Attraverso le recenti gare della migliore squadra NBA finora, esaminiamo alcuni aspetti del Gioco evidenziati da questa stagione.

50 x 3. I Celtics sono diventati la prima squadra nella storia NBA a vincere 3 gare di RS per 50+ pti. E gli mancano altre 19 gare. Il dato non deve aprire i luoghi comuni sulla scarsa attendibilità della stagione regolare NBA: le 82 gare (diventano 100 per chi arriva al Titolo senza mai perdere nei PO e 112 per chi lo vince tutto in gara7) sono il banco di prova più duro tra gli sport di squadra. Nessuno gioca tanto, in un arco di tempo tanto esteso, con altrettante miglia sulle carcasse: si avvicinano solo i calciatori che si fanno Champions+campionato+nazionali, ma sono, appunto, 3 situazioni combinate.
JAYLEN & DRAYMOND. La L del -52 al TD Garden è stata l’unica in un mini road-trip Warriors terminato 3-1. Si è materializzata prima dell’inizio, quando una riunione “tecnica”, capeggiata da Draymond Green senza alcun coach, ha stabilito che quella notte si sarebbe giocato a sfidare Jaylen Brown al tiro da 3. Oceani di spazio e secoli di tempo per il Celtic #7, che ha risposto con 5/10 e 29 in 23 mins. Ha chiamato irrispettoso il comportamento dei giocatori di GS, ma è abituato a essere oggetto di considerazioni errate. Troppo intelligente per la scuola, quando fece notare per l’ennesima volta a una prof un errore da lei commesso, si sentì rispondere: Continua pure, che tra pochi anni ti verrò a trovare in carcere, saputello. Sono passati più o meno 10 anni da quel momento, e Jaylen è il giocatore NBA con il più alto contratto mai siglato (304 MM$$). Ci è arrivato partendo dalla 3’ scelta al Draft 2016. Molti scout criticarono i Celtics, sui loro taccuini era scritto: Troppo intelligente per la NBA o Troppi interessi fuori dal basket o Non si può contare sulla durata del suo interesse per la NBA. Invece è ancora lì, l’intelligenza si esprime anche attraverso l’applicazione. JB è il vero pilastro dei Celtics. 22.4 + 5.4 + 3.7 col 50% totale dal campo (36% da 3) le sue stats quest’anno, lievemente ristrette per via del line-up TutteStelle di Boston: tira 3 volte meno dell’anno scorso ma non segna 6 pti in meno, bensì 4, segno che ha elevato le sue %. La trovata di Draymond era un tentativo di mind-game, finito malissimo: esprime però quanto ancora, dopo e nonostante la sospensione per i noti problemi comportamentali, conti Green nello spogliatoio. D’altronde, da quando è tornato, pur continuando a prendere parecchi tecnici, Dray-G è molto più controllato (proprio perché più bersagliato dalle provocazioni avversarie). Con lui in campo il bilancio Warriors è al 58%, senza al 42; le % avversarie calano dal 49 al 46% (da 37 a 35% nelle triple), GS subisce 6 pti meno (da 121 a 115) e prende 4 rimbalzi in più (da 44 a 48).
20 is the NEW 10. Dopo il +52, BOS ha affrontato la seconda della Eastern Conference, i Cavs. Sono riemersi, per i fans, brutti ricordi del difetto bostoniano nel chiudere le gare, dal momento che CLE ha vinto di 1 rimontando un passivo di 16 a inizio quarto periodo. L’esplosione dei punteggi (questa stagione vede il massimo numero di gare con 120+ realizzati da almeno una squadra) ha determinato varie ricadute. Una è che un +16 con 12 minuti da giocare non significa nulla. Non solo distrazione dei Celtics, quindi, ma anche nuova regola del Gioco: 20 sono i nuovi 10, la doppia cifra di vantaggio deve avere il 2 davanti.
JRUE. Holiday, non noto per essere triplista letale, sa però da dove tirare. Negli angoli la distanza è leggermente minore, e lui nelle triple angolari ha il 64%. In totale sta avendo la sua migliore stagione in carriera, al 44%. I Celtics hanno la migliore % da 3 della NBA, il che ci porta al loro ultimo confronto, sabato notte, vs i Phoenix Suns.
DA 8 A 16. Piedi. Ovvero la distanza del tipico mid-range: in quel campo i migliori della NBA sono i Suns. Buona o cattiva notizia? Si tratta di una condizione che va trattata con cura, come minimo. I Suns hanno perso la gara, nonostante 45 di KD, e in parità di assenze importanti: Booker per loro, Porzingis per BOS. La differenza è stata nel ritmo: 86 tiri i Suns, 94 Celtics. PHO ha avuto 2 rebs in meno e un saldo perse/recuperi peggiore di 2 rispetto ai Celtics, ma sono 4 palloni su una differenza di 8 possessi: dove sono gli altri 4? La risposta è semplice: nell’orologio. I tiri di Phoenix, quei 2pti tipici, rubano più secondi dal tempo di gioco: pensate a un 1 vs 1 di Durant o Beal o Booker e troverete con semplicità un mare di tempo impiegato a preparare, disorientare, battere il difensore. Essere sotto quanto a possessi/gara è abitudine dei Suns: tirano 86 volte vs le 91 degli avversari, differenza non del tutto compensata dai 4 liberi/gara in più: i 5 tiri in meno diventano 3. Atteggiamento pericoloso: un ipotetico peggiore scenario (subire il 100% di quei 3 tiri) vede gli avversari di Phoenix iniziare ogni gara con un vantaggio compreso tra 6 e 9 pti. Quindi sì: benissimo avere quel primato e il 56% da 2 in generale per questa stagione, ma una offense di quel tipo chiede, nell’era delle triple, di essere supportata da molteplici attenzioni. Una la difesa: PHO ha un differenziale segnati/subiti inferiore a 3, ovvero, anche essendo generosi coi decimali, i 9-6 pti diventano 3-6. Durant+Beal+Booker prendono 53 tiri/gara: le triple sono 15.5, meno del 30% del totale; una ripartizione insufficiente. Meno male che Grayson Allen è percentualmente (non per totale tiri o canestri) il miglior triplista NBA, ma è una cura che non guarisce. Significa che per vincere i Suns devono fare molta più fatica di ogni altro tra le squadre che sono legittime contender al Titolo NBA.