Stanotte la NBA ha officiato i propri PlayOffs con l’ultima gara del primo turno e la prima del round delle Conference Semis.

Il titolo che abbiamo dato a questo Recap si riferisce ad entrambe le gare, ma è particolarmente dedicato alla Gara7 del primo turno ad Ovest, l’unico confronto tra tutti quelli in programma ad essere arrivato alla bella, e al quale si riferisce la foto di copertina. Dopo una W esterna ciascuno (Gara1 a Los Angeles e Gara6 a Salt Lake City) Clippers e Jazz arrivavano al redde rationem in quel dello Staples Center. Tre ore prima Celtics e Wizards avevano dato il via alle Semifinali di Conference.

 

TD GARDEN, BOSTON. WASHINGTON WIZARDS 111 – BOSTON CELTICS 123

NBA aficionados, bisogna venire a patti con un dato di fatto: i Boston Celtics sono la squadra più umorale e imprevedibile della Associazione. Non riescono mai a fare qualcosa di normale. Men che meno in questi PO 2017, di per sé del tutto particolari per la tragedia capitata alla sorella di IT4. Il nanerottolo si è fatto in 36 ore 6000 miglia di volo per assistere al funerale di Chyna, da Boston a Tacoma e ritorno, ed è arrivato in campo per “guidare” i Celtics alla peggior partenza biancoverde di sempre nei PO: 16-0 e poi 22-5 per Washington, 9 rimbalzi a 0 e poi 13 a 3, e al momento del +17 gli Wizards avevano 16 tiri contro i 7 dei Celtics. Un abisso. Aggiungete questo: in stagione regolare una squadra si è trovata per 91 volte in vantaggio di 17 nel primo quarto, e il bilancio era 83-8 per coloro che avevano goduto di quel precoce fossato. Fate 83-9, perché, appunto, questi Celtics si nutrono di miracoli. Dimenticavo: nella partenza-incubo i Celtics contavano anche un dente perso (e raccolto, e riattaccato negli spogliatoi) da Thomas (e chi senno?..magari poco, ma sul bagnato piove sempre..). La “foto” della faccia di IT4, col buco tra i denti e labbro+gengiva superiori sanguinanti, di ritorno dal funerale della sorella e nel mezzo di un “tanti per loro zero per noi”: quella faccia stride, segna la differenza e molla la paga a quella di CP3 che potete osservare in cima a queste parole. Un punto di svolta definitivo, avvenuto quando già Boston si era riportata a -5 con una grandinata di triple (3/3 di IT4, poi Crowder) e un grande impatto dalla panchina di Olynyk, è stato l’infortunio alla caviglia di Gemello Markieff, uno degli uomini chiave di Washington, per lo spazio che occupa sia sotto che sul perimetro, obbligando le difese ad adeguamenti sempre difficoltosi. Fuori MM, sono un po’ aumentati, di conseguenza, anche i minuti di Gortat, e se ci seguite ormai conoscete il Teorema che riguarda il centro polacco: per quanto buone possano essere le sue prove offensive o i numeri a rimbalzo, non coprono mai le magagne in difesa, e quindi, ogni volta che lui giocà 18+ minuti, le possibilità di successo per gli Wizards si riducono in proporzione. Una volta accorciate le distanze, una volta uscito Morris, il resto lo ha fatto la grande difesa di coach Stevens, non meno efficace di un attacco capace di 90 tiri col 51%: 87 sono stati quelli di Capitol City, ma non dimenticate che Boston è partita sotto di 9 tiri; il differenziale nutrito da difesa e rapida circolazione è dunque di 13 tiri in 36 mins, una specie di dominio esemplificato dal 71-42 che Boston ha rifilato agli avversari nel secondo+terzo quarto. Visto che le cose normali, abbiamo detto, non piacciono al TD Garden, Boston è rimasta senza segnare per i primi 4 mins del quarto periodo, permettendo a Wall e compagni di rimontare fino a -4 sfruttando una sfuriata di Bradley Beal, ma sono stati ricacciati indietro da una tripla di Jaylen Brown: rookie, appena entrato, mai entrato nelle precedenti 3 partite. Terminiamo con qualche score. IT4 33-1-9, Al Horford al limite della tripla doppia: 21 (9 nel quarto periodo)-9-10, Crowder 24+6 con 6/8 da 3, Olynyk 12+4 (10 decisivi quasi di fila nel primo quarto), Smart totale e fondamentale al di là delle cifre: 6-3-4, con 3 rec e 3 stoppate tutte su Wall. Per gli Wizards Wall 20-4-16, Beal 27 di cui 11 nel quarto periodo, Gortat 16+13 MA ben 39 mins in campo, Otto Porter 16+11 e il dente di IT4, in un contatto fortuito.

 

STAPLES CENTER, LA. UTAH JAZZ 104 – LA CLIPPERS 91

ClipperTown, priva di Blake Griffin (e di questo non bisogna scordarsi), rovina tutto, come da copione PaolinPaperinesco. Lo fa con una gara gestita sul filo della paura, e senza mai rinunciare ai propri difetti. Quali? DeAndre Jordan è un ottimo centro, capace di 24+17 e dunque di poter sollevarsi tra i primi per protestare la propria innocenza rispetto l’eliminzaione. Sì, però poi vai a vedere i liberi e scopri che ha tirato 6/15 come al solito; prosegui, arrivi alla casella delle stoppate confidando di trovarci numeri eccellenti e vedi lo 0. Doc Rivers è un coach con un Anello al dito, ma potremmo andare a vedere quanti gliene mancano, e ne troviamo almeno uno (Finals 2010) che non è sulla sua mano quando invece dovrebbe esserci; i suoi TO “psicologici” sono nulla più di: abbiamo tempo state calmi, e le sue idee per rimontare non sono andate oltre allo schierare nel quarto periodo 4 piccolissimi (Paul-Crawford-Rivers-Felton/Redick) più DAJ. E infine Chris Paul (13-4-9, partita scarsa, ma non è quello il punto). La foto che correda questo articolo non è presa, come l’espressione potrebbe indurre a pensare, a 5 secs dalla fine della gara con la sconfitta ormai scontata, ma a 8:38 dalla fine del secondo quarto (quasi 33 mins da giocare insomma) e i suoi sotto di 3: giuro, non ho lasciato nella tastiera nessuno 0. Non strano che la totale sfiducia del “reuccio” incida sullo scarso rendimento dei compagni quando lui è in panchina: proprio a partire da quel momento i Jazz molleranno il parziale che si rivelerà decisivo, allungando a +7 all’intervallo, e dilatando il vantaggio fino al +16 che chiudeva il terzo quarto. Altro dato: quando mancavano poco meno di due minuti alla fine della gara, nel quarto periodo i Clippers avevano segnato 27 punti: 24 della coppia DAJ+Crawford (con 9/10 al tiro), 3 degli altri (con 1/5 grazie a una tripla di Redick, per il resto disastroso); in tutto questo CP3, il presunto condottiero: non pervenuto nonostante la presenza in campo. Tutto ciò mentre i Jazz, perfettamente oliati da coach Snyder, eseguivano con precisione (alla fine quasi il 51% dal campo). Utah va avanti dunque con merito e nonostante, stanotte, non abbia potuto godere dei servigi di Gobert: 6 falli in 14 mins ne hanno ampiamente limitato l’apporto. Meno male per i Jazz che Favors ha scritto 17+11 e Hayward ha segnato ma anche aiutato a rimbalzo (26+8). Per i Clippers, salvo fino in fondo solo Jamal Crawford (20-4-4 e 8/16 dal campo dopo un inizio da 1/6). I contratti di Paul, Griffin, Redick, M’Bah-a-Moutè e Speights sono in scadenza o in player option: sarà un’estate di scelte difficili in quel di ClipperTown, ma ne parleremo a parte e al momento giusto: ora è PlayOffs Time!

 

Ecco la definitiva composizione delle Conference Semifinals.

 

EAST

Boston Celtics vs Washington Wizards

Cleveland Cavs vs Toronto Raptors

 

WEST

Golden State Warriors vs Utah Jazz

San Antonio Spurs vs Houston Rockets