Solo 5 le gare della notte NBA. Si distingue James Harden, che sfiora la tripla-doppia per la seconda volta in due gare, ma le notizie vere vengono da dietro le scrivanie.TIME WARNER CABLE ARENA, CHARLOTTE: DETROIT PISTONS 106 – CHARLOTTE HORNETS 78
A Charlotte è arrivato, ma stanotte non ha giocato, Mo Williams dai T’Wolves, insieme a Troy Daniels. In cambio gli Hornets hanno mandato in Minnesota Gary Neal e una seconda scelta. Perdurando l’assenza di Kemba Walker si tratta di un’addizione gradita alla franchigia del North Carolina, perché Mo, pur non essendo una stella, è un giocatore esperto, con esperienza di playoffs soprattutto a Portland, e può garantire sia punti che assists (12+6, per difetto di decimali, sono le sue medie in proposito quest’anno). Mo era ancora in viaggio mentre la sua nuova squadra si faceva travolgere in casa dai Pistons. Protagonista assoluto per Detroit è stato Greg Monroe (32-12-2, con anche 2 recuperi e nessuna persa), mentre a Charlotte si consumava la peggiore, forse, tra tante gare non belle, di Lance Stephenson: 20 minuti, 0/1 al tiro, 5 perse…Infine, udite udite!, coach Van Gundy ha concesso 4 minuti a Datome, che ha scritto 4-3-1, tiè!

TALKING STICK RESORT ARENA, PHOENIX: HOUSTON ROCKETS 127 – PHOENIX SUNS 118
Tra Texas e Arizona era forse ovvio che finisse per essere una sparatoria stile vecchia NBA. La gara è stata comandata nel primo tempo dai Rockets, che hanno poi subìto un 20-3 per aprire il terzo quarto, nel quale i Suns si erano portati avanti con il contributo fondamentale di Bledsoe (32-4-4) e gemello Markieff (16-6-4). I Rockets si sono ripresi dal momento di sbandamento, hanno nuovamente agganciato Phoenix e poi son volati via grazie ad un fantastico Harden (40-12-9), che fallisce per un assist la tripla-doppia, dopo averla mancata per due assists e un rimbalzo nella precedente allacciata di scarpe. I commentatori USA hanno definito recentemente una “dogs fight” la corsa all’ottavo posto per i playoff nella Western Conference: sono coinvolte Phoenix, New Orleans ed OKC. Al momento Phoenix è dentro, ma le altre due sono ad una sola partita di distacco. Nelle ultime 10 i Suns sono 3-7, mentre OKC e NO paiono più in forma. Ora si attende l’All Star Weekend, ma alla ripresa, con una trentina di partite da giocare, ne vedremo delle belle. Voi su chi puntate? Io su OKC, e penso che nemmeno i Clippers possano stare tranquilli, per come stan giocando ultimamente.

UNITED CENTER, CHICAGO: SACRAMENTO KINGS 86 – CHICAGO BULLS 104
Quando una franchigia ha nel proprio roster una star come DMC, è naturale, per come funzionano le cose nella NBA, che il gradimento della star per l’allenatore abbia un certo peso. Non è stato naturale ai Kings quest’anno, perché non è un mistero che Cousins avesse un ottimo rapporto con coach Malone, il quale tuttavia è stato licenziato con conseguente crollo del record della squadra. La cosa curiosa è stata che, al momento della scelta del nuovo coach, tra i papabili fosse stato subito inserito George Karl. Nei colloqui intercorsi tra la dirigenza e i giocatori, e in particolare Cousins, fu detto che Karl di certo non sarebbe arrivato, anche perchè il suo stile di gioco non si combinava bene con le caratteristiche della stella. Cousins riferì di esser pronto a giocare con chiunque, e diede in ogni caso il suo, pur non entusiastico, appoggio alla soluzione interna costituita da Corbin (peggior allenatore NBA nel 2014..). Bene. Il prossimo allenatore dei Kings, con percentuale prossima al 99,9% dovrebbe essere…George Karl. Dovrebbe entrare in carica dalla prima partita dopo la pausa per l’All Star Game. DMC ha detto di essere dalla parte di qualunque scelta la società compia. La cosa certa è che a Sacramento non si fanno mancare proprio nulla per evitare di essere lineari. Venendo alla gara con i Bulls, i Kings hanno retto più o meno un tempo, con Cousins in versione assist-man (7 nei primi due quarti, 8 alla fine), e probabilmente la svolta psicologica della gara è stato l’infortunio alla spalla destra di Jimmy Butler, causato da un blocco un po’ assassino di Reggie Evans (di certo nei top 10 più scorretti della NBA). Da quel momento il parziale è stato 72-48 per i Bulls. Gasol solito contributo (26+16), D-Rose ha tirato benino (23-1-7, 10/17) e gran partita di uno dei nostri pupilli fin dall’inizio di stagione: Tony Snell, con minuti a disposizione, ha scritto 24-2-2, con 9/11 al tiro.

FEDEX FORUM, MEMPHIS: BROOKLYN NETS 86 – MEMPHIS GRIZZLIES 95
Memphis ha messo immediatamente 18 punti tra sé e Brooklyn, ed il resto della gara è stata pura gestione, forse un po’ troppo rilassata nel finale, dal momento che i Nets erano giunti anche a -7. Per la seconda volta dall’inizio del 2015 Zach Randolph prende meno di 10 rimbalzi e fallisce la doppia-doppia (19+8). Vorremmo dare la palma del migliore per Memphis a Tony Allen: enorme difensore, stanotte ha avuto anche una gara magica nella metà d’attacco, non sbagliando mai dal campo (5/5, 12-5-4 con 2 recuperi) e fallendo un tiro libero soltanto; sempre tra i Grizzlies non dimentichiamo Koufos con 8+10. I Nets, guidati dal precedente coach dei Grizzlies, Hollins (grande miglioramento per Memphis con coach Joerger), hanno avuto un grande Mason Plumlee (15-14-1), che secondo noi ha vinto la sfida tra centroni contro Marc Gasol (14-11-2).

STAPLES CENTER, LA: DENVER NUGGETS 106 – LA LAKERS 96
Entrambe le squadre arrivavano al confronto con 13 sconfitte sulle ultime 14 uscite. In realtà, ormai, a nessuna delle due serve molto una W, anzi, ma qualcuno deve pur vincere, ed è toccato a Denver. Gara punto a punto fino a circa due minuti dalla fine, quando Wes Johnson quasi aggancia Denver segnando il punto 94 (a 95) dei Lakers, grazie ad un jumper svitato che rimbalza circa quattordicimila volte sul ferro prima di baciare la retina. Da quel momento in pratica stop: ci sono solo i Nuggets, o meglio, c’è quasi solo Ty Lawson. Per lui 32 con 16 assists: evidentemente era in corso una sfida col suo ex compagno a Chapel Hill, Wayne Ellington. I due ex Tar Heels sono infatti stati i migliori delle rispettive compagini: Ellington ha giocato bene soprattutto nel primo tempo (18+4, 13 nel primo tempo), mentre Lawson ha divorato la partita dall’inizio alla fine.