Soprannominato “lo Sceriffo del Nebraska” per la professione svolta dal padre, questo gigante mancino di 206 centimetri è senza dubbio uno dei più forti americani mai arrivati in Italia.
Dal 1972 vestì per 7 stagioni la maglia della Pallacanestro Milano, la cosiddetta “altra Milano”, società che in quegli anni fu capace di sovvertire le gerarchie cittadine a scapito dei più blasonati cugini dell’Olimpia. Grazie al suo micidiale tiro cadendo all’indietro, fu per tre volte consecutive il miglior marcatore del campionato ad una media complessiva di 32,7 punti per gara (ed è il quarto bomber di tutti i tempi con 9.870 punti realizzati).
E’ stato anche l’ultimo giocatore in Serie A ad essere contemporaneamente miglior marcatore e miglior rimbalzista del torneo, specialità in cui viaggiava a circa 15 palloni per partita.
“Lotta Jura senza paura” era il coro coniato dai suoi tifosi sugli spalti del PalaLido, teatro delle stagioni più belle del club meneghino che, non a caso, salutò il grande basket proprio quando CJ si trasferì in Svizzera.
Dopo l’anno al Lugano, Jura tornò in Italia sposando la causa di Mestre, che non solo trascinò subito alla promozione in A1 ma, poiché all’epoca le squadre neopromosse dalla A2 accedevano ai playoff scudetto, condusse fino ai quarti di finale contro l’Olimpia Milano.
L’anno seguente, Mestre centró una bella salvezza con un gran girone di ritorno e a Varese Jura sfoderò addirittura una prestazione da 35 punti in 34 minuti!
Nel 1982 firmò per Bergamo, neopromossa in A2 e allenata dal giovane Carlo Recalcati, e anche lì fu un cammino trionfale, culminato con la promozione in A1.
Dopo un’altra stagione vissuta in A2 con la Master Roma, Jura firmò con la Pallacanestro Livorno senza tuttavia mai giocare con i labronici semplicemente perché decise di tornarsene negli Stati Uniti.
In Serie A ha viaggiato a 20,5 di valutazione in 22,5 minuti giocati, per un coefficiente punti di 0,91 ed una quotazione che arriverebbe a 615.000 fanta crediti.

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