Soffrendo le pene dell’inferno e dopo essersi complicata la vita all’infinito, la Virtus Roma torna alla vittoria battendo 90-84 al Palazzetto una Bologna, che quantunque priva di Allan Ray e Fontecchio, si è comunque battuta fino alla fine con grande coraggio e caparbietà.

Questi due punti sono un brodino caldo per una Virtus comunque apparsa ancora malaticcia, salvata da una straordinaria percentuale dall’arco nel secondo tempo (8/13 per un 13/26 complessivo da 3), con cinque uomini in doppia cifra e predominante sotto le plance ( 34-27 i rimbalzi alla fine), ma malgrado tutto incapace di chiudere una gara che gli uomini di Dalmonte avrebbero dovuto archiviare presto e senza troppi patemi.
Invece a 5 minuti dalla fine Roma, dopo essere stata in vantaggio di dodici punti (30-18 al 14′), ed in doppia cifra nel 3/4 ( 47-37 al 26’30), vede le streghe sul 71-70 preparandosi ad affrontare forse i trecento secondi più importanti di questa fase di stagione.
Dalmonte decide di giocarsi tutto lasciando in panchina Gibson e Morgan, i due veri grandi bocciati di questa serata, ed affidandosi a tre pretoriani di nobile lignaggio quali Stipcevic, Jones e Lollo D’Ercole, con Triche nelle vesti di guastatore ed il prode “Diavolo rosso” Maxime De Zeeuw a fare pentole e coperchi sotto canestro.
Scelta coraggiosa, disperata, fate voi, ma vincente. Dai 6,75 arrivano infatti tre fendenti, costruiti con pazienza, di Jones, Triche e De Zeeuw che spaccano finalmente la partita sul 80-70 in un minuto e mezzo. La zona 2-3 bolognese schierata da Valli fin dal primo minuto, alternata ad una improbabile 1-3-1, cade miseramente in una serata poco adatta per battezzare le scelte balistiche romane nei momenti caldi del match. Dietro nel frattempo Bobby Jones e Lorenzo D’Ercole, due della vecchia guardia, quella vice campione d’italia tanto per capirci, riscrivono il concetto di gioco di squadra, non fatto di assist o extra pass ma di aiuti difensivi che mandano in tilt l’attacco felsineo. Attacco bolognese a cui non è bastato superare per la prima volta in stagione la soglia degli 80 punti, roba che in passato non è mai avvenuta neanche con Ray in campo. Bologna a cui non sono bastati i 29 punti di un Jeremy Hazell,partito dalla panchina e reduce da uno 0/13 da 3 prontamente cancellato da un secondo quarto da 12 punti che ha evitato il ko anticipato bolognese. La guardia di Harlem ha quasi ripercorso le orme devastanti del Tony Mitchell trentino di lunedi sera, prendendosi cinque triple di difficoltà notevole ed insieme a Gaddy ( 17 di cui 10 nel terzo quarto) consentendo alle vu nere di restare in partita fino alla fine. Detto dei cinque per la Virtus in doppia cifra, con addirittura Melvin Ejiim da doppia/doppia ( 13+10), vanno spese due parole per i due dello starting five lasciati sul pino dal coach quando l’odore del sangue ribolliva sul parquet olimpico.
Morgan dopo un primo tempo da 7 punti e 6 rimbalzi ha iniziato a sbagliare tutto o quasi subito ad inizio 3/4, affossato già di suo per quel fare moscio che tanto indispone tifosi e non solo, ma anche scherzato da un Gino Cuccarolo (11+6), che al suo cospetto è sembrato essere una via di mezzo tra un marziano e la dea Calì per presenza sotto canestro. Molto meglio il “Diavolo rosso”, poco remunerativo in difesa ma almeno capace di mettere a referto 14 punti con 3/4 dalla lunga.
Gibson non male quanto a numeri ( 9 con 3/5 da 3), ma in questo momento poco affidabile per un sistema che ha bisogno di concretezza e capacità di fare le giuste scelte, quelle che han saputo fare questa sera altri.