L’arrivo di Dragan Kićanović alla Scavolini Pesaro nella stagione 1981/1982 costituì uno dei risultati di una attenta oculata programmazione della Società coadiuvata da coach Pero Skansi. A un roster che già annoverava Mike Sylvester, Walter Magnifico, Amos Benevelli, Roosevelt Bouie, e Giuseppe Ponzoni, sempre nel 1981, si aggiunse Domenico Zampolini, mentre due anni dopo, Andrea Gracis, Ario Costa e Željko Jerkov fornirono ulteriore linfa a un team già altamente competitivo.

Per siglare il trasferimento di Kićanović, o Kićo come veniva chiamato confidenzialmente,  agli inizi di settembre si disputò nella Hala Sportova di Novi Beograd un match di addio proprio tra la Scavolini Pesaro e il KK Partizan a cui assistettero circa 5.000 tifosi giunti per rendere onore e ringraziare una delle leggende del club bianco-nero. Per tutta la partita lo acclamarono gridando “Kićo majstore” (trad.: Kićo maestro) e Kićo ostani (trad.: Kićo resta con noi) a dimostrazione dell’apprezzamento e dell’affetto che nutrivano nei suoi confronti. L’incontro, disputato con i ritmi tipici di una esibizione, si chiuse dopo un tempo supplementare con il risultato di 125:123 a favore della Scavolini che poté sfruttare una panchina certamente più lunga. I maggiori realizzatori in entrambe le squadre furono Dalipagić (27) e Pešić (18) per il Partizan, mentre per i pesaresi Sylvester (40) e Kićanović (28). Per quest’ultimo una prestazione di rilievo ed un addio da ricordare.