Ribaltone totale in casa Segafredo, dopo il DS Martelli è infatti Pino Sacripanti (primo esonero in 18 anni di carriera), a pagare con l’allontanamento una stagione piena di ombre e contraddizioni ma povera di punti in cascina.

Oscar Wilde diceva che “La coerenza è l’ultimo rifugio delle persone prive d’immaginazione.” Beh allora c’è davvero da sperare che in Virtus vi sia grande immaginazione, almeno per riuscire ad inventare (o reinventare) una filosofia di squadra in vista del delicatissimo finale di stagione. Già perché la coerenza sembra, invece, essersi persa tra partite buttate malamente, mugugni più o meno celati e stravolgimenti dirigenziali.

Dopo la querelle mercato, prima chiuso, poi aperto solo per un pivot ed infine portatore del colpaccio Chalmers, si aggiunge anche il cambio al timone, avvenuto però con modalità quasi farsesche.  Sabato, nell’abituale conferenza pre match, Sacripanti raccontava, infatti, delle rassicurazioni arrivate dalla società ed a fargli eco seguivano subito le parole del DG Dalla Salda, con dose rincarata nemmeno 24 ore fa da Luca Baraldi, uomo di fiducia del presidente Zanetti: “L’intenzione è di rimanere cosi sino a fine stagione, inutile dare altri scossoni”.

Precisamente: Sacripanti esonerato e Sasha Djordjevic a prendere il suo posto, come ampiamente anticipato anche su queste pagine. Tirando le somme della stagione sin qui, un cambio radicale di direzione tecnica poteva essere comprensibile, meno lo sono però i modi e soprattutto le tempistiche. Nel delicatissimo match di campionato di Cantù si è seduto in panchina un allenatore già certo dell’avvicendamento mentre tra soli due giorni la Virtus si giocherà la permanenza in Champions in 40′ minuti di fuoco con tanta pressione addosso. I tifosi sperano ora in un nuovo miracolo Serbo a Bologna, dopo che Mihajlovic ha dato nuova linfa al Bologna FC, magari coadiuvato dalla classe di Chalmers.