AllStar Saturday tra basket e intrattenimento, come sempre e come è giusto che sia.

Nella foto del Campione 2020 della gara delle schiacciate, Derrick Jones Jr, è rappresentata la sequenza dei voti delle sue dunks. Lo sconfitto, Aaron Gordon, ha una sequenza…migliore. Sostituite un 50 al primo 46 di Jones, e il gioco è fatto: Gordon è stato derubato per la seconda volta del Titolo di miglior schiacciatore. La Gara delle Schiacciate è sempre quella che porta con sé un minimo di polemica, perché è sottoposta al voto di giudici, voto non sempre razionale o adeguato. La prima volta AG fu derubato da un 9 dato da Shaq alla schiacciata più difficile di sempre: quella della sedia. Più difficile: infatti non più replicata, mentre quella dalla linea del tiro libero di MJ lo è stata più di una volta nello Slam Dunk Contest. Ieri i giudici sono stati troppo frettolosi a mollare dei 50 (10×5) e si son trovati in difficoltà nel finale, quando il contest è andato alle extra-dunks. C’erano un rapper e un attore-scrittore-rapper nella cinquina giudicante: consigliamo di tornare a 5 giocatori/allenatori o ex.

La gara degli skills tecnici e di precisione con la palla in mano ha visto prevalere Bam Adebayo su Luka DOncic in finale. Il talento vincitore sarebbe in teoria il centro dei Miami Heat, giusto per dare una dimensione di quanto vasta sia la capacità di Bam.

La gara più interessante, come quasi sempre negli ultimi anni, è stata quella del 3 Points Shootout. Interesse aumentato dall’introduzione, ai lati del carrello centrale e a 30 piedi di distanza dal canestro, di due palloni verde-Hulk dal valore di 4 pti. Senza pensare alla possibilità cui non voglio assuefarmi, ovvero l’intro del tiro da 4 in gara, la novità ha dato esiti divertenti, eleggendo a…Re della Micronite Devin Booker. Il quale, però, in Finale è stato superato da Buddy Hield, 27 a 26 con il Lettone, Bertans, sconfitto ma con dignità a 22. Malissimo Trae Young, subito fuori con 15 soli punti e nessuno dei due palloni verdi messi dentro, lui che è il giocatore che tira (e imbuca) mediamente da più lontano nella NBA: 27 piedi, ovvero metri 8.22. Però Trae è soprattutto un agonista, e non si è trovato bene nell’atmosfera differente della serata.

 

Stanotte si goca la partita “vera”, riadattata secondo canoni nuovi di gestione dei quarti di gioco e del punteggio, e anche ad onorare Kobe (per le nuove regole: https://18.159.111.189.xip.io/archives/31108/nba-lo-asg-cambia-in-onore-di-kobe-ma-combina-i-soliti-disastri/ ). Il riconoscimento di MVP dello AllStar Game da questa edizione averà il suo nome.