Nove gare nella notte NBA.

Nella Eastern Conference le W di Raptors (a fatica su BKN), Bucks e Pacers (più agevolmente su Bulls e Hornets) hanno separato abbastanza nettamente le prime tre di Conference (appena citate) da quarta e quinta (Phila e Boston) che si affronteranno stanotte in un match che anche quando non conta nulla è durissimo, chissà come se le daranno stavolta. La striscia vincente di Detroit, inoltre, e quella perdente di Miami hanno capovolto le posizioni per l’ultimo spot da Playoffs: ora sono dentro i Pistons e fuori gli Heat.

E’ tuttavia della Western Conference che parlerò un po’ più largamente oggi. Ad Ovest finora alberga quasi tutto il succo della presente Regular Season: le sorprese più gradite della stagione (Nuggets, Kings), il più forte quintetto mai sceso in campo escluso l’Original DreamTeam e un paio di edizioni di TeamUSA (Warriors), la delusione più corposa e insieme ridicola (Lakers e l’assurdo psicodramma-Monociglio), il tema più scottante a livello arbitrale (il trattamento di favore riservato a Houston). Ad Ovest ci sono anche gli OKC Thunder, in cui giocano George e Westbrook che stanotte hanno dato vita ad una sestupla doppia: 21-14-11 (1 rec e 2 stoppate) per RW, 47-12-10 con 2 rec per PG13. OKC per la prima volta negli ultimi 3 anni sembra davvero una squadra: ha una ferrea disciplina difensiva che riesce a supportare un attacco molto fermo alle iso di George e Westbrook. Stanotte hanno battuto i Blazers lasciandoli a bocca aperta. Le dichiarazioni di Lillard (31-7-6) e Turner a proposito di George sono state unanimi: “he’s on a different level”, ed è vero. Nelle ultime 12 gare (solo una L vs i Celtics) PG13 ha le seguenti medie: 37.7 – 7.9 – 4.7 con 2.5 recuperi, il tutto senza favori arbitrali à la Harden. Ma, più ancora di questi numeri, l’ex Pacers è l’uomo che sta parzialmente riuscendo là dove persino Kevin Durant aveva fallito: guarire Westbrook dalla visione-tunnel con cui gioca non a basket ma a RussBall. RW non è diventato John Stockton, ma si vede chiaramente che sta provando a frenare i propri istinti, per mettersi davvero al servizio della squadra e del Gioco e dello splendido giocatore che gli sta a fianco; perde sempre una marea di palloni, compie sempre decisioni rivedibili soprattutto nei finali di partita, ma con molta meno frequenza. Stanotte la sestupla doppia è stata resa possibile anche dal sacrificio di Adams (solo 7 tiri) e dall’assenza di Schroeder per “motivi di famiglia”, altrimenti non sarebbero forse esistiti sufficienti palloni per vederla accadere. OKC è terza ad Ovest, alle spalle di GS e DEN, la quale ha battuto (Jokic 23+12, Monte morris 18-3-7) in scioltezza gli Heat che hanno bisogno del ritorno di Dragic dall’artroscopia per continuare a lottare nella corsa ai Playoffs ad Est: Goran dovrebbe rientrare il 21/02. Il teatrino arbitrale pro-Rockets si è ripetuto, nonostante l’opposizione di Luka Doncic (21-10-8) e dei suoi Mavs. Parzialmente sorprendente la sconfitta dei Clippers a Minnesota: forse uno dei segreti sta nella presenza del vecchio ma solido Deng (12+9) al posto del talentuosissimo influenzato Wiggins, spesso inconcludente e morbido sia in difesa che nelle fasi calde delle gare. I Clippers, partiti fortissimo, da Dicembre sono 16-21 ed ora fuori dalla PO Picture. Nel presente si sono indeboliti sul mercato, ma hanno operato per il futuro accumulando scelte e giocatori giovani di ottime prospettive: parliamo soprattutto di Zubac, e di Landry Shamet, la guardia arrivata dai Sixers che, con il già presente Gilgeous-Alexander, forma la coppia di alfieri che dovrebbero salire sul podio come secondo e terzo miglior rookie dopo Doncic. Nel KO di stanotte ClipperTown ha avuto 89 pti su 120 dal pino (SweetLou 45 con 25 tiri, Harrell 18-12-56) mentre il Gallo è sì tornato da 3 gare, ma con minutaggio calmierato (25 di media) e senza mani (11/30 dal campo).