Esclusiva intervista di Sportitalia al presidente della Legabasket Fernando Marino. Qui di seguito le parole del numero uno della Lega pronunciate davanti alle telecamere di Sportitalia

 Ospite della trasmissione di Sportitalia, “SI Basket”, il presidente della Lega basket, Fernando Marino, ha parlato dell’odierna assemblea della Lega Basket Serie A, con argomento principale la commercializzazione dei pacchetti televisivi Silver e Bronze per la stagione 2014-15. Ecco le sue considerazioni:

“Ci auguriamo che sia un campionato entusiasmante, il più spettacolare possibile il più seguito degli ultimi anni attraverso anche una visibilità che stiamo cercando di ottenere dalle tv, da tv importanti come Sportitalia, che sta facendo un buonissimo lavoro. Oggi dall’assemblea di Lega abbiamo approvato l’inizio di quelle che secondo me saranno le situazioni future che potranno creare un palinsesto importante per la Lega Basket: partiremo con una web tv, all’inizio lavoreremo on demand, cercheremo di creare una trasmissione itinerante dai campi durante le partite del pomeriggio, quelle non sotto contratto, presenti nei tre pacchetti delle partite più importanti, insomma cerchiamo anche noi come Lega di dare un movimento importante a tutto il mondo del basket, perché è di questo che la pallacanestro ha bisogno. Il basket è uno sport meraviglioso, uno sport spettacolare che però deve essere ospitato maggiormente dalle tv e visto in streaming. E’ questo il futuro, ed è per questo che dobbiamo cercare di raccogliere le forze per avere quella visibilità necessaria”.

L’anno scorso abbiamo assistito ad un grande campionato, il basket potrebbe essere un grande prodotto televisivo. Ma oltre alla visibilità televisiva come lo si può valorizzare ulteriormente? Bisogna dire che il basket non è stato mai stato sfruttato a pieno…

“Sono d’accordo, penso che il basket sia uno spettacolo che non sia mai stato sfruttato a pieno. Credo che il mio mandato sia iniziato con la finale della scorsa stagione, gara che ha raccolto il 5% di share su un canale generalista, è sicuramente un risultato importante da cui partire, è vero che si trattava della finale, ma ciò sottolinea quanti siano i telespettatori interessati a vedere il basket in tv e ribadisco, quello che state facendo da qualche mese qui a Sportitalia è molto sinergico per tutto il nostro movimento”.

Come si può evitare una pallacanestro troppo “Milano-centrica”? Sappiamo quanto sia importante la squadra milanese, ma c’è un modo per esaltare maggiormente anche squadre minori? Servono più investimenti?

“Ovvio, ci sarebbe bisogno di altri imprenditori importanti, quanto il gruppo Armani, però se osserviamo bene, oggi come oggi, abbiamo un buon campionato, c’è Venezia che sta facendo investimenti importanti, Reggio Emilia che ha fatto una campagna acquisti molto buona, realtà come l’Avellino, poi altre che stanno cercando di crescere pian piano, piazze come Varese e Cantù che sono calde, animate da ottimi propositi a livello dirigenziale. E’ vero che Milano si trova qualche gradino più in alto, ma si trovava più in alto anche l’anno scorso e ha dovuto comunque lottare fino alla settima partita per vincere il titolo. Per questo credo che nel basket, più che in altri sport, i valori in campo siano diversi da quelli che si trovano nei singoli contratti”.

Un tema caldo è quello sui minuti concessi agli italiani, cosa richiesta a gran voce dal presidente Petrucci. Possiamo vedere che formazioni come Reggio Emilia hanno puntato molto sugli italiani quest’anno, finalmente le squadre italiane stanno capendo quanto sia giusto puntare sui giocatori italiani…

“E’ una questione importante, credo che l’errore in passato sia stato di vedere i giocatori come “una specie protetta” e ciò non va bene, perché se il cestista italiano sa che deve giocare per forza, è chiaro che i procuratori giocano al rialzo. Il giocatore deve essere messo in campo per le vere qualità che possiede. Bisogna creare un mercato differente, senza proteggere gli italiani ma investendo sugli italiani e chi fa giocare più italiani ha diritto ad un premio, come quello offerto dalla Lega, che adesso limita troppo con quel 5 su 5; credo che in quel caso si possa creare un movimento importante e dare così la possibilità ai club di investire sulle giovanili. Penso che i coach non guardino ai passaporti, penso che si guardino le capacità dei giocatori. Gli italiani in squadra possono creare gruppo e fare più spogliatoio, un dato necessario”.

 Ufficio Stampa Sportitalia

Francesco Cherchi