La Virtus, si sa, non riesce proprio a star lontana dai pasticci. Pare che dalle parti di Via dell’Arcoveggio complicarsi un po’ la vita sia diventata una questione quasi irrinunciabile, persino un filo masochistica.E così, in una calda settimana di fine luglio a mercato quasi completato, ecco spuntare dal nulla strane voci sotto le due torri: “Aradori alla Fortitudo“.. magari, sarebbe perfetto”, “no, sarebbe il modo per sprecare tutto il budget su un unico giocatore”, “capitano resta” e così via, fiumi di parole su ogni social network. Perlopiù le reazioni iniziali sono state sarcastiche, come se si fosse davanti alla solita boutade estiva di basketcity, ma col passare delle ore il tam tam è divenuto sempre più frenetico, ricco di particolari e arrivando a coinvolgere fonti decisamente affidabili. A togliere poi ogni dubbio, facendo esplodere il “caso” in tua la sua forza è stato lo stesso numero 21 che, rispondendo ad un tifoso incalzante ha postato su Fb: “Cosa devo parlare? La situazione è molto chiara. L’allenatore ha detto alla Società che non mi vede nella sua squadra. Di trovarne un’altra“.  Certo, che Pietro Aradori non fosse esattamente in cima alle preferenze di coach Djordjevic lo si era già intuito sul finire della scorsa stagione, così anche che le caratteristiche dell’ormai ex capitano non rispecchiassero la fisionomia uscita dal mercato della nuova Virtus, fatta di atletismo e propensione alla difesa, ma i tempi ed i modi utilizzati dalla società bianconera lasciano nuovamente parecchio a desiderare. Era già accaduto con l’esonero di Sacripanti lo scorso anno, prima confermato e poi messo fuori un secondo dopo senza grande rispetto. La questione Aradori poteva e doveva essere affrontata subito al termine della scorsa stagione, permettendo a Pietro di essere trattato in maniera più consona, ma anche lasciando tempo e opportunità alla Virtus di trovare la figura giusta per il rimpiazzo. Non che  la Segafredo non ci abbia provato, le trattative con Fontecchio, Abass e Moraschini avevano lasciato presagire qualcosa ma, arrivati al 25 luglio pareva che la scelta fosse stata quella di procedere con un giocatore che, tra alti e bassi, aveva comunque dimostrato attaccamento alla maglia. Inoltre con tutti i pregi e difetti visti bene in queste due stagioni bianconere, rimane un dato di fatto che Aradori sia giocatore di buona caratura tecnica, nonché pilastro della nazionale e pertanto non così facilmente sostituibile.

Ora rimane da risolvere questo ennesimo pasticcio, trovando una via d’uscita col giocatore Bresciano cercando magari di non mandarlo a rinforzare una diretta concorrente ma, soprattutto, occorre individuare un sostituto italiano all’altezza e questo, allo stato dell’arte, diventa decisamente un grattacapo.

Se gli uomini di mercato bolognesi abbiano già in canna il colpo giusto non è al momento chiaro (e nemmeno così plausibile); si preannunciano settimane caldissime.