Notte da 5 partite nella NBA, erano impegnate le prime di ognuna delle due Conference ed una sola su 10 con record chiaramente negativo.

Per prima era scesa in campo Denver, che ha lasciato crudelmente speranze ai poveri Knicks per tre quarti e mezzo, prima di chiudere la questione. Al grido di “Tessitori è meglio di Jokic” speriamo che la gara sia stata vista da Stefano Michelini, che avrà potuto considerare la portata delle sue affermazioni osservando il Serbo mettere a segno 19-14-15 con 1 rec e 3 stoppate. Molto importante nella W dei Nuggets anche l’apporto della panchina: Malik Beasley esploso nella sua migliore in carriera (23-6-5 con 5/9 da 3) e Paul Millsap, autore di una prova contraddittoria al tiro (6/9 da 2, 0/4 da 3, 4/10 ai liberi) ma fondamentale nel puntellare le incertezze della squadra. DEN ha subìto soprattutto la prova combinata di Kanter+Vonleh: come spesso accade il punto debole dei due lunghi dei Knicks è la casella punti realizzati dell’ex Indiana U (5+14) mentre l’oriundo turco non difende nemmeno pagato (come in effetti è, e parecchio). La grande classe di rookies della scorsa stagione sta, in maniera e intensità differenti, faticando al secondo anno: Donovan Mitchell ha percentuali orrende (41 dal campo e 29 da 3, 31% dal campo in Dicembre, 7/23 stanotte), e la stagione dei Jazz è finora sotto alle aspettative anche per questo. Stanotte Utah era a Toronto, che da Santo Stefano gioca senza Lowry (problemi alla schiena, per qualche altra gara il suo impiego sarà deciso poche ore prima della palla a due). L’occasione per una W esterna di prestigio poteva esser ghiotta, ma si è messo in mezzo Kawhi, che ha scritto il suo career-high, 45 pti. Lo ha fatto alla vecchia maniera, senza infilare triple (0/3) e tirando meglio da 2 (16/19) che dalla lunetta (13/17). Grande gara anche del camerunense Siakam per i Raptors (28+10 con 3/4 da 3), mentre nei Jazz hanno brillato Crowder (30+6) e Gobert (16+9). Milwaukee non ha lasciato nemmeno un quarto ai Pistons, e ha fatto giocare almeno 4 mins a tutti i giocatori. Sacramento è dall’inizio di stagione tra le prime 3 per punti segnati nel quarto periodo: anche stanotte ha rimontato, portandosi avanti di 6 con meno di 3 mins alla fine nei confronti di Portland. Da quel momento in poi, però, le fonti di punti dei Kings si sono prosciugate, causando prima l’aggancio del supplementare per i Blazers e poi la sconfitta. Contemporaneamente ai problemi dei Kings, per POR emergeva alla grande Jusf Nurkic cha ha aggiunto 12 pti negli ultimi 10 mins di gara ad una prestazione sontuosa: 24-23-7 con 5 rec e 5 stoppate. Sarebbe stata una W molto importante per SAC (al momento nona ad Ovest) perché, oltre a farla entrare nella Playoff-picture, l’avrebbe messa alla pari (20-17) con POR. Infine, gara inizialmente pigra dei Clippers a ClipperTown ospitando i Sixers. Lo show di Embiid (28-19-3 con 1 rec e 3 stoppate) confermava che lui è il giocatore che nella storia ha fatto più male alla franchigia californiana (34 di media, il secondo è George Gervin a 29.5); inoltre la messe di palloni persi dei Velieri peggiorava le cose e rendeva costante un vantaggio di Phila oscillante tra 16 e 21. Fino a che (punteggio 99-78) nell’ultimo 1:58 del terzo quarto i Sixers perdevano 4 palloni in fila, consentendo ai ragazzi di Doc Rivers di portarsi a -11. Da quel momento la gara, che era quella del Buon Anno Nuovo dei Clippers ai propri tifosi, diventava invece quella dello Slappy New Year, con contatti proibiti che portavano prima a un doppio tecnico Embiid-Beverley, poi a un’altra mini-rissa Bradley vs Butler: l’ex Celtics e l’ex Bulls venivano espulsi. Si era a metà quarto periodo, 110-97 Phila. La fotografia successiva di 112-108 dice che per 3:20 i Sixers non hanno segnato, consentendo un 11-2 a LAC. Da quel momento era una gara ai tiri liberi, con finale favorevole ai Sixers, anche per via di qualche insolito errore di tiratori solitamente affidabili da parte dei Clippers (per esempio stanotte Lou Williams 5/9 e uno 0/2 tagliagambe di Harrell con 58 secs da giocare).