Tre top individuali per celebrare anche il momento positivo delle rispettive squadre sono la scelta di questa settimana.ZACH RANDOLPH ( e i Memphis Grizzlies). Da uno che viaggia alla media di 17 punti e 12 rimbalzi aspettarsi doppie-doppie a pioggia è quantomeno logico. Ma questo breve articolo vuole essere anche la celebrazione di un giocatore ad altissimo tasso di improbabilità. Improbabile la sua agilità per il fisico che ha. Improbabile la delicatezza della sua mano sinistra. Improbabile quella faciotta simpatica, di bambino che diserta le lezioni di piano per andare invece al campetto, su uno dei giocatori più scorbutici della NBA, già membro dei mitici (nel senso peggiore della parola..) Portland JAILBlazers, e tuttora uno dei più bersagliati da tecnici e sospensioni. Tuttavia, uno dei nostri preferiti, e uno dei più redditizi sulle tavole. Quest’anno ha patito un infortunio che lo ha tenuto fuori quasi un mese: tornato il 9 gennaio, solo una volta ha fallito la doppia-doppia, perchè ha preso la miseria di…9 rimbalzi. Nel record di 9-1 nelle ultime 10 partite dei Memphis Grizzlies c’è tanto di suo, compreso il significativo e recentissimo scalpo degli Atlanta Hawks, cui lui ha contribuito annullando il grande Paul Millsap. “Zach! Zach!…Figliolo dove sei??? E’ arrivato il maestro di piano! Ma dove sei??…questo ragazzo mi farà impazzire un giorno o l’altro…”. VOTO: 9.

LEBRON JAMES (e i Cleveland Cavs). Altra squadra, i Cavs, ad avere 9-1 nelle ultime 10. Segno che, in un modo o nell’altro, forse i giocatori e il coach sono venuti a patti, e, se ciò è davvero accaduto, non può non essere passato anche da parole e comportamenti di LeBron. Quindi, il suo comparire tra i Top settimanali ha anche la valenza di tributargli il giusto merito per aver saputo bilanciare, probabilmente, la sua personalità a favore del bene della squadra. Osservare che il “bene della squadra” sia un bene anche per lui è del tutto inutile, e anzi sbagliato, sapendo come si muovono le cose nella NBA. Due sono i dati statistici importanti circa LBJ, e prendo spunto dalle ultime 4 gare giocate dai Cavs nell’ultima settimana. Non ha segnato tantissimo, 22 di media contro i 26 stagionali, e ha sparato solo una volta su quattro un numero di tiri superiore ai 20. In questo contesto offensivo “controllato” ha però smazzato 33 assists per i compagni (avendo una particolare predilezione per Love come  destinatario), alla media di 8.25, superiore all’80% dei playmakers della Associazione. Aspettiamo a decretare del tutto finita la crisi (o periodo di gestazione che dir si voglia) dei Cavs, ma teniamo gli occhi aperti perchè questi, quando e se decidessero di mettersi davvero a regime, saranno devastanti. VOTO: 9.

MARCO BELINELLI E COACH POPOVICH. Camera doppia per questo ultimo Top. Nella settimana in cui un grande coach e un grande uomo, Dean Smith, ci ha lasciati, un grande coach e un grande uomo, Gregg Popovich, ha centrato le 1000 vittorie in carriera. Uno dei giocatori più utili ultimamente dei San Antonio Spurs è proprio il nostro amato Beli, tornato sul parquet a inizio febbraio dopo il secondo stop di una ventina di giorni cui è stato costretto in stagione. Il ruolo di Belinelli lo conosciamo tutti: non è una superstar ma un solido giocatore NBA. La sua costanza è certamente gradita a Pop in un anno in cui gli Spurs, più del solito, sembrano snobbare la regular season. Sembrano e/o sono costretti a fingere di farlo, causa infortuni, acciacchi e vecchiaia. Belinelli nelle ultime 4 gare, cioè da quando è tornato, ha 10 pti di media, 15/25 dal campo comprensivo di un 7/14 da 3 punti, 3 assists di media (quasi il doppio del dato in stagione) e 1 sola palla persa in totale, su un utilizzo medio di 19 minuti. Siamo certi che Pop apprezza. VOTI: 1000 + 9, sapete certo in che modo ripartirli.