Andato in archivio anche il SECONDO QUARTO CON PEPPE SERVILLO: GLI INIZI, LA PROVINCIA, LA FAMIGLIA, siamo pronti a giocare il TERZO QUARTO: IL RAPPORTO CON LA PALLA A SPICCHI

Come sai, stiamo chiacchierando per Baskettiamo, un portale dedicato al basket, altra famosa eccellenza di Terra di Lavoro. Che rapporto hai avuto o hai con il basket a Caserta? Pensi che il basket possa essere una strada per “tirar fuori la testa” dai tanti problemi che tormentano la nostra città?

Ho giocato a basket da ragazzo, come tutti i giovani di quell’epoca a Caserta. Seguivo la seconda squadra cittadina, i Falchetti. Poi con gli anni, avendo altri interessi e altri impegni, non ho più seguito. All’epoca fui felice come tutti i casertani dei risultati della Juve Caserta. Lo sport a Caserta, come tante altre attività che avevano a che fare con la politica giovanile o con la musica, è nato in ambiti oratoriali abbastanza protetti che si sono poi proiettati all’esterno in una maniera interessante. Che lo sport possa formare le persone e i giovani è indubbio, questo è successo, per fortuna, anche a Caserta e credo anche che il basket, in quanto sport di squadra, abbia una marcia in più per far sì che le persone, attraverso l’esperienza agonistica, si formino nel carattere, nella capacità di misurarsi con se stessi, con i propri limiti, nel confrontarsi con le regole, tutte cose che tornano poi utili nella vita.

Peppe Servillo Un episodio o un personaggio legato al basket che ti fa piacere raccontare o ricordare.

Ricordo in particolare tanti ragazzi casertani che poi brillarono anche nella serie A… penso ai fratelli Donadoni, Mastroianni, Gentile, Fazzi successivamente. Quando una città esprime direttamente delle individualità forti in qualsiasi attività e tocca ribalte nazionali è sempre un motivo di orgoglio. E questo poi, perché è l’esempio che funziona nello sport, favorisce la nascita di una dimensione quasi da “scuola” in cui chi emerge costituisce un esempio per gli altri. In quegli anni poi la squadra era composta da tanti casertani, la dimensione d’identificazione era forte. In più c’erano altre individualità importanti come Oscar, Dell’Agnello, grandissimi giocatori che si legavano al progetto e pur non essendo casertani lo diventavano in qualche modo, era molto bello. Mi viene poi da pensare a Sarti, quindi anche a figure manageriali molto importanti, all’imprenditore Maggiò che in prima persona costruì il palazzetto e poi a una personalità come quella di Marcelletti, che è stata fondamentale. L’allenatore, nella particolare chiave da lui interpretata, è veramente anche un educatore, uno che organizza energie, relazioni. Io ho avuto l’onore da ragazzino di essere allenato per pochi mesi da lui. In seguito l’ho conosciuto e adesso, quando andiamo in giro, troviamo l’occasione per incontrarci. Siamo stati di recente con Toni a recitare a Verona, dove lui vive, ci siamo visti. Lui ha lì la sua famiglia, ma poi va in giro per l’Italia ad allenare…

Ed è sempre molto orgoglioso della sua casertanità…

Assolutamente, come se fosse sempre lì…

La Juve Caserta ha fatto anche riunire gli Avion Travel a Gennaio del 2012…

Sì, quella è stata una serata occasionale, in qualche modo un passaggio propedeutico al fatto che quest’estate torneremo a suonare assieme.

Beh, quindi grazie Juve Caserta per questa réunion?

Sì, sì… è stata un’occasione in cui ci siamo rincontrati, sulla quale poi ognuno di noi singolarmente ha riflettuto e questo ha favorito l’idea di tornare a suonare insieme quest’estate. C’è stata la gioia di suonare di nuovo insieme.

to be continued…

(Nel quarto quarto focus sui prossimi impegni di Peppe, dove trovarlo nei prossimi mesi e un saluto speciale ai lettori di Baskettiamo)