harrell) contro le brutture delle guardie (9/32 e 6 perse per Bradley-Williams-Beverley).