Davanti ad oltre 7.500 spettatori, una cornice di pubblico finalmente degna della ritrovata Serie A, la Virtus Roma combatte come meglio non avrebbe potuto fare e sfiora il colpaccio contro la corazzata Milano. Alla sirena finale sono stati Scola e company ad uscire a braccia alzate, ma solo dopo aver sudato le proverbiali sette camicie per piegare la resistenza di un’avversaria generosa ma giunta all’ultimo chilometro con il fiato corto. Coach Messina, furibondo coi suoi uomini dopo il primo tempo, l’ha vinta ancora una volta grazie a Micov, devastante, fisicamente e tecnicamente, per tutti i difensori avversari.

LA GARA Partita a due volti questo derby delle metropoli. Primi 20 minuti giocati esclusivamente dai padroni di casa che, trascinati da Alibegovic e Jefferson, scavavano quasi subito un solco di 14 punti. Il fallo tecnico fischiato ad un Rodriguez molto nervoso (coach Messina lo definirà “incartato” in sala stampa) spingeva ancora avanti la Virtus, che amministrava un primo tempo quasi perfetto arrivando alla sirena di metà gara con ancora negli occhi la tripla di tabella del discusso Moore.

Al rientro dagli spogliatoi, però, Milano aveva cambiato volto, e Roma non segnava più, subendo la fisicità dei meneghini e resistendo solo grazie alle giocate di un volenteroso Dyson, per nulla limitato dalla contusione al ginocchio rimediata dopo appena 3 minuti di gioco. La bimane di Alibegovic per il 51-40 era l’ultimo sprazzo giallorosso perché l’Olimpia usciva benissimo dal successivo time out di Messina ed impattava con Tarczewski al 28′. Rodriguez piazzava una tripla chirurgica proprio sulla sirena del 30′ ed il punto a punto dell’ultimo quarto regalava emozioni fino allo sfondamento di Dyson del 38′, un fallo che, di fatto, chiudeva la contesa.

MAGIC MOMENT La chiave del successo milanese sta nelle giocate di un Micov in splendida forma. L’ex canturino, 15 punti in 29 minuti, di cui ben 12 messi a segno nei 18 giocati nella ripresa, è stato un rebus indecifrabile per la difesa avversaria. La sua firma è in tutte le azioni migliori della ripresa anche se, nell’economia della partita, hanno pesato tanto anche alcuni errori grossolani dei romani in attacco (Alibegovic, Jefferson e Dyson), tre facili appoggi mancati d’un soffio che avrebbero potuto portare a ben altro finale.

NUMBERS Roma ha duellato alla pari contro una formazione nettamente più attrezzata dal punto di vista mentale, fisco e tecnico. Il 35-33 di Milano a rimbalzo dimostra come, con il lavoro di squadra, coach Bucchi sia riuscito a sopperire alle carenze tecniche; colpiscono i 10 tiri liberi falliti da Milano (17/27 contro il 14/17 capitolino) così come lo 0/7 dall’arco fatto registrare dai biancorossi nel primo tempo (4/15 alla fine). Merita una menzione, infine, anche il totemico Tarczewski, che si traveste da Gudaitis e chiude la gara con 15 punti (5/5), 2 recuperi, 8 rimbalzi e 1 assist per un notevole 29 di valutazione.