Affermare che Carlo Recalcati è un mito della nostra pallacanestro non è la solita enfasi giornalistica; il Nostro è davvero uno che ha fatto la storia del basket italiano degli ultimi cinquant’anni.

Classe 1945, ha cominciato nell’Italia del boom economico, studiando la sera e facendo l’apprendista alla Radiomarelli, ed è finito in Nazionale prima da giocatore (166 presenze e 1.239 punti segnati e due bronzi agli Europei) e da coach: suo l’ultimo trionfo italiano, l’argento ai Giochi di Atene nel 2004.

In mezzo cinque scudetti: due da “gemello” di Marzorati, in campo, a Cantù e tre da allenatore; unico (con il Vate Bianchini) a riuscire nell’impresa di vincere con tre diversi club, a Varese, Bologna sponda Fortitudo e Siena.

Un Signore e un combattente che ha superato peripezie di ogni tipo, comprese le ultime vicende a Montegranaro.

Ha calcato palcoscenici illustri come Cantù, e teatri di periferia come Reggio Calabria, Bergamo, Arese, chiudendo la carriera di giocatore a Parma.

Oggi è a Venezia, dove il progetto di Brugnaro è ambizioso e ha bisogno di un Uomo di spessore per poter decollare.

La sua non sarà la Reyer di Garbosi e degli Stefanini, che trionfò nel biennio 1941-43, ma è la migliore degli ultimi anni e, difficilmente, si allontanerà dalla vetta.

Virtus Granarolo Bologna - Umana Reyer Venezia

In queste prime partite, la Reyer ha vinto anche non giocando benissimo, cosa succederà quando giocherete bene?

“Ciò che si è visto maggiormente in queste partite è che non abbiamo continuità nei 40 minuti, soprattutto nel rendimento dei 10-12 giocatori che scendono in campo. Principalmente in palestra stiamo lavorando su questo aspetto.”.

Che Reyer è quella di questa stagione?

“Abbiamo voluto miscelare l’esperienza di giocatori provenienti dalla stessa squadra che hanno vinto trofei importanti e che sanno cosa si deve fare per vincere. Abbiamo fuso la loro professionalità, sistema e metodo di lavoro, con quella di giocatori emergenti che affrontano il campionato di Lega A per la prima volta, come Dulkys e Stone. Adesso, con l’innesto di Nelson il nucleo di giocatori importanti si arricchisce sempre di più.”.

Umana Reyer Venezia - Giorgio Tesi Group PistoiaTutti, giustamente, esaltano Della Valle e Mussini, ma i vostri Ceron e Ruzzier non sembrano da meno.

“Noi abbiamo fatto una scelta ben precisa in estate, ovvero tesserare sei giocatori stranieri, proprio per puntare su di loro e dargli la possibilità di esprimersi nel massimo campionato e di dimostrare quanto valgono realmente. La nostra fiducia nei loro confronti è confermata anche dal fatto che abbiamo fatto un intervento nel reparto lunghi e non in quello degli esterni.”.

A proposito di lunghi, l’unica delusione parziale è Cameron Moore: è un 4 o un 5? Non pare si sia integrato nel roster oro-granata.

“Il fatto che lui si consideri un 4 o un 5 non è un problema, dato che noi giochiamo spesso con lunghi intercambiabili. Il nostro unico centro di ruolo è Ortner. Ora Cameron sta un po’ soffrendo il fatto che è entrato a far parte di una squadra di alta classifica, dove ci sono numerosi giocatori importanti, e quindi lui deve imparare a massimizzare il rendimento nei pochi minuti in cui scende in campo. Deve imparare a dare il meglio quando avrà la possibilità se vorrà diventare un giocatore importante in campo europeo”.

Senza peli sulla lingua, quali sono gli obiettivi stagionali della sua Reyer?

“Sicuramente almeno il raggiungimento delle Final Eight e dei playoff. Ma il loro raggiungimento non deve essere il nostro obiettivo finale. Vogliamo e dobbiamo giocarcela fino in fondo da protagonisti, arrivando a questi obiettivi nelle migliori condizioni possibili.”

Negli ultimi anni si scommette, sempre più spesso, su “collegiali” che non rendono secondo le aspettative, piuttosto che sugli italiani?

Purtroppo oggi il mercato è così, le squadre che giocano le coppe soffrono per questo motivo. Oggi si può perdere una partita anche in Olanda o in Belgio, cosa impensabile per noi trent’anni fa. Purtroppo è diminuita la qualità dei giocatori stranieri che arrivano in Italia. Oggi non siamo competitivi come la Germania, la Russia, la Turchia e anche la Lituania, a livello economico, e ci dobbiamo accontentare di rookies che, prima di rendere sul campo, devono capire come è il basket al di fuori degli Stati Uniti. Per questo motivo, il livello del campionato italiano si è abbassato molto negli ultimi anni.”.

L’ultima curiosità è su un suo “collega”: con lei Pozzecco si è mai stracciato la camicia?

“Quando era un mio giocatore spesso mi prendeva per la giacca perché non si risparmiava, voleva giocare sempre e, una volta, me l’ha anche stracciata, la giacca, ma non è mai arrivato fino a tanto! Sicuramente ha esagerato, ma sto soffrendo anche io per lui!”.

Enel Brindisi Umana Reyer Venezia