Nella notte NBA che ha visto la terza consecutiva tripla-doppia di Russell Westbrook si sono giocate ben 14 partite. Eccole.

BANKERSLIFE FIELDHOUSE, INDIANAPOLIS: CLEVELAND CAVS 86 – INDIANA PACERS 93

No LeBron no Kyrie no doppiavù. Senza i due migliori giocatori (schiena epr il primo, spalla per il secondo, ma dovrebbero entrambi esser presenti contro Houston) Cleveland perde contro Indiana; la cosa deve essere letta così: perde contro la squadra che al momento ha il miglior record nelle ultime 10 partite nella Eastern Conferece, a pari merito con Chicago, Boston e la stessa Cleveland. Quindi le reali proporzioni di questa sconfitta dei Cavs sono ben differenti da quel che potrebbero apparire. Senza il risolutore e l’ispiratore, Cleveland ha fatto fatica al tiro, con Love (21+10) a 6/19 e JR e Shump entrambi a 7/17. Indiana ha inanellato una serie di partite farcita di tante W, ed ora è dentro la Playoff Picture dell’Est. Tripla-doppia per George Hill (15-10-12) e solita enorme gara di Stuckey (19-5-4).

WELLS FARGO ARENA, PHILADELPHIA: WASHINGTON WIZARDS 81 – PHILADELPHIA 76ERS 89

Washington è in pieno slump: 2-8 nelle ultime 10. I Wizards sembrano essere, insieme ai Raptors, fisicamente sulle ginocchia, una squadra stanchissima, e in questo conta certo la lunga degenza di Bradley Beal, oltre ad infortuni più occasionali e per ora di minor durata come quelli a PP e Humphries. Wizards stanchi tanto da non riuscire a reggere il confronto contro i Sixers e regalare loro la ottava W casalinga. Lotta come sempre Wall (21-5-11), ma non basta. Philadelphia trova una delle serate in cui Noel ha voglia di esprimersi come sempre potrebbe (14-13-3 con 3 stoppate e 2 recuperi), ma trova belle prestazioni da quasi tutti, mettendo 4 uomini in doppia cifra, due a 9 e uno a 8 pti, sottolineneando la solidità di Thomas Robinson (9+9) e Mbah’a’Moutè (10-8-4).

PHILIPS ARENA, ATLANTA: ORLANDO MAGIC 88 – ALANTA HAWKS 95

Come altre formazioni nei primi posti ad Est, nemmeno gli Hawks sono in un periodo di forma esaltante, e questo spiega come mai i Magic siano sempre rimasti in contatto; fino agli ultimi 40 secondi, quando gli Hawks li hanno zittiti, portando e fissando a 7 un distacco che era di 1. Parte fortissimo nel primo quarto Paul Millsap (20-4-3), poi si spegne un po’. Il migliore degli Hawks è Horford 17-13-4), che, tra le altre cose, inchioda schiacciando il tap-in che chiude il match. Nell’azione specifica, Vucevic (21+15, ma non si vive di sole stats..) e Payton avevano sciaguratamente cambiato tra Teague (17 e 7 ass.) e Horford, consentendo al lungo degli Hawks di fare il proprio comodo mentre quello dei Magic osservava la scena a otto metri di distanza. Grande gara anche di Oladipo (19-3-6).

TD GARDEN, BOSTON: CHARLOTTE HORNETS 98 – BOSTON CELTICS 106

A Boston c’è una cosa di cui il basket vive sempre, nei periodi belli e in quelli magri: la Leggenda. Ogni giocatore che gioca per i Celtics rimanda ad un altro, leggendario protagonista. Questo processo si avvera con maggior velocità ed affetto quanto più un giocatore risulta positivo sul campo, e non ci son volute molte partite prima che partisse il paragone tra Isaiah Thomas (28-1-7) e Nate “Tiny” Archibald. I due piccoletti hanno effettivamente tante similitudini, per ora Thomas deve ancora vincere un Anello ed essere il solo giocatore (per di più abbondantemente sotto il metro e novanta) a guidare la NBA delle modern stats sia in punti che negli assists nella stessa stagione (1972-73, tanto per dare la dimensione di Archibald a quelli nati dopo gli anni ’80). Thomas ha dato una sferzata incredibile a Boston, e tra le tante note positive c’è anche quella di essere stanotte arrivato a tirare il libero numero 36 in 4 gare, una media da Star di primo livello. I Celtics, incredibile dictu, sono in piena corsa per la postseason: il calendario si fa difficile, ma non sono affatto tagliati fuori. Stanotte hanno brillato anche Bradley e Jerebko (16-10-3 con una stoppata), ma tutti hanno portato il loro mattone guidando Boston a rimontare da -16. Charlotte incassa una brutta L proprio perchè poteva uccidere la partita e non lo ha fatto, ma è evidente che, anche se Mo Williams (31-7-4) è stato il migliore dei suoi, la mancanza della mentalità vincente di Kemba Walker si fa sentire.

MSG, NEW YORK: DETROIT PISTON 115 – NY KNICKS 121 (2 ot)

Il vostro cronista non è un fan di Andrea Bargnani, ma mi corre per la schiena una stilla di italica rabbia nel vedere che il video di highlights della partita messo insieme da ESPN non propone nemmeno una immagine o una citazione vocale della prestazione del Mago di stanotte (25-11-4, 50% al tiro). In ogni caso NY mette fine con un doppio supplementare a una striscia di 8 sconfitte, e, cosa mai da poco per il pubblico dei Knicks, lo fa in casa al MSG. Le vittime sono i Pistons, che di certo avevano contato questa partita nella riga delle vittorie, ed invece…. Nei Knicks oltre Bargnani bene Amundson (17+14). Pistons con poco da salvare: le belle cifre di alcuni giocatori non raccontano di quanta poca concentrazione abbiano messo nel match.

ORACLE ARENA, AUCKLAND: TORONTO RAPTORS 89 – GS WARRIORS 116

Se vai a far visita alla squadra col miglior record dell’Associazione e inizi mettendo solo uno dei primi 19 tiri difficilmente il viaggio si concluderà positivamente. Toronto è stata ridicolizzata nei primi tre periodi da Golden State, venendo spesso quasi doppiata (65-33, 88-46). Non c’è stata nemmeno reazione da parte dei Raptors, ma solo una scaramuccia da signorina innescata da Hansbrough contro Ezeli. Gli Splash Brothers hanno combinato per 47 punti, e Draymond Green ha scritto 17+9, ma tutti gli Warriors hanno giocato solo i primi tre quarti, perché in quello conclusivo hanno avuto pietà di Toronto che ha vinto l’ultimo parziale per 32-15.

UNITED CENTER, CHICAGO: MINNESOTA T’WOLVES 89 – CHICAGO BULLS 96

Butler (28+12, 43 inuti in campo) per i punti, Noah (11-12-8) per gli assists: ci han pensato soprattutto loro a rimpiazzare, almeno statisticamente, lo sfortunatissimo D-Rose. Vittoria non esattamente agevole, ma molto importante per il morale dei Bulls, contro dei T’Wolves ispirati. Chicago era priva anche di Pau, influenzato. Gran spolvero per Ricky Rubio (15-6-10) e solidissimo Pekovic (12+11). A Minnesota è mancata soprattutto la panchina, con il solo LaVine a contribuire davvero (9-6-2). Chicago ha avuto buone notizie anche da Dunleavy (21-8-3)

TOYOTA CENTER, HOUSTON: BROOKLYN NETS 98 – HOUSTON ROCKETS 102

Houston era partita subendo un 2-15, e ha dovuto inseguire per tutta la partita, fino al pareggio di Beverley a 72 secondi dalla fine e poi al game winner di Harden con una decina di secondi sul cronometro generale. Da notare che quello è stato solo il quarto canestro dal campo per la Barba, tenuto a 4-15 da un’ottima difesa di Brooklyn. Peccato che senza KG la difesa sui lunghi faccia meno effetto:Terrence Jones (autore di un recupero molto guidato e graduale dopo un grave infortunio, con ottimi risultati) ha scritto 26+12 con 11/15 al tiro, come se non fosse stato mai nemmeno toccato, dal momento che ha tirato solo 4 liberi pur essendo in serata di grazia.

FEDEX FORUM, MEMPHIS: LA CLIPPERS 97 – MEMPHIS GRIZZLIES 79

Doppia-doppia sia per DAJ (15+22) che per CP3 (19-4-13) in una notte del tutto serena per i Clippers. Nonostante il distacco tra le squadre si sia dilatato solo nel quarto periodo, i Clippers hanno avuto Memphis sempre e soltanto alle spalle. Grizzlies scarichi, positivi solo in Randolph (20+10) e in Courtney Lee (12-5-4), che si conferma ottimo tiratore da tre: 3/5 stanotte, e terzo assoluto della NBA.

SMOOTHIE KING CENTER, NEW ORLEANS: MIAMI HEAT 102 – NO PELICNS 104

La gara dal finale più emozionante della notte: Wade (11-4-8) per Whiteside (16+7 e 4 stoppate) e la schiacciata del 102-100 Miami. Pareggia NO, sbaglia Miami. Gordon (20-1-8) per Ajinca (24+8) e i 2 punti del 104-102 Pelicans. Stessa azione Wade per Whiteside, con Asik (5+10) che stoppa il lungo di Miami (tanta palla ma anche tanto corpo nell’azione del Turco). Asik però apre il contropiede per le sedie del parterre, dando a Wade la chance di vincerla, ma la tripla finisce fuori. Heat sempre senza Bosh e Pelicans semrpe senza Davis-Holiday-anderson, ma con un grande Gordon e un utilissimo Cunnigham (10+10).

PEPSI CENTER, DENVER: UTAH JAZZ 104 – DENVER NUGGETS 82

Continua lo sprofondare dei Nuggets, peggior squadra al momento nella NBA con 1-9 nelle ultime dieci, e quelle precedenti non erano di molto migliori. I giovani Jazz vincono facile sulle ali di Favors (21+10) e Trey Burke (19-2-4), Gobert 10+8. Di nuovo Barton (22-2-2) il migliore tra i Nuggets: lui è appena arrivato da Portland, dove non giocava quasi mai, mentre a Denver vede molto il parquet ed il suo entusiasmo è alto. Gallo incolore, con 13-2-1 in 26 minuti.

SLEEPTRAIN ARENA, SACRAMENTO: SA SPURS 107 – SACRAMENTO KINGS 96

Se gli Spurs avessero perso, avrebbero accumulato la quinta sconfitta in fila, e sarebbe stata la seconda volta nei 16 anni dell’era Duncan. Non è accaduto, e non a caso il ritorno alla vittoria coincide con due prestazioni buone di Parker (19-5-4) e Ginobili (16 pti senza palloni persi). Assente Cousins per un piccolo inconveniente ad una caviglia, il migliore dei Kings è stato il sophomore McLemore (21-4-2).

STAPLES CENTER, LA: MILWAUKEE BUCKS 93 – LA LAKERS 101

Milwaukee forse ha pensato di averla già in tasca trovandosi sopra di 7 all’inizio del quarto periodo. Invece i Lakers sono decollati insieme a Wayne Ellington (14-6-5, con due rubate importantissime nel finale), surclassando i cerbiatti 36-21 per finire vincenti. Solito positivo Clarkson (16-4-5) per aiutare nel raccogliere la W casalinga numero 9. I Bucks si son spenti alla fine, nonostante due belle prove di Ilyasova (17+12) e Antetokounmpo (13-8-4). Malino MCW.

MODA CENTER, PORTLAND: OKC THUNDER 112 – PORTLAND TRAILBLAZERS 115

Miglior realizzatore, rimbalzista e distributore dei Thunder: Russell Westbrook, 40-13-11. RW ha però bisogno di avere qualcuno di nome KD al suo fianco. Per dare un’impronta vincente alle sue prestazioni oggettivamente fantastiche, ma anche per ripulire il suo gioco, perchè anche stasera ha perso 6 palloni. Nell’era presente, il basket NBA non è uno sport dove si possa vincere da soli, e nemmeno un campione come lui può sconfessare questa regola. Portland vince dopo averla a lungo inseguita, con un quarto periodo in cui infligge 14 punti di scarto ad OKC. Lillard e LMA hanno segnato entrambi 29, aiutati da Afflalo a 18. Aldridge ci ha aggiunto 18 rimbalzi. Ad OKC hanno visto infortunarsi (la serie sembra non avere fine!!) anche Kanter, da poco arrivato: non dovrebbe essere un’assenza lunga. In sua vece, molti minuti a McGary, che ha risposto brillantemente con 20+9. Deficitario il centrocampo dei Thunder: Waiters, Roberson ed Augustine hanno tirato complessivamente 6/22 e Dion ci ha messo anche una persa stupidissima e sanguinosa nel finale tirato.