Ci si può esaltare per un match giocato male per 35′ e con percentuali al tiro inferiori al 40% sono a quel momento? La risposta è si se in campo hai Martin, Kravic e Punter. Succede tutto in una serata speciale al PalaDozza: a 10 anni dall’ultima apparizione continentale, coincisa con la vittoria dell’Eurochallenge e la Virtus che torna sul palcoscenico Europeo. Lo fa dalla porta secondaria, ma in una cornice storica che ha goduto delle gesta di mostri sacri come Sabonis e Fasoulas tra gli avversari, Danilovic e Ginobili tra le fila dei padroni di casa, solo per citarne alcuni.

                               

Segafredo Virtus BolognaNeptunas Klaipeda    83 – 78 dts 

Parziali: (10-19, 14-14, 19-21, 26-15, 14-9)

La Gara

Si riparte dagli errori bianconeri già visti in quel di Trieste, con una difesa troppo molle, in costante ritardo sui ribaltamenti di fronte e la difficoltà ad imporsi a rimbalzo. Questa volta manca poi la mano fatata dall’arco e si vola sul  3-12 ospite dopo 5 minuti, ringraziando le medie non esaltanti anche per il Neptunas.

Cambiano regista e pivot, Cournooh e Qvale per Taylor e Kravic ma la musica no, con forzature al tiro e dormite colossali nel colorato. Sacripanti chiama time-out con 3 miseri punti a referto in quasi 6′ di gioco ed un passivo di -11, che sarebbe anche potuto essere ben più pesante. Manca fosforo alla Segafredo e gli attacchi sono un susseguirsi di forzature che cozzano contro la fisicità del Neptunas e portano a cattivi accoppiamenti difensivi con conseguenti giri in lunetta regalati agli avversari. Solo la scarsa vena offensiva del Klaipeda permette alla  Virtus di non sprofondare in un passivo quasi imbarazzante, ma di chiudere il primo quarto con un comunque mestissimo 10-19. Le statistiche, impietose, parlano da sole con 4/15 dal campo per i bianconeri e 8/18 per i lituani; non propriamente una prestazione da elite europea.

Inizio secondo quarto dove nessuna delle due squadre riesce a cambiare un inerzia sonnecchiante, fatta di difese lente ed attacchi fuori ritmo; ne approfitta leggermente la Virtus che tenta di ricucire un minimo sul 23-28, prima di ricadere sul definitivo 24-33 . Nella mediocrità generale del match la differenza viene fatta dalla maggior fisicità e presenza in area del Neptunas, mentre le cifre continuano ad inabissarsi: 9/26 Bologna 14/36 Neptunas, con 4/8 e 5/11 ai liberi. Jerai Grant e Kisielius continuano a vincere la guerra a spallate nel colorato, mentre gli aiuti bianconeri arrivano sempre con colpevole ritardo. Senza particolari sussulti o giocate degne di nota i lituani salgono sul +15, mentre la Segafredo sembra un pugile alle corde incapace di reagire, pur aleggiando l’impressione che, in caso di “risveglio bianconero”, il match potrebbe riaprirsi comodamente. La scintilla prova a scoccare a 3′ dalla fine del periodo, quando sulle ali di un infuocato Martin e gli assist di Taylor  la Virtus ricuce sino al 41-45, prima del nuovo devastante break avversario di 0-9 che spegne definitivamente la fievole fiammata bolognese nel periodo.

Si riparte sul 43-54 e dopo appena due giri di lancetta la Virtus perde Taylor col 5° fallo; sembra la fine, ma di nuovo un ispiratissimo Kelvin Martin ed una magia di Punter riaprono i giochi sul 54-57. Ancora Martin in acrobazia, Kravic dalla lunetta e Cournooh con 2 triple per il 66-62 che fa esplodere il palazzetto. La difesa di casa finalmente morde su ogni possesso e frutta stoppate e recuperi, mentre il Neptunas si blocca e tenta di restare aggrappato ad una partita sin qui dominata pressochè col solo Jerai Grant. La Segafredo allunga sino al 69-63 ma la frenesia offensiva impedisce ai bolognesi di fuggire, perdendo un paio di palloni banali, l’ultimo dei quali frutta anche uno sciocco antisportivo a Martin ed i lituani ringraziano impattando a quota 69. Gli ospiti avrebbero anche la possibilità di vincere sulla sirena, ma la stoppatissima di Kravic manda tutto ad un overtime, impensabile per 35′ e che invece sa di beffa per come arrivato.

Il supplementare parte prevedibilmente contratto ma, come nel finale di Trieste, è ancora la difesa bianconera a pagare dividendi ed armare la mano calda di Punter, che con 6 consecutivi firma il nuovo allungo sul 80-74 ad 1’18” dalla sirena. In rapida successione i lituani si ritrovano con una tripla sputata dal ferro ed una persa sanguinosa,  che consegnano una gara incredibile alle V nere. Primi due punti europei brutti (soprattutto), sporchi e cattivi ma in cascina, attendendo la fisiologica crescita di un gruppo totalmente nuovo.

MVP

Le cifre ed i canestri decisivi darebbero la palma al “solito” Punter, ma la scossa al match ed il break decisivo dal -15 al vantaggio portano la firma di un esaltatissimo Kelvin Martin. A lui il premio del migliore in campo in una partita difficile da interpretare sul piano tattico,  ma di incredibile impronta fisica e mentale.

Numbers

Partita dai 2 volti: quello orribile dei primi 20’minuti fatti di percentuali sotto il 40% per entrambe e quello fatto di grinta e difesa dura firmata Virtus degli ultimi 5 minuti.