La rampa di lancio dei Razzi proprio non funziona…

Anche quest’anno i Rockets del microball finiscono la stagione molto prima delle Finals. E’ oggettivamente un sollievo per tutti i fans della NBA, per gli aficionados, per gli amanti del basket. Esiste un confine tra “basket” e quel che i Rockets stanno cercando di fare da ormai 4 anni. Il limite è fissato dalla NBA: nessuna squadra arriverà a vincere un Anello tramite proteste, proteste, flop, flop, tiri liberi più o meno inventati. Queste sono le pietre, le fondamenta. Di tutto il resto si può parlare. Di Westbrook, seguace dell’assurdo e del senza logica. Di D’Antoni, coach ombra nel senso di quasi ininfluente: potrebbe rimanere a HOU per via dell’incertezza economica dettata dal Covid19. Di Harden che fa tutto bene quando non serve, o serve meno, o è del tutto inutile: come stasera (30-6-5 con soli 20 tiri). I Rockets, come i Sixers, sono la epitome in versione NBA di come a volte, nel mondo, ciò che è detto tante volte e con voce grossa finisca per diventare vero…anche se non lo è. Non è vero che il microball è un gioco spettacolare. Non è vero che Harden è un NBA Top 10. Non è vero che Westbrook è un grande giocatore. Harden è una voce dal passato, quando in quasi ogni campionato del mondo il capocannoniere giocava in una squadra media o mediocre, con zero speranze di tituli. Westbrook è il meno capace MVP della storia NBA. Il gioco dei Rockets è un pianto, ed una vera fatica guardarne una gara intera: il discorso torna su coach D’Antoni che ha voluto la microball ma non ha saputo dare ai suoi una pur minima disciplina. Avanti i Lakers, grazie Lakers insomma.

Los Angeles: vince Gara5 umiliando HOU con un primo quarto che ad un certo punto diceva 25-7 con 3 mins da giocare. Vince imitando quel che i Rockets vorrebbero essere: i primi 23 punti di LAL provengono da 5 triple + 4 panieri pitturati di LBJ, e 4 delle triple nascono anch’esse da incursioni in area di James o Davis. Le loro % finali parlano del 51% da 3 (19/37) e dl 52% totale dal campo (39/74), e di una gara dominata, vinta di 23 tirando 15 volte meno degli avversari. Il vostro vecchio cronista lo ripete da inizio stagione: i gialloviola, per avere chances di Anello, devono piazzare i sederoni di LeBron e Davis spalle a canestro, e sperare che il contorno faccia sufficientemente il proprio lavoro. Stanotte il contorno ha iniziato 7/10 da 3, con 4 uomini a segno: Gemello Markieff, KCP, Danny Green, Kuzma, e infine anche una tripla frontale di LeBron. A fine gara saranno 8 i Lakers in grado di segnare da 3, ma Anthony Davis no: 0/0, cioè le cifre che sempre dovrebbe registrare. Non avete letto molto ancora sul Monociglio: ha fatto la sua miglior gara dell’anno, ma non guardate le cifre (13-11-4, 6 perse). Pensate al fatto che non ha guardato l’arco, che, esclusi due falli in attacco che sarebbero stati due canestri, ha messo a referto il suo primo tiro a 2:56 dalla fine del secondo quarto. Per il resto tanto lavoro sporco o poco visibile: sedere in post basso da cui son nati 4 assists, intimidazione sotto il canestro amico per lo 0/6 iniziale (4 errori da mezzo cm di PJ Tucker) dei Rockets. Voilà: piccolo manualetto pratico per una formazione vincente.