La Leonessa vince, stravince e convince si scriverebbe in questi casi dopo una partita come quella di domenica dove la Centrale ha fatto suo il campo della Fulgor Forlì ridimensionata nel roster ma con tanto cuore. Uno spettacolo, riferisce chi c’era, nello spettacolo perché oltre ad una bella partita, il pubblico di casa ha trascritto una pagina d’amore per questo bellissimo sport e per una squadra martoriata da eventi che poco avrebbero a che fare con lo stesso sport, ma tant’è!

Sulla sponda Brescia invece, più volte ho sentito dire da coach Andrea Diana che la sua squadra sta facendo bene nelle partite perché lavora intensamente durante tutte le sedute di allenamento della settimana e che tutti i giocatori stanno danno il loro massimo per il gruppo e non vi sono individualismi egoistici.

Come non dargli ragione! Ad ogni partita si è proprio visto questa volontà, il giocare come squadra e per la squadra, costruire tatticamente il gioco per mettere nella miglior condizione un compagno di realizzare.

Altro elemento fondamentale è la fiducia incondizionata nei giovani; mai come quest’anno sono valorizzati dal coach che utilizza quasi sempre tutta la panchina a sua disposizione, non solo per “dar fiato” al titolare ma proprio perché crede che in quel momento di gioco sia necessaria la caratteristica di quel giocatore, parte di un ingranaggio che si sta rivelando perfetto. Lo abbiamo visto già varie volte in queste undici giornate di campionato, se qualcuno è sottotono o infortunato c’è subito uno pronto a dire la propria sul parquet.

Così accade che il coach chiami dalla panchina anche “gli aggregati”, i giovanissimi, gli under degli under, quelli che non hanno una loro maglia con il nome sulle spalle, un loro numero personale ma che si fanno trovare pronti, coraggiosi e “carichi” per affrontare quei pochi minuti finali che permettono loro l’ambìto esordio in “gold”.

Dopo Alessio Bolis ed i suoi primi ottanta secondi a Casalpusterlengo, è stata la volta di Giacomo Piantoni e Federico Ferrari che hanno avuto anche tutto il Sanfilippo dalla loro parte.

Domenica invece, a Forlì, è stato il turno di Pietro Vertova che con poco meno di quattro minuti (236 secondi per la precisione!) ha anche bruciato la retina mettendo a segno i suoi primi due punti, grazie anche alla generosità dei compagni che in questi momenti giocano “solo” affinchè l’esordiente possa mettere un numero prima della virgola. Tra l’altro il cronista radiofonico, come molti giocatori, hanno urlato alla “bomba da tre” ma gli arbitri hanno visto un piede sulla linea, la gioia comunque è stata immensa e l’emozione idem per un’esordio superlativo.

Dettagli inifluenti, qualcuno li definisce così, queste mie sottolineature sugli esordi di questi giovanissimi; io credo invece siano segni di ragionamenti seri ed importanti che vengono fatti dall’allenatore e da tutto lo staff tecnico, credo poi che se davvero si vuole valorizzare i giovani, a volte, un centinaio di secondi o poco più vissuti sul campo da gioco servano decisamente di più di tante parole.

 

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