Cominciati gli interrogatori di Garanzia dal GIP Bellini alla Procura di Siena, il primo dopo le 15 è stato il principale imputato nell’inchiesta «Time Out» per presunta associazione per delinquere e frodi fiscale Ferdinando Minucci, agli arresti domiciliari nella sua nuova abitazione di Siena e non quella delle prima perquisizione del 15 dicembre 2012, come la sua segretaria Olga Finetti imputata per gli stessi reati mentre a Rimini Stefano Sammarini e Nicola Lombardini i due soci della S2 Promotion e della srl che ha acquistato nel marzo 2012 il marchio della Mens Sana srl con un mutuo di 8 milioni concesso da MPS già in un momento difficile per la banca, operazione al vaglio degli inquirenti per capire se sono state commesse irregolarità o ci sono compiacenze e coperture e non messa in bilancio come passività.

Minucci è arrivato accompagnato dal suo avvocato Fabio Pisillo e da due agenti della GdF, l’interrogatorio è stato breve e a seguire è toccato a Olga Finetti che è stata ascoltata per un paio d’ore fino a quasi le 19 sui fatti contestati, alla presenta del titolare dell’inchiesta, mentre i due manager riminesi che si garantivano un 7 per cento su tutte le fatture e anche quelle senza avvenuta prestazione saranno ascoltati nei prossimi giorni.

L’ex presidente e g.m., designato per la presidente della Lega Basket dal 1° luglio con un compenso triennale da 210 mila euro all’anno più 40.000 di bonus, avrebbe rilasciato dichiarazioni spontanee. “Chiariremo al pubblico ministero (il dr. Antonino Nastasi) tutto quanto è avvenuto dentro la società”, ha riferito uno dei suoi legali, Gian Piero Biancolella che ha difeso Callisto Tanzi nella vicenda Parmalat e opera nel foro di Milano, città dove sembra che Minucci abbia intenzione di trasferirsi e la moglie abbia avviato una nuova attività di creazioni di gioielli.

Non è ancora nota la linea di difesa assunta dal Minucci che non ha avuto il tempo di parlare con i suoi legali e che per Biancolella sarebbe in uno stato di prostrazione e agitazione per gli arresti.

Intanto si cerca di identificare la talpa che avrebbe avvisato la moglie di Minucci e avrebbe poi preavvertito l’ex presidente nella prima perquisizione nella loro villa fuori Siena, con la confisca di 1.250.000 euro in contanti mentre i preziosi, su disposizione del magistrato, non sono stati sequestrati. L’episodio risale al 15 dicembre 2012, ma è passato più di un anno nel corso del quale più volte sono stati segnalati al magistrato pericoli di inquinamento probatorio, con la distruzione di prove, come la distruzione di un file da parte della vicepresidente e reiterazioni di reati, costringendo il dottor Nastasi a chiedere al gip di procedere agli arresti, mentre la squadra veniva messa in fallimento a fine gennaio al termine di una movimenta assemblea della Mens Sana srl nella quale alcuni soci accusavano gli amministratori di false comunicazioni formalizzando una denuncia.

Domenica la squadra ha perso con Milano con cori e insulti per Minucci ma aspetta il primo match dei playoff il 19 maggio contro la Grissin Bon, mentre prima della gara un corteo di circa duecento persone ha sfilato per la città e sotto le finestra del Monte dei Paschi con le sciarpe al collo e un grosso cartello con la scritta “La fede non si ruba”. Un cartello di sfottò (“Siena: è ora di restituire tutto tranne la coppa dei campioni!” è stato esposto dai tifosi canturini con uno scroscio di applausi).

Intanto dopo la nota polemica fatta pubblicare da Roma dal presidente di Roma Claudio Toti che vorrebbe le dimissioni in blocco della Lega, si cerca di ricomporre faticosamente l’organismo con una gestione pro-tempore di un triumvirato composto da Sardara (Sassari), Brugnaro (Venezia) e Portaluppi (Milano) e si parla anche del ritorno di Sandro Crovetti alla segreteria. Situazione che non convince, Toti chiede senso di responsabilità, l’estromissione dal campionato in virtù dell’articolo 133 R.O. e si chiede anche se sarà la Lega a dover pagare la fattura dell’albergo dove è stato prelevato a Bologna e se aveva un mandato a operare già come presidente senza il voto sul contratto e conoscere il compenso e le funzioni, oltre al progetto. Si ritiene ormai revocato questo incarico alla luce degli arresti domiciliari, per l’ipotesi molto grave dei reati di cui Minucci è accusato e anche del fatto che l’indagine continua con particolare attenzione al marchio, ma potrebbero anche emergere altri aspetti, ad esempio il trasferimento a torneo in corso di Hackett a Milano, relazioni Strette con alcuni arbitri e il consulente-designatore degli arbitri napoletano frequentemente a Siena, oltre alcuni interventi riguardanti anche la gestione della nazionale ed eventuali interessi nel mondo dei media nel quale ha operato quando finì il suo rapporto con la banca, come impiegato all’Ufficio Titoli di una delle agenzie centrali. In particolare, dovrà spiegare perché mai in un’intercettazione ambientale di Baskettopoli chiama all’una di notte il capo degli arbitri e chiede garanzie per la gara di Roma avvertendolo che sarebbe stato pronto a scatenare una campagna di stampa. Una frase sibillina che non piace agli organi di tutela della professione giornalistica, né a chi fa questa professione.