La sconfitta fa male ed il volto di Pino Sacripanti esprime tutta la delusione per un’eliminazione senza dubbio inaspettata. «Complimenti a Reggio Emilia – afferma il coach canturino – perché ha giocato una buonissima partita ed ha esaltato le individualità. Quando manca qualcuno tutti danno sempre qualcosa in più come hanno fatto i nostri avversari. Kaukenas e White ma anche Pini sono stati decisivi».

Sacripanti punta l’indice sul fattore mentale prima ancora che su quello tecnico. «Siamo scesi in campo contratti, giocando con un’esagerata pressione e con il peso di dover vincere per forza. Abbiamo perso al di là degli 1vs1 frontali subiti; abbiamo sbagliato troppi liberi, tirati con appena il 60%, poi preso canestri da 3 e penetrazioni, mentre nel secondo quarto in attacco abbiamo giocato con poca pazienza. Nel terzo tempo siamo riusciti a ricucire lo strappo poi al momento del sorpasso abbiamo fatto sempre la scelta sbagliata, con troppi errori di tiro».

Il coach brianzolo, infine, ammette che «la stanchezza nelle ultime gare non ci ha fatto giocare come possiamo ed è chiaro che già da alcune gare non abbiamo grande brillantezza».

Sul versante reggiano lo stato d’animo di Massimiliano Menetti è diametralmente opposto, tant’è che il coach esordisce con una battuta: «Avevo detto che in caso di vittoria volevo già la coppa ma non la vedo. Scusatemi ma voglio sottolineare che abbiamo fatto una grande partita, anche in considerazione delle assenze. Ringrazio i ragazzi ma anche la società per i giovani che oggi abbiamo messo in campo. Complimenti in particolare a Pini, bravo a farsi trovare pronto pur non giocando quasi mai in campionato». Menetti ha voglia di sognare e non usa mezzi termini: «Finché siamo in ballo…» prima di addentrarsi nei meandri della prestazione di Reggio Emilia. «Al di là delle cifre mi piace evidenziare il gioco di squadra, la circolazione di palla che ci ha permesso di arrivare sempre a buone soluzioni di tiro. Abbiamo tenuto botta e anche quando siamo finiti sotto di uno non siamo crollati». Il coach conclude mettendo in risalto le forza mentale del suo gruppo. «Non eravamo partiti per Milano solo per fare le comparse, avevamo grande voglia e concentrazione pur perdendo play e pivot titolari nel giro di due giorni. Più che le motivazioni, ad aiutarci è stata la concentrazione che ci ha spinto oltre i nostri limiti e le difficoltà contingenti».

La serata di Menetti è proseguita con il lavoro nel parterre… c’è da studiare Milano e Sassari perché una delle due domani sarà l’avversaria della Reggiana.