La sua carta d’identità indica il nome di Cernusco sul Naviglio, il suo cuore quello di Treviglio. Tra il capitano Davide Reati e il sodalizio biancoblù l’idillio cestistico e umano proseguirà fino al 2023. L’operazione allestimento della squadra per la stagione 2021-2022 messa in pista dal presidente Gianfranco Testa e dal suo staff parte dalla conferma di uno degli elementi storici della squadra. Già, perché per Reati la Treviglio del basket è paragonabile a una sorta di magnete da cui, prima o dopo, si finisce sempre per farsi riattrarre. Quello ricominciato durante questo campionato è infatti il quarto, robusto capitolo di una storia d’amore che, in passato, ne ha già mandati in archivio altri tre e tutti a suon di numeri luccicanti. Che, per rendere al meglio l’idea, è bene fare accomodare subito: stagione 2004-05, tredici partite disputate e 29 punti infilati nei canestri avversari, poi una parentesi alla Libertas Cernusco e il ritorno al “PalaFacchetti” dal 2006 al 2011 con uno score di 154 partite e 1615 punti. Nuovo, temporaneo esodo verso Varese, poi il nuovo richiamo della sirena biancoblù nel 2012-13 con un biglietto da visita che alla fine contava 34 presenze e 527 punti. Poi vennero Scaligera Verona, Derthona Basket, Pallacanestro Forlì, Piacenza e Benedetto XIV Cento. Ma dentro di sé Reati sentiva sempre quella parola chiamarlo a gran voce: Treviglio. Detto e fatto, nel 2019-20 ritorna a infilarsi la casacca biancoblù e a regalarsi e regalare al suo pubblico il sigillo di 24 presenze e 227 punti. Insomma, tra Reati e Treviglio regna un amore fatto di eterni ritorni che, in fondo, dal cuore non se ne è mai andato né, vi è da credere, se ne andrà mai. “Sono contento e soddisfatto di avere rinnovato il contratto con Treviglio – spiega – ringrazio la società che mi dà la possibilità di continuare con una maglia importante e prolungare la mia permanenza qui. E’ un segnale forte da parte di una società che sta già programmando la prossima stagione. C’è voglia di ricominciare, di giocare, di tornare alla normalità”. Cioè a chiudere definitivamente nello sgabuzzino del dimenticatoio a suon di canestri la nefasta esperienza di quel Covid-19 che, nel Bergamasco, si è abbattuta con particolare violenza. “Speriamo di riprendere il prima possibile- conclude – lasciando tutto ciò che è successo in questi mesi alle spalle”.