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Milano chiude con una sconfitta (la seconda consecutiva dopo quella rimediata a San Severo) contro Mantova

il 2019 non riuscendo nell’arduo compito di dare un’ultima gioia casalinga ai propri tifosi prima dei botti di Capodanno. Gli Stings, condotti per mano da uno stratosferico Clarke, sigillano così il proprio meritato secondo posto in classifica, una classifica che per Urania ora invita alla prudenza. Fondamentale per i Widcats, considerati l’equilibrio del girone e le sorprese che si susseguono, sarà ritrovare prima possibile fiato e condizione per gestire in maniera più continua i 40 minuti e approcciare al meglio le prossime sfide chiave.

La gara

L’avvio è decisamente spumeggiante con gli attacchi di entrambe le sfidanti che si fanno preferire alle difese: Urania, pur con qualche elemento debilitato in settimana dall’influenza, tiene botta con Sabatini e un ottimo Lynch in versione intimidatore; Mantova si aggrappa alla versatilità di Lawson e alla sua grande difesa in area. Sono proprio queste armi a infiammare il parziale di 11-0 della Pompea che, approfittando dell’imprecisione milanese, scappa sul 9-18. I padroni di casa, ricorsi precipitosamente al time-out, provano a rispondere con Raivio e Montano ma sono Raspino e un incandescente Lawson a mantenere alti i giri dell’attacco ospite consentendo alla banda di coach Finelli di archiviare il primo periodo sul filo della doppia cifra (15-23).

Il secondo quarto vede, nei primi minuti, la reazione di Milano che spinta da Raivio e dalle giocate d’energia di Bianchi torna in scia agli avversari inducendoli prematuramente a spendere il proprio bonus falli. Col fiato sul collo dei Wildcats però, gli Stings trovano modo di uscire dalle proprie sabbie mobili riuscendo con ampi dividendi a far male specialmente dentro l’area: è lì che Ghersetti e compagni costruiscono le basi del break di 2-13 che li conduce ben oltre la doppia cifra di vantaggio e li porta al riposo lungo sul tranquillo punteggio di 27-40.

La ripresa si apre sulla falsariga del primo tempo, ovvero con due difese ballerine e gli attacchi che macinano punti in tutte e due le metà campo. Seguendo questo spartito tuttavia, dopo poco Urania produce un 6-2 che insinua qualche dubbio in Mantova e in coach Finelli che immediatamente sospende il gioco. È Clarke allora che, lato ospite, si mette sulle spalle Mantova aiutandola con profitto a respingere li assalti biancorossi e a conservare un buon margine di sicurezza sui ragazzi di coach Villa i quali, pur volenterosi, non approfittano delle possibilità concesse dalla Pompea. Visconti dunque riporta sul +10 gli Stings ma improvvisamente Milano, negli ultimi possessi del quarto, fa pace col tiro da tre e in maniera tanto rapida quanto sorprendente rimette nel mirino la compagine mantovana (49-53) a dieci minuti dal termine.

L’aggancio e addirittura il sorpasso avvengono nei primi possessi del 4°quarto quando Urania, animata da un ritrovato Montano, si impossessa sempre più dell’inerzia del match e sul primo vantaggio dal 9-7 del periodo iniziale costringe frettolosamente coach Finelli a fermare il cronometro per parlare coi suoi. Il numero 14 dei padroni di casa ha però il sangue alla bocca e solo la classe di Clarke evita agli Stings di sprofondare e restare attaccati ad un match che negli ultimi cinque minuti assume toni fortemente agonici. Le risorse della Pompea però paiono infinite: Maspero, Lawson e un imprescindibile Clark firmano l’8-0 che a 2’30” da due possessi di vantaggio a Mantova e mette la gara su binari a lei decisamente favorevoli. Montano non smette di crederci e sigla il 67-71 ma l’americano in maglia 15 ospite è assolutamente on fire e, con grande freddezza, realizza la tripla decisiva che consente ai suoi compagni di gestire agilmente gli ultimi secondi e mandare i titoli di coda sulla partita.

Man of the match

L’MVP della sfida non può che essere Rotnei Clarke che nel finale, come dichiarato da coach Finelli, ha preso per mano la squadra mettendo in campo tutta la sua classe e la sua leadership. Per lui 29 punti con 10/19 dal campo e 6 triple fra cui quelle decisive prima per non far fuggire Milano e poi per batterla.

Magic Moment

Dopo due quarti di primissimo livello, Mantova ha subito la reazione di Milano tra terzo e ultimo periodo con il risultato che il match si è giocato nei possessi decisivi del finale. Lì è venuto fuori tutti il cinismo e il talento del numero 15 in maglia Stings, ben coadiuvato da Lawson e Maspero quando si è trattato di prendersi tiri e responsabilità scottanti. Così è nato il 15-7 con cui la Pompea ha portato a casa altri due preziosissimi due punti.

Numbers

In un match tra due squadre dalle abitudini e statistiche simili a far la differenza sono state le migliori percentuali al tiro di Mantova dal campo (46% vs 37%) che specialmente da tre punti (33% vs 22%). Gli Stings poi hanno fatto pesare il loro dinamismo e il loro maggior peso dentro l’area (40-26 i punti dentro i 6.75m), dato decisivo soprattutto considerando il pareggio in altre voci chiave come rimbalzi, assist e palle perse.

Tabellini

Urania Milano: Piunti 6, Pagani 2, Negri 9, Benevelli 0, Montano 17, Lynch 10, Raivio 14, Bianchi 8, Sabatini 6.

Pompea Mantova: Sarto 0, Poggi 2, Raspino 6, Visconti 6, Ferrara 2, Vigori 0, Ghersetti 10, Maspero 5, Clarke 29, Lawson Jr. 18.