Nella notte NBA solo due partite, un doppio confronto Est-Ovest che fnisce in parità.

AMERICAN AIRLINES ARENA, MIAMI: LOS ANGELES CLIPPERS 110 –MIAMI HEAT 93

KA-BOOM! I Clippers arrivano carichi alla vecchia casa di LeBron, e chiudono la partita fin dal primo quarto con un parziale di 39-15 che affossa gli Heat, privi di Dwayne Wade. La potenza e la velocità del quintetto base losangeleno non trovano alcuna resistenza, rendendo la partita una lunga gestione della durata di 36 minuti.

Non sono solo buone le notizie per coach Rivers, perché, forse anche per la scarsa necessità di eccellere visto l’ andamento della serata, la sua panchina combina per un plus/minus complessivo di meno 43, con il solo Jamal Crawford positivo, pur in una cattiva serata di tiro, grazie a 9 assists. Se i Clippers rinsaldano il loro record vincente ma non brillante, Miami subisce la sesta sconfitta sulle ultime 10 partite. Nessun singolo in evidenza per gli Heat anche se Shabazz Napier continua a progredire, mentre colpisce per alcuni dati insoliti la prestazione di DeAndre Jordan nei Clippers: nessuna stoppata, ma 6/6, 11 rimbalzi tutti difensivi (il che dice qualcosa anche sulle percentuali delle due formazioni..) e solo due falli: stanotte non c’era bisogno di finire fouled-out..

POWER BALANCE PAVILLON, SACRAMENTO: CHICAGO BULLS 88 – SACRAMENTO KINGS 103

I Bulls giocano ancora senza Rose e Gasol, e questo è un dato che rende in fondo positiva la serata per entrambe le squadre. Chicago viene sconfitta ma conferma che, rientrando i due assenti, sarà una sicura contender per la finale di Conference ad Est; i Kings si assestano nel gradevole ruolo di miglior sorpresa della stagione al momento.

Chicago ha avuto due momenti altamente positivi: un vantaggio di 7-9 pti a cavallo dei primi due quarti, grazie soprattutto al dominio che la loro back-up point guard Aaron Brooks ha esercitato su quella dei Kings Ramon Sessions, ed un forte ritorno ad inizio dell’ ultimo periodo, complice un certo nervosismo instillato in Cousins da alcune chiamate arbitrali che gli hanno momentaneamente tolto concentrazione: presto recuperata, però, a differenza degli scorsi anni.

Bello il duello tra i coaches: Maloney ha vinto il confronto con Thibo. All’ allungo iniziale di Chicago ha risposto con un quintetto ENORME: Gay-Williams-Landry-Cousins (e poi Jason Thompson) tutti insieme con il solo Collison (ampiamente) sotto i 2e04, poi ha evitato un completo ritorno dei Bulls nel finale tamponando l’inferiorità di Sessions usandolo insieme al titolare Collison. Solita prestazione infinita di Cousins: anche lo scorso anno tra le metà di Novembre e Dicembre il lungo da Kentucky aveva dispensato forse il miglior basket sul pianeta; oggi è anche molto più maturo, ed è entrato nel suo preferito periodo dell’ anno con punti, rimbalzi e conduzione del contropiede con assist verticale trequarti campo a una mano, stile Magic Johnson.

Recuperando una abitudine di coach Peterson, assegnamo il MVP ad una figura non di primo piano ma determinante, Omre Casspi, autore di un perfect match: 5/5 al tiro, 4/4 ai liberi, 1 rimbalzo, 1 recupero, nessuna persa, tanta difesa. Per i Bulls (nelle cui rotazioni sta progressivamente perdendo spazio il rookie McDermott) ottima partita di Aaron Brooks, molto migliore di Heinrich, mentre Noah ha perso senza dubbio alcuno il confronto con DMC.