Una impietosa recente immagine ha fissato nella stessa inquadratura Coach McHale di Houston e coach Rick Carlisle di Dallas.E’ stato immediato e naturale pensare a come, da allenatori, si sia capovolto il rapporto che esisteva tra i due quando erano giocatori e compagni di squadra. Inutile negarlo: lontani dall’essere un team accreditabile di raggiungere le Finals, i Rockets sono in mano ad un coach che probabilmente vale meno della squadra.

Il cammino dei Texani sarà ancora preda delle lune di Howard e del suo atteggiamento narciso e sinceramente bambinesco davanti alle difficoltà. Anche l’altra stella, Harden La Barba, non è un mostro di umiltà, ma è il vero pilastro di questa franchigia, e chissà che la vittoria del Mondiale e la vita trascorsa in T-USA non gli abbiano insegnato qualcosa a livello di impatto mentale e capacità di elevare il gioco dei compagni.

Un dato curioso è che di tre pg attualmente nella line-up, tra le quali Beverley è il quasi sicuro starter, nessuna arriva a guadagnare un milione a stagione: certo meglio così che strapagare un flop, ma non è impossibile qualche trade nel ruolo per i Rockets. Altro dato: il salary cap pare discretamente intasato, invece lo è assai relativamente: certo i contrattoni di H&H pesano, ma alla fine di questa stagione i Razzi potrebbero tranquillamente rinunciare a più di mezza squadra tra scadenze e team options. Non è lontana la possibilità di ritrovarsi in 7-8 dei 15 possibili, e da lì agire in maniera oculata tra Free Agency e Draft, ricordandosi che Morley è amico e in un certo senso discepolo del migliore GM della Lega, Danny Ainge. Inoltre nel 2017 dovrebbe arrivar da loro Alessandro Gentile a distribuire ventelli e triple doppie. Altri due Europei sono nel loro roster ora, due figure opposte: Papanikolaou, che ha le carte per spodestare il pur discreto Ariza, e Motlejunas: lui, invece, è una delle più irritanti esibizioni di talento svogliatamente sprecato mai viste.