La stagione della Juvecaserta era iniziata con ben altre prospettive, slogan e con il volto di Enzino Esposito, campione amato e mai dimenticato, impresso su tutti i cartelloni pubblicitari, per cercare di incrementare, quantunque ve ne fosse stato bisogno, la voglia di basket del popolo casertano.

Lo stesso Enzino Esposito da testimonial è stato chiamato alla guida della barca bianconera nell’impervio mare della salvezza.

La crisi di risultati è stata ampiamente analizzata. Infatti i proclami della vigilia, dopo appena cinque partite erano già tramontati e si è iniziato a parlare di raddrizzare prima e di salvataggio poi, della stagione. Caserta - Esposito-Molin-Barbagallo-Iavazzi-Atripaldi

Addio a Molin, arrivo di Markovski, nuovo addio e promozione di Enzo Esposito, a capo allenatore. Per la prima volta. Nel mezzo altre sei sconfitte e un via vai di giocatori da far invidia alla Hall di un Hotel sold out, o meglio di una stazione di una metropoli, con il raggiungimento dei bonus di trasferimenti possibili in una stagione.

Juvecaserta_ai_SalesianiLa storia nota: la risoluzione di alcune questioni tecniche (il via libera a Young) e raggiungere quota quattordici sconfitte. Un breve effimero sussulto e di nuovo la caduta verso il baratro della retrocessione. Con un ultimo rantolo e con la vittoria in casa con Venezia. La speranza, si sa, è l’ultima a morire ma si ritiene, sperando di errare, che la sentenza sia già scritta.

Ma come si è giunti a questo punto? Cosa è successo? Luoghi comuni, in queste circostanze: campagna acquisti e scelte tecniche errate, buona dose di sfortuna, cattiva gestione delle emergenze.

Tutto vero. Di solito è così. Ma, more solito, si nasconde la vera verità e continua a regnare una gran confusione.

Caserta_Sam-Young_@Vastano050Caserta_Markovki-Zare_402L’aspetto prettamente tecnico è stato ampiamente analizzato. Principale capro espiatorio Marco Atripaldi con le sue scelte tecniche errate, la conferma di Molin, coach troppo debole caratterialmente, in testa. L’ingaggio di Sam Young, poco genio ma molta sregolatezza ed in grado di spaccare lo spogliatoio. Taglio il cui merito è da ascrivere ad Enzo Esposito ma che andava fatto sin dalle prime giornate. Analisi scontata.

Ma le scelte del giemme sono state avallate dalla società che, comunque, ne ha condiviso i punti, le opzioni, le valutazioni. Indubbiamente Marco Atripaldi non ha operato nell’unico interesse della Juvecaserta così come ha inteso far credere anche nell’ultima intervista rilasciata: ma responsabile ultimo è sempre chi gestisce. Si dice che il capo ha sempre ragione, ma anche torto e deve assumersene le responsabilità con chiarezza e senza ingenerare confusione. Senza accampare scuse che non giovano a nessuno e servono solo a far presa su un determinato, ma sicuramente minoritario, pubblico.

Caserta_Iavazzi-Esposito_401Distratti, si fa per dire, dall’aspetto sportivo, si è perso di vista, ma non tanto, quello societario, tra beghe di cortile, botta e risposta sui social network, solo per ingenerare una maggiore confusione. Parlare a fine stagione, anche se oramai tutti lo stanno facendo (leggi Barbagallo e Atripaldi), è diventato un refrain, nascondendosi dietro l’aspetto sportivo e che riemergerà in maniera preponderante non appena i giochi sul parquet saranno chiusi. Le parole? Sempre le stesse. Non cambiano mai. La colpa è sempre degli altri. L’errore è stato quello di fidarsi delle persone sbagliate. Nessuno ha sposato il progetto. Che fare? Nessuno cela che Lello Iavazzi ha investito personalmente e si è sobbarcato i debiti della gestione precedente. Ma ora? Questo il punto: occorre fare chiarezza e dire solamente se si intende andare avanti con un progetto concreto e facendo bene i conti. Ma all’inizio. Non facendo il passo più lungo della propria gamba. Nessuno lo ha chiesto.

A questo punto è bene capire un aspetto: perché si mira a gestire una società professionistica di basket? Per amore dello sport, per amore della propria terra? Si, è indubbio, ma troppo semplicistico e campanilistico. Fermo restando che la componente emotiva e passionale ci deve essere, altrimenti si potrebbe pensare di investire denaro in altri campi, si deve capire che la gestione sportiva è demandata a società di capitale (e non potrebbe essere diversamente tranne casi particolari) anche con dei vantaggi di natura economica e non solo e sempre perdite, come ci si lamenta. Altrimenti si parlerebbe di missionari. Esiste una legge sul professionismo sportivo (23 marzo 1981 n. 91 e 18 novembre 1996 n. 586 cosiddetta Bosman) che sancisce regole e norme, diritti e doveri.

Caserta_Iavazzi-Barbagallo_@Vastano001

E’ vero che i soci della Juvecaserta hanno provveduto alla necessaria ricapitalizzazione, ma l’incertezza sul futuro regna sovrana. Ognuno ritiene di avere ragione e porta acqua al suo mulino. Barbagallo paventa la possibilità di costituire una fondazione per la gestione della società sportiva mentre Iavazzi, demandando, come detto, a fine campionato ogni commento, rivendica l’unica titolarità della società attuale affermando di essere stato lasciato solo nell’esercizio. A bocce ferme, siamo sicuri, si ricomincerà con le solite querelle, solite cantilene che non producono positività.

Si dicesse sin da ora se si è in grado di gestire e dare continuità alla gestione societaria con serietà e professionalità. Che sia in A1 o in Lega gold.

Nel mondo sportivo (e non) odierno, non ci si può improvvisare ma si abbisogna di una struttura in grado di fronteggiare tutti gli aspetti al fine di reperire sul mercato gli introiti e le sponsorizzazioni necessarie con una rete di merchandising e di marketing professionali. Solo così si può sperare di resistere e non affondare del tutto, rischiando la non iscrizione al prossimo campionato che, come detto, sia in A1 o lega gold. Si faccia chiarezza e non si aspetti e perda altro tempo prezioso.

La ricapitalizzazione, si badi bene, non è sinonimo di garanzia per il futuro.

Juvecaserta

La JuveCaserta è espressione del territorio e forse (anzi senza forse) il miglior prodotto che serve a promuovere la città di Caserta. Più della Reggia, che, pur essendo uno dei monumenti più visitati, non viene sfruttata per incrementare l’economia del territorio.

La Juvecaserta non deve servire solo per delle belle sfilate nel parterre del Palamaggiò da parte di notabili e politici. Quest’ultimi, infatti, nulla hanno mai fatto affinché la città sia degna di una squadra di basket in serie A1 e con ambizioni europee con tutto ciò che ne consegue in termini di visibilità.

Cosa vuol dire? Che la città non lo merita.

Con la squadra di basket in Lega gold (sempre che riesca a sopravvivere), la città di Caserta sarà ancora più povera. Se ciò fosse possibile.