Per la terza volta in altrettante gare, dopo quelli contro San Severo (perso) e Mantova (vinto), l’Urania si trova

ad affrontare l’ennesimo finale volata contendendo sino all’ultimo possesso la vittoria a una squadra di valore conclamato come Udine. Alla fine, grazie a un pizzico in più di malizia, freddezza ed esperienza, è proprio la compagine friulana a spuntarla, portando a termine una rimonta dal -12 e dimostrando una maggiore capacità nel saper sfruttare i tanti fischi a favore e le debolezze altrui negli istanti decisivi. A Milano, caparbia e bella solo per metà, non resta che l’amaro in bocca per un’altra prova disputata a viso aperto e senza remore che fa ben sperare per il prosieguo del proprio cammino in campionato.

La gara

Il primo quarto vede subito entrambe le squadre impostare la partita su ritmi alti cercando di spingere il più possibile le proprie transizioni offensive e andando alla ricerca di punti facili nei primi secondi dell’azione. Su questo pace si ergono a protagonisti assoluti Nik Raivio (12 punti col 100% al tiro nel quarto) da una parte e Gerald Beverly (8 punti) i quali, innescando un personale duello a distanza, rendono la gara molto godibile e al contempo non consentono a nessuna delle due formazioni di prendere il largo.

Dieci piacevolissimi minuti si chiudono quindi con Milano che vede prendere un minimo margine d vantaggio (17-14), gap che nei primi minuti del secondo parziale però, quando anche gli altri giocatori in maglia Wildcats a turno si mettono a referto, si allarga nettamente in favore dei padroni di casa. Lynch e Bianchi infatti, con la collaborazione di un Montano preciso dalla distanza, scavano il solco per Urania che con un break di 11-3 scollina oltre la doppia cifra di margine costringendo coach Ramagli a un time-out d’emergenza. Al rientro in campo, Udine inizialmente continua a faticare subendo il ritmo dei milanesi ma dopo poco, con il solito Beverly (devastante la sua energia nei pressi del ferro) e un Cortese d’impatto (9 punti), trova modo di scuotersi e piazzare un 13-3 che all’intervallo (35-34) la riporta in scia ai rivali.

La ripresa si apre con due brutte notizie per Udine: il momentaneo infortunio ad Andrea Amato (distorsione alla caviglia) e Milano che subito alza i toni e piazza un 6-0 obbligando i bianconeri ad un minuto di sospensione. Riassestatasi, l’Apu produce un extra sforzo difensivo e, assieme ai punti (10) di TJ Cromer che finalmente si iscrive alla gara dopo gli iniziali problemi di falli, mette a segno un parziale di 11-2 che la manda per la prima volta in vantaggio (47-51) dopo lo 0-2 del primo quarto.

Urania dunque, tra problemi offensivi e palle perse, chiude il terzo periodo in sofferenza ma a contatto (50-53), cosa che, complici le tre triple consecutive ad aprire i dieci minuti conclusivi, le permette di riprendere fiducia e speranza. I friulani però reagiscono sfruttando parzialmente il bonus falli speso in maniera precoce dai biancorossi e appoggiandosi ai propri americani. Si arriva perciò con le due compagini punto a punto nel finale dove, dopo una tripla pesante, i Wildcats perdono due volte consecutivamente la palla non riuscendo a tirare mentre gli ospiti, dalla lunetta, salgono a +3 con poco meno di nove secondi da giocare. Raivio allora trova due punti veloci ma sui seguenti liberi Cromer è freddo e, con l’ultima preghiera di Sabatini che non trova il fondo della retina, Udine può gioire per la sua seconda vittoria stagionale.

Man of the match

Due giocatori per Udine hanno raggiunto quota 21 punti ma uno in particolare è risultato fondamentale nel finale permettendo alla squadra ospite di uscire dall’Allianz coi due punti. Il riferimento è a TJ Cromer, autore di un primo tempo pessimo da 3 punti con 0/4 dal campo ma capace di reagire ed essere un fattore nella ripresa. Nei secondi venti minuti infatti l’americano ha piazzato 17 punti, 3 assist e 1 recupero, risultando davvero determinante non solo nel tenere sempre in linea di galleggiamento i bianconeri ma anche (e soprattutto) nel consentirgli poi di mettere il naso avanti nel momento clou dell’incontro.

Magic moment

Oltre ovviamente agli ultimi possessi che hanno deciso il match, fondamentale per tenere in vita le speranze di una Udine ancora migliorabile è stata la capacità di reagire e saper tornare a contatto una volta sprofondata a -12 nel secondo quarto. In quel momento Cortese e Beverley sono stati magistrali nel trascinare la squadra e darle la possibilità di credere ancora nella vittoria, poi effettivamente conquistata al termine dei 40 minuti.

Numbers

Entrambe le squadre si sono equivalse al tiro non eccellendo in questo fondamentale (nessuna sopra il 31% da tre, il 63% ai liberi e il 42% dal campo in generale). Udine, come previsto, ha vinto la lotta ai tabelloni ma più di questo, nel consentirle di espugnare il campo milanese, hanno pesato i 16 punti da secondi tiri e il maggior numero di conclusioni dalla lunetta effettuate (28 di friulani contro le sole 8 dei biancorossi). Urania, dal canto suo, ha reso al meglio quando ha alzato il ritmo, producendo punti facili in contropiede (15 contri i 7 degli avversari) e passandosi molto bene il pallone (24 a 17 il conto degli assist).

Tabellini:

Urania Milano: Piunti 0, Pagani 1, Negri 0, Benevelli 8, Montano 12, Lynch 11, Raivio 24, Bianchi 4, Sabatini 8.

Apu Udine: Cromer 21, Amato 4, Antonutti 10, Fabi 3, Zilli 0, Cortese 12, Beverly 21, Penna 0.