Tutto va come da copione, con Milano che passa a Bologna senza troppo affanno nonostante qualche battuta a vuoto con medie al tiro rivedibili ed una Virtus che dimostra si buona volontà, ma anche tutti gli enormi limiti di questa stagione.Gli uomini di Djordjevic possono mangiarsi le mani, perchè una Olimpia tirata a lucido avrebbe oggi banchettato e, probabilmente, dilagato ma così non è stato con gli uomini di Messina che si sono complicati non poco la vita con brutte medie al tiro e black out di attenzione nel primo e terzo quarto. I bianconeri, nonostante l’ormai abituale butta prova balistica, hanno quindi avuto l’occasione di giocarsela sino  in fondo, sbagliando però tutto lo sbagliabile e forse anche di più. Il tanto atteso esordio di Belinelli rimane nell’anonimato di una prova con più ombre che luci, anche a causa di un utilizzo ridotto all’osso, con quasi tutta la fase centrale del match passata a sventolare asciugamani in panchina, come del resto Adams e Tessitori che avrebbero probabilmente potuto dare un contributo migliore alla causa. Le Vu Nere riescono a stare in partita solo facendo gli straordinari, in difesa con continui raddoppi ed in attacco con tanta corsa e la ricerca ossessiva dell’extra pass. Inutile dire che contro una formazione tecnicamente superiore e con una panchina quasi infinita si tratti di un gioco a perdere, come dimostra un ultimo quarto giocato con la lancetta sulla riserva ed appena 10 punti a referto (erano 4 ad oltre metà periodo).

La Gara

Il match inizia con fiammate alternate ma si mantiene in sostanziale equilibrio, con l’Olimpia che tenta la fuga ragionando e selezionando buoni tiri e le Vu nere che si aggrappano al risultato con Gamble e Teodosic.  La Virtus, con Belinelli in quintetto,  tira 4/11 e  e questo aiuta non poco Milano a prendere un mini vantaggio, neutralizzato però subito dal 16-2 griffato, ancora una volta, Teodosic. La Segafredo alza il ritmo e il gioco in velocità sembra la vera chiave del break a cavallo dei due quarti. Il +6 dei padroni di casa viene nuovamente ed istantaneamente cancellato da 2 triple immaginifiche del Chacho; Milano stringe in difesa e manda fuori giri Bologna, trovando un nuovo contro break sino al +3 (32-35). Le difficoltà bianconere sono evidenti nei 5 falli di squadra dopo 6′ contro 1 solo personale per gli uomini di Messina, segno di problemi serissimi nell’attaccare l’area per la Segafredo. Biligha e Leday colpiscono su entrambi i fronti e sono i principali grattacapi per la truppa di Djordjevic, che subisce uno 0-10 sul finale di tempo, propiziato per la verità anche da due fischi decisamente poco comprensibili contro Teodosic: al numero 44 vengono infatti fischiati un fallo in attacco ed un tecnico per “flopping” dopo che Leday gli era letteralmente volato tra le braccia.

In avvio di ripresa la Virtus racimola energie e di conseguenza lucidità, tornando a girare la palla in velocità ed a mordere in difesa. Si abbassa la percentuale da 2 punti dell’Olimpia, a dimostrazione di quanto i lunghi meneghini stessero banchettando in area nei primi due periodi ed ora non più. Sulla tripla Markovic  la Segafredo supera 49-48, ma l’impressione è che quanto speso per i continui rientri ed il tipo di gioco estremamente dispendioso inizi a creare problemi nella qualità dell’attacco. Punter, sin qui poco incisivo per usare un eufemismo, inizia a martellare dall’arco ed insieme a Leday mantiene Milano in parità anche in un  momento di scarsa efficacia 58-58. L’ultimo periodo, come prevedibile, è tutto griffato dalla difesa dell’Olimpia: Messina toglie il poco ossigeno rimasto alle punte bolognesi con una difesa asfissiante sulla fonte principale di gioco, con l’attacco Segafredo che produce la miseria di 1 punto nei primi 4′ di gioco e 4 dopo oltre 6′. Il coach Meneghino non è comunque soddisfatto, i suoi infatti sprecano colpi del KO a ripetizione, ma è solo questione di tempo. La Virtus lotta ma pasticcia terribilmente in attacco, buttando palloni e sbagliando anche gli appoggi più facili. Dopo 4 possessi consecutivi avuti per tornare a contatto, tutti malamente gettati, l’ex Punter firma la tripla che scrive la parola fine sull’incontro. L’Olimpia di oggi non è stata particolarmente bella ma comunque efficace, anche se, contro avversari più precisi al tiro, servirà maggior attenzione. Per quanto riguarda la Virtus, nonostante cifre pesantemente deficitarie 13/28 , 9/27 15/23 ai liberi (!!!) si potrebbe anche parlare di partita gagliarda, chiusa ad un tiro di schioppo dalla prima della classe; tutto vero se i bianconeri non volessero essere e si fossero autoproclamati l’antagonista di Milano e non avessero appena inserito in rosa un ex NBA per 5 milioni in 3 anni. Con queste premesse tutto assume una luce decisamente sinistra e la 5 sconfitta interna consecutiva, sempre frutto delle stesse enormi lacune, pone un grosso freno alle ambizioni bolognesi.

Magic Moment

In una partita giocata a punteggio basso, con buone difese ed attacchi asfittici, il break decisivo lo compie la retroguardia Milanese dell’ultimo periodo. La Virtus sbatte contro un vero e proprio muro non trovando mai il canestro e la tripla ad un minuto abbondante dal termine dell’ex Punter chiude la pratica.

MVP

Ovvio che i 18 punti di Punter nel finale abbiano pesato come un macigno sull’inerzia del match, ma il migliore dell’Olimpia è sicuramente Leday: 16 putni, 8 rimbalzi e 6 falli subiti per colui che è stato rebus irrisolvibile per i padroni di casa.

Numbers

 

Virtus Segafredo Bologna     68

Armani Exchange Milano     73

Parziali (24-23, 14-23, 20-12, 10-15)

Bologna: Weems 3, Belinelli 9, Teodosic 12, Hunter 12, Markovic 6, Tessitori 0, Alibegovic 0, Adams 5, Abass 4, Gamble 12, Ricci 5, Deri N/E.

Milano: Shields 16, Hines 2, Punter 18, Rodriguez 10, Datome 6, Brooks 0, Delaney 4, Leday 16,  Moraschini 0, Biligha 1.